(1 PT) Gilardino, (27 PT) Shevchenko.
Abbiamo giocato con Dida, Stam, Costacurta, Maldini, Serginho, Gattuso, Vogel, Seedorf, Rui Costa (Kakà dal 23 ST), Shevchenko (Inzaghi dal 39 ST), Gilardino (Jankulovski dal 33 ST).
Il tema tattico: avanti adagio. Ancora una volta, la buona sorte ci sorride, regalandoci il vantaggio dopo meno di trenta secondi. Bravo il Gila a crederci (terzo centro, sempre lontano da San Siro: sarà un caso?), a inseguire e guastare il cuore della difesa sarda: un gol alla Inzaghi, che è anche un tributo all'insperato ritorno del nostro 9 Rossonero: dieci minuti in chiusura, ma questa volta non solo per la gloria. Il gioco, di fatto, è sempre il solito: lento, compassato e mai ficcante. Finché il Balon d'Or - col naso gonfio di sinusite - non decide di accendere i riflettori e prendere a pallonate Carini. Due osservazioni sull'emergenza difensiva (indisponibili Nesta, Cafu, Kaladze). Billy gioca da Professore senza consumare metri superflui, come si conviene a un centrale esperto, che a fine carriera dirige l'orchestra e randella chirurgicamente, col carisma dei veterani. Resto convinto che di uno così (come di Pippo) a Istanbul avremmo fatto un monumento. Non trascuriamo però la pochezza dell'avversario, mai veramente in partita. Risulta prezioso per dare fiato agli assenti, non certo per affrontare serenamente una stagione che - di qui a poco - diventerà tosta. Discorso analogo per l'amato Sergio, che conferma il momento di grazia, chiudendo diagonali vertiginose a centro area. A lui, si sa, piace poco "correre dietro agli avversari" e molto "farsi rincorrere dagli avversari", mentre corre dietro alla palla negli spazi aperti. Un elogio per la dedizione, nel momento del bisogno. Ma senza illudersi che a 34 anni un brasiliano genio e sregolatezza possa decidere di cambiare ruolo. Davanti, tutto il resto è noia: dalla consueta indolenza portoghese al cronico isolamento delle punte, distanti troppe decine di metri dal centrocampo.
Gli episodi chiave: risolve un pallone d'oro. Ma quanto mi piace questo Sheva volitivo ed egoista (come solo un fromboliere di lignaggio superiore ha il diritto di essere) che nel giro di un quarto d'ora traccia prima un paio di stelle filanti col destro e poi carica il sinistro letale: il calibro è da euroderby! Indecente parlare di fortuna per questa soluzione balistica, cercata e trovata, con buona pace del lento estremo argentino (un fenomeno, ricordo, finché ha gravitato intorno al pianeta Juve...). Siamo avvezzi alla campagna denigratoria della stampa, specie quella in rosa: un leit motiv per la stagione 2005-2006. Leggo sottovalutata anche la prova dello svizzero, che viceversa tocca un numero infinito di palloni e tira calci (deo gratias!) quando è necessario. Bene Didone per la sicurezza che torna a infondere al reparto grazie al proverbiale senso del piazzamento, che gli consente di raccogliere palloni apparentemente innocui senza mai macchiare la maglia smeraldo.
La tribuna di Steve: in venti non è più bello. Mite questo autunno, che ci porta sull'Isola a raccogliere un'altra vittoria leggera, senza infamia e senza lode. E assomiglia sempre più a un campionato da periferia del Continente, la Serie A allargata, con le due grandi (tre? mah...) a giocarsi il titolo e un divario imbarazzante fra la prima e la seconda colonna della graduatoria. Divario tecnico, come sempre; ma come mai prima, divario di intensità agonistica. Sui campi di provincia (e in casa contro le provinciali) abbiamo spesso perso punti pesanti: quest'anno, le comparsate di Lazio, Reggina e Cagliari nessuno se le sarebbe attese. Cauti, dunque, a fantasticare che le dure lezioni del passato siano state definitivamente metabolizzate. C'è da sorridere, sicuro, per la crescita lenta ma continua di tante pedine del gruppo che - a quanto pare - Carlone ha imparato essere fondamentali nelle giornate interlocutorie come quella di domenica sera, nelle quali conta il bottino più che il gioco. Di qui alla prossima pausa autunnale si farà sul serio: Champions (un doppio PSV) e campionato (test probanti contro Palermo, Juventus, Udinese) ci diranno dove possiamo arrivare.
16 ottobre, 2005
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento