30 giugno, 2006

23 giugno, 2006

DOPO I DEFERIMENTI: ADDIO CARLONE?

Appresa la notizia del deferimento, il fischietto di Tivoli ha aperto la bocca: «Abbiamo presentato un'istanza all'Ufficio Indagini perché faccia un accertamento su Carlo Ancelotti». Dice De Santis: "non si è mai accorto di nulla, stava nella compagnia juventina e non sapeva?". Per inciso, il nostro Buon Carlone sostituì Lippi nel 1998-1999, e poi guidò i bianconeri nel 1999-2000 e nel 2000-2001. Complessivamente, sette gare dirette da De Santis, con 6 vittorie e 1 sconfitta. Stai a vedere che i conti cominciano a tornare...

22 giugno, 2006

DEFERIMENTI: ADDIO ADRIANO...

Adriano Galliani è stato deferito e si dimette: lascia la presidenza della Lega, ma evita l'incriminazione per illecito sportivo. L'accusa formulata dal procuratore federale è di avere trasgredito "il dovere di comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità" (Titolo I, Art. 1 del c.g.s.): "Avallava la condotta di Meani", che è accusato del tentativo di "alterare lo svolgimento o il risultato di una gara" (Titolo I, Art. 6), ovvero di illecito sportivo. La gara in questione è Milan-Chievo, del 20 aprile 2005. A quando le dimissioni da AD della società?

20 giugno, 2006

I CONTI CHE NON TORNANO

Oggi l'Ufficio Indagini della FIGC consegna la sua relazione su Calciopoli (già Moggiopoli) al procuratore federale, che emetterà i deferimenti per club e tesserati coinvolti a vario titolo nello scandalo. Restiamo in attesa di capire in quale misura Meani e Galliani abbiano agito slealmente, a norma di regolamento sportivo. Ma a prescindere dalla sentenza che verrà a breve, da Rossonero, sento il bisogno di esprimere un sentimento che scaturisce spontaneo.

Per quanto è emerso negli ultimi 40 giorni, dal lavoro delle procure e attraverso le intercettazioni telefoniche pubblicate dalla stampa (più e meno schierata), il Sistema Moggi esisteva e l'A.C. Milan ne era perfettamente a conoscenza. Nessuno dei nostri dirigenti o legali mi risulta abbia mai dichiarato il contrario. Si è molto fantasticato sulla famosa visita di Big Luciano a Palazzo Grazioli, un mese dopo il via del campionato 2005-2006. A nessuno è dato sapere cosa si siano raccontati il direttore generale della Juventus e il Presidente del Consiglio nell'occasione. Ciò che so per certo è che ancora tre mesi fa, Berlusconi dichiarava: "E' vero, Moggi e Giraudo restano alla Juve: nessuna dirigenza con la testa sulle spalle se li lascerebbe scappare" (Ansa, 21 marzo 2006). Come dimenticare, peraltro, le proverbiali cene degli amiconi Antonio e Adriano, a corollario di ogni sfida fra Juve e Milan (inclusa l'ultima, inquietante, sulla sabbia del Delle Alpi con arbitro De Santis)? Vorrei anche aggiungere che il Buon Carlone, ai giudici napoletani, avrebbe confermato le illazioni emerse nelle telefonate di Meani a Collina, riguardo ai favori ottenuti dal fischietto di Tivoli ai tempi della sua panchina bianconera (fra cui il celeberrimo Juventus-Parma, con gol regolare di Cannavaro annullato al 90°), per non parlare dei calendari di Serie A pilotati ad agosto.

Ora, fatico a scorgere la coerenza di tali premesse con la postuma presa di distanze - unanime quanto tardiva - dalla Triade di Piazza Crimea (ormai Biade, dopo le lacrime di Bettega allo stadio) o dichiarazioni più recenti di Berlusconi, del genere: "Esigiamo che ci restituiscano i due scudetti che ci spettano. Siamo stanchi di subire ingiustizie. Attendere che tutto sia dimostrato? Ma più chiaro di così..." (Ansa, 14 maggio 2006). Il nostro ineffabile Vicario, spalleggiato in conferenza stampa dall'Avvocato Cantamessa, a maggio riferiva di sentirsi ferito nell'intimo per l'inatteso voltafaccia del Grande Accusato/Accusatore, dal momento che le sue relazioni con Moggi afferivano "la sfera dei sentimenti". Chi mi legge - o chi ha voglia di spulciare nell'archivio dei post - ricorderà peraltro una mia esternazione scomposta all'ormai epica: "La mia posizione di presidente di Lega mi obbliga a un sofferto silenzio e quindi di Milan non parlo" dopo l'arbitraggio scandaloso subito a Firenze (Assemblea di Lega, 21 novembre 2005).

I conti non tornano. In primo luogo, questi signori dovranno rendere conto del loro assordante silenzio, che vale come un'ammissione di connivenza. Secondariamente, trovo allarmante (oltre che grottesco) che l'unica linea difensiva espressa finora dalla società sia stata quella di isolare il carneade lodigiano, liquidandolo come un "povero diavolo": oste di professione con l'hobby del calcio e il vizietto di millantare crediti presso il Palazzo, spendendo il nome del Presidente di Lega e/o del Premier. "Sono il mandante di me stesso"...? I conti tornano sempre di meno. Per il semplice motivo che un club di blasone e comprovata tradizione manageriale non assegna a un povero diavolo la responsabilità di gestire (oltre tutto, in autonomia) le delicate relazioni con la classe arbitrale e gli organi federali.

In estrema sintesi: l'asse inscindibile Ancelotti-Galliani ha già prodotto più danni del lecito. Quelli tecnici sono sotto gli occhi di tutti, da due stagioni piene. Quelli disciplinari saranno quantificati a giorni e, purtroppo per noi, a prescindere dal vantaggio sportivo conseguito sul campo dalla squadra. Come dire: dopo i danni, le beffe. Il tentativo di illecito, se comprovato, peserà meno dell'illecito pieno solo nel quantificare il grado della pena. In qualasiasi caso, questi nostri signori non ne escono puliti. Senza voler attribuire tinteggiature politiche ai (mal)costumi acquisiti dalla dirigenza nell'ultimo decennio, non ho potuto fare a meno di osservare - con un senso di crescente disagio, ormai convertito in disgusto - come il cinismo di Moggi o l'affarismo di Giraudo suscitassero in tempi non sospetti perlomeno la considerazione, se non addirittura la stima, della nostra proprietà. Aggiungo: diventa sempre più difficile identificarsi in un club che corteggia galantuomini come Moggi e Giraudo, e sul mercato cerca rinforzi dello spessore umano di Materazzi, Poulsen e Ibrahimovic. Un tempo esistevano "le facce da Milan". Calciatori, allenatori, dirigenti e tifosi. I nostri colori erano l'icona dei nostri valori, che alcuni bollano con l'etichetta sprezzante del populismo: per noi, semplicemente, valori romantici. Nel 1980 scendemmo in B perché, nel Sistema, Colombo contava qualcosa meno di Boniperti e Prisco. Ma quella retrocessione fu e resta il nostro punto d'orgoglio, perché fummo gli unici (con la Lazio) a pagare per tutti. Anche e soprattutto per la Juventus (e per il Bologna).

Oggi, con un Vicepresidente tradito e sbugiardato pubblicamente dai suoi sodali di ieri, e tuttavia incatenato alla poltrona della Lega, più che l'orgoglio restano solo imbarazzo e amaro in bocca. A prescindere dalla penalizzazione che sarà, auspichiamo, sportiva e non politica.

19 giugno, 2006

IL PRIMO SIGILLO MONDIALE

Dopo Spagna-Ucraina (4-0) ho visto spurgare un bel po' di veleno dalle bocche e le penne dei sedicenti tifosi traditi e i vari scribacchini di corte. Ho letto ironie sulla "squadra materasso" del Mondiale, malignità sul suo capitano bolso che ora - a quanto dicono - "si risparmia per il Chelsea" (sic), un innaturale silenzio da parte di chi fino a un mese fa inneggiava al "Vento di Passioni". Tristi italioti, malati di provincialismo! La mia verità è che non si vuole digerire il boccone amaro di una scelta motivata dal buon senso, oltre che dagli equilibri famigliari (su cui nessuno ha facoltà di esprimere giudizio). Milano non vale Londra, il Milan di oggi non vale il Chelsea (perlomeno in campo nazionale) e quello di domani è un'incognita assoluta, Ancelotti non vale Mourinho, un Berlusconi di ritorno non vale un Abramovich allo zenit e - perché no? - 4 o 5 milioni di ingaggio non ne valgono 9 o 10. Shevchenko ha detto: no, grazie. Ma attenzione, anche Eto'o ha detto: no, grazie. E infine Henry ha detto: no, grazie. Forse varrebbe la pena spostare il tiro e mirare altrove...

Nel frattempo, "Shevy" è tornato alla grande (primo sigillo mondiale con cabezazo e strepitoso assist per l'interessantissimo Kalinichenko, dopo una progessione delle sue per trenta metri), l'Ucraina ha restituito il 4-0 all'Arabia Saudita e veleggia (Tunisia permettendo) verso uno storico approdo agli ottavi di finale (dove potrebbe trovare la Svizzera). Mica male per una debuttante. Ho dato un occhio al calendario di Germania 2006: sai che divertimento se, nei quarti, il Nostro andasse a incrociare i miserabili Azzurri di Mister GeaLippi ;-)

15 giugno, 2006

BENTORNATO SILVIO

Abbiamo bisogno di ricominciare a sognare...

«Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie. Che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c'è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan».

Silvio Berlusconi, 24 marzo 1986