(23 PT) Gilardino, (15 ST) Gilardino, (26 ST) Shevchenko.
Abbiamo giocato con Dida, Simic, Nesta, Kaladze, Serginho, Kakà (Jankulovski dal 41 ST), Gattuso, Pirlo, Seedorf (Ambrosini dal 33 ST), Gilardino (Rui Costa dal 39 ST), Shevchenko.
Il tema tattico: la buona difesa comincia a centrocampo. Inizio ad alta tensione, con ritmo concitato e un'infinità di contrasti. Pochi falli, peraltro: Trefoloni può governare senza doversi assumere responsabilità sproporzionate. In area di rigore si arriva raramente, la manovra prevale fra le due trequarti: la mediana è affollata da cinque maglie amaranto, Carlone risponde portando Kakà sulla linea di Seedorf, in una sorta di 4-4-2 che vede Pirlo e Gattuso comunque arretrati a copertura dei centrali di difesa: la coppia inedita è Nesta-Kaladze, con terzo gettone consecutivo del georgiano restituito al ruolo e alla causa. Si capisce da subito che la corsia di sinistra produrrà emozioni: Sergio ha la gamba delle serate migliori, quando scende palla al piede è come il vento che scuote e travolge. Lo Zionero si allunga a elastico fra difesa e attacco, inesauribile in contrasto come in impostazione: se gira così, c'è solo da attendere... inoltre, il Bambino si sposta di frequente da destra a sinistra al centro, togliendo ogni riferimento ai suoi persecutori. L'esito è una gara straordinaria per intensità, equilibrata in un gioco di alternanze d'iniziativa, fino al colpo del Gila che raffredda i bollori livornesi. Il tema tattico del secondo tempo è un invito a nozze per i ragazzi: Donadoni alza troppo il baricentro per cercare il pareggio e apre praterie nelle quali Sheva s'incunea a ripetizione, ben supportato da Clarence: al terzo tentativo di rimessa arriva il doppio-Gila. Questa volta non c'è calo di attenzione, ma lucida chirurgia nel pressing di un Sindaco di nuovo gigantesco. Linee compatte dietro (come sempre con Simic) e gestione sapiente del possesso, con il perfetto dosaggio dei ritmi: lento, accelerato, poi lento ancora. Chiudiamo il conto senza nulla concedere fino al 90'.
Gli episodi chiave: il timido Gila parla con i gol. Il Livorno costruisce le uniche due situazioni degne di memoria sulla parità a zero: Dida ha puntati addosso fin troppi occhi maligni, se è vero che forza un'uscita e/o va fuori tempo su cross dalla fascia di Lazetic (ma confonde il bisonte rosso, Lucarelli), poi non trattiene un destro in mischia che potrebbe diventare tap-in letale stile derby (anticipo di riflesso su Passoni con la punta del piede). Troviamo al Picchi un altro zelante sbandieratore: ferma prima il Gila e poi Sheva, che partono sicuramente in linea con l'avversario: situazioni nitide per il gol. Quando il pallone viaggia in verticale, a filo d'erba e con tocchi di prima, la griffe è indiscutibilmente Milan. Se poi questo accade nella corsia centrale del campo, il prodotto è a volte un gol da antologia: come già contro il Messina, Pirlo imposta su Kakà, tocco di prima per Sheva, controllo a seguire (destro-sinistro) in slalom sul raddoppio di marcatura e appoggio incrociato al limite dell'area per il Gila, che scatta in linea con l'ultimo difensore e punisce con una rasoiata di destro. Dopo 10' dal riposo, Seedorf vola sulla sinistra e pennella al centro ancora per il bombardiere biellese: torsione di testa e salvataggio disperato con la coscia di Colucci, la palla sbatte sul palo interno ma rimbalza incredibilmente in campo! I ragazzi hanno voglia. Sergio esce in anticipo furibondo sulla metacampo, poi galoppa in profondità a dettare il triangolo, ma Sheva marcia verso il centro e attende l'inserimento di Clarence al limite: tocco di prima dell'olandese e sempre il Gila chiude la geometria col piattone del raddoppio. Manuale del contropiede! Il k.o. arriva per una scivolata di Vargas di nuovo su Sergio, imprendibile a sinistra: il difensore (ammonito) protesta la simulazione. L'intenzione del contrasto c'è tutta, il contatto non so, ma il danno arrecato è evidente. Pennellata di Pirlo per il Balond'Or e... OH BELLA, CIAO!
La tribuna di Steve: la stagione dei "se" e dei "ma". Chiudiamo l'anno - per la prima volta dopo quattro - con il gusto (agro)dolce di una vittoria che vale doppio per il valore morale, ma meno della metà per la classifica. Le posizioni reciproche delle prime restano invariate, solo un tracollo bianconero potrebbe restituire significato alla stagione. Conosciamo i nostri pregi (39 gol realizzati) e i nostri difetti (18 gol subiti): sono strutturali, visto come è stata allestita la rosa. Sappiamo di poter buttare giù chiunque, non esclusa la capolista dei record, o il "terribile" Livorno che arrivava al confronto con 3 reti casalinghe al passivo. Per intenderci, non parliamo di una squadra di fenomeni, se è vero che ne aveva insaccati 5 dall'Inter e 3 a testa da Fiorentina e Juventus. Ma in un campionato di basso profilo come il 2005-06, questa è la quinta forza assoluta. Una prestazione come quella del Picchi, comunque, fa specie se si ripensa al Bentegodi, al Franchi e al Ferraris. Qua abbiamo gestito la gara da squadra di livello, là avevamo perso il filo del discorso e la partita. Inutile piangere sul latte versato. Accontentiamoci di rilevare in panchina un segnale inatteso di elasticità tattica, che lontano da San Siro potrebbe consentirci di correggere un rendimento imbarazzante. Sorprende in positivo anche la condizione atletica, in evidente crescita, di nuovo alle soglie di una sosta. Il mercato natalizio non porterà balocchi, pericolosa supponenza. Godiamoci solo una linea d'attacco da Liga, con il Balon d'Or che macina reti (160) anche giocando a sprazzi e la silenziosa presenza biellese, forse invisibile agli occhi dei più, ma letale quando arriva il momento di decidere il match: terza doppia stagionale, 12 gol in 17 turni di campionato... e ancora a novembre lo chiamavano flop.
22 dicembre, 2005
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MILAN SQUADRA MENO FALLOSA DEL 2005
30/12/2005 MILANO - Il Milan si conferma nel 2005 la squadra meno fallosa del campionato italiano. Solo 632 i falli commessi dai rossoneri, mentre 684 quelli subiti. Anche a livello di ammonizioni, gli uomini di Carlo Ancelotti sono quelli che hanno collezionato meno cartellini gialli in Serie A (solo 65), mentre per quanto riguarda i cartellini rossi (3 in tutto nel 2005), stanno dietro solo a Sampdoria, Juventus e Inter. Infine capitolo rigori: il Milan, in tutto l?anno, ne ha avuti 5 a favore e 4 contro (saldo +1), con le sole Udinese, Siena, Reggina e Roma a piazzarsi meglio in questa speciale classifica. (Corriere dello Sport)
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