Shevchenko, piange il telefono: illuso e poi scaricato dal Milan.
Il Chelsea chiede troppo, lo spogliatoio rossonero non lo ama.
[Corriere.it] Sfiduciato, disilluso, abbandonato. Così si sente Andriy Shevchenko, dall'altra parte dell'Oceano, partito con la moglie Kristen e i piccoli Jordan e Cristian per il mare delle isole Barbados. Dopo il trionfo della sua ex squadra in Champions League, il centravanti si era augurato che una parte del tesoretto riversato nelle casse della società di via Turati venisse destinato alla sua pratica. «Sono molto contento per il Milan, per tanti motivi» dichiarò sibillino la notte del 23 maggio dalla sua casa di Londra. Del resto le parole di Silvio Berlusconi prima («per Sheva le porte non sono aperte, sono spalancate»: promessa diffusa la notte del 2 maggio, dopo la partita perfetta con il Manchester United), e di Adriano Galliani poi («per Andriy terremo libero per i prossimi due mesi il posto da extracomunitario»: proclama sventolato il 9 maggio scorso a Milanello) lo avevano autorizzato a confidare nel grande rientro.
Persino la bella moglie americana, additata come la grande burattinaia della fuga al Chelsea, stanca di vedere il marito depresso, aveva benedetto la scelta di tornare a Milano: proprio nei giorni in cui i rossoneri conquistavano la Coppa dei Campioni, Kristen Pazik confidava a Chi: «In Italia ci sentiamo a casa: vedrei bene Andriy al fianco di Ronaldo, uno dei miei giocatori preferiti». In quei giorni era francamente difficile escludere l'happy end alla vicenda. Tanto che l'ucraino era piombato a Milano subito dopo la fine del campionato per rinnovare il permesso di soggiorno italiano. Cosa è successo nelle ultime due settimane? Niente. È appunto questa mancanza di notizie, di contatti, di messaggi che inquieta l'attaccante. Che attraverso i giornali ha saputo di essere scivolato dalla testa della hit parade dei desideri milanisti al secondo posto, dietro Samuel Eto'o (ammissione di Galliani in Sardegna).
Di certo dietro i tentennamenti della dirigenza milanista si celano diversi fattori:
1) la richiesta esorbitante ma comprensibile di Roman Abramovich, disposto a privarsi del suo gioiello per una cifra non inferiore ai 30 milioni di euro;
2) le perplessità di diversi esponenti autorevoli dello spogliatoio milanista che non hanno digerito l'addio frettoloso del campione di Kiev nell'estate tribolata di Calciopoli;
3) la volontà di puntare su nomi nuovi. Star, magari più giovani (come il camerunese del Barça), che non abbiano problemi di relazioni complicate da riallacciare nell'ambiente. Campioni sui quali convergerebbe l'assenso di tutti i tifosi e non solo di una parte.
Sheva è pessimista ma non ha ancora spento il cellulare.
14 giugno, 2007
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1 commento:
Mia visione del mondo: tutto quello che leggiamo dalle fonti più o meno bulgare non è altro che una squallida messinscena ordita dall'antennista brianzolo per screditare il valore complessivo dell'operazione (leggasi, sputtanare il giocatore) con lo scopo di portare a casa il risultato al minor costo. Sono pressoché certo che se costasse una decina di milioni invece che il triplo, Shevchenko diventerebbe istantaneamente il crack della campagna acquista rossonera 2007-2008.
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