[SettimanaSportiva.it] Mai visto, negli ultimi anni, un Chelsea come quello di sabato, contro una buona squadra che peraltro nella circostanza ha mostrato una conoscenza dei fondamentali difensivi, come dire, non perfetta. Quello che ha colpito del Chelsea, e lo diciamo da ammiratori di José Mourinho - che a nostro parere è tra i pochi allenatori al mondo che possono far migliorare una squadra già di vertice - è la volontà con la quale dopo ogni rete segnata cercava di aumentare il punteggio a proprio favore, ed in più un elemento cruciale: alcuni giocatori, non solo Joe Cole che mai ha apprezzato Mourinho, paiono più rilassati nel cercare giocate difficili, colpi che hanno in canna ma che finora era probabilmente loro sconsigliato di utilizzare, perché sotto Mourinho non sprecare il possesso di palla, e restare sempre coperti, era meccanismo fondamentale del gioco. Ora da parte di Avram Grant c'è probabilmente un maggiore incoraggiamento ad osare, ben sapendo che un gol eventualmente - molto eventualmente - concesso su rovesciamento di fronte non sarebbe poi un dramma visto che la squadra ha il potenziale per farne altri.
Come noto ha segnato anche Andriy Shevchenko, entrato al 67° sul 4-0. A dire il vero, Shevchenko si era scaldato a lungo, poi era tornato a sedersi, e ne era seguito un curioso scambio, visibilissimo non solo dagli spettatori, che hanno i posti a sedere adiacenti al buco-panchina, ma anche alla tribuna stampa: è parso ad un certo punto - e ripetiamo: è parso, non è una certezza - che Sheva volesse restarsene lì, poi ad un certo punto Grant si è girato e lo ha indicato, e anche qui abbiamo avuto l'impressione - ripetiamo: impressione - che Shevchenko sbattesse il giaccone sulla sedia, dopo esserselo tolto, con una decisione che pareva stizza.
In campo Sheva, che da qualche tempo fa uso di un preparatore atletico personale, si è mosso benino, sistemandosi prima a sinistra del tridente d'attacco poi, quando Pizarro ha sostituito Drogba, al centro, non si sa se su esortazione della panchina o per decisione propria, visto che per caratteristiche fisiche avrebbe dovuto essere il peruviano a restare in mezzo. Il gol, bello, su passaggio tagliadifesa di Essien, e che certamente non sarebbe venuto se l'ucraino fosse rimasto a sinistra, è stato festeggiato con grande entusiasmo, compreso un abbraccio a Grant a fine partita e il regalo della maglia ad un tifoso che sventolava una bandiera ucraina. Che poi il gol di Sheva sia stato un evento salutato quasi con stupore, il che è un po' triste per un giocatore così, lo ha testimoniato sia il titolo di un quotidiano di ieri ("6-0... e persino Shevchenko segna per il Chelsea") sia, già sabato, un coro dei tifosi del Chelsea sul metrò che tornava verso il centro: sulle note di Go West, "Six-nil (cioé 6-0) and Sheva scored", ovvero sei a zero ed ha segnato Sheva.
Inserimento fulminante e rasoiata feroce, materiale d'altri tempi. Domando: anche uno Sheva a mezzo servizio come quello attuale, quanto farebbe comodo oggi al nostro Povero Diavolo?
29 ottobre, 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
SHEVCHENKO LOOKING TO REDISCOVER HIS PACE
29/10/2007 - Chelsea striker Andriy Shevchenko has been having specialist coaching from a top sprinter to help him recapture his pace.
Team GB sprinter Darren Campbell has confirmed that he has been working with Chelsea's Andriy Shevchenko this season to help the former AC Milan sharpen his speed.
And Campbell believes Shevchenko is now beginning to show the benefits.
The Great Britain athlete said: "The club asked if I would work with Andriy and I said it would be a pleasure. While [Jose] Mourinho was at Chelsea he was a bit funny about anybody from outside working with the players. So for the first sessions I had to do it on Andriy's tennis court. Now he's [Mourinho's] gone I can do it at the club. That's how serious he is about sharpening up."
With help from Campbell, Shevchenko is gradually showing new Chelsea manager Avram Grant that he still can still make an impact at Stamford Bridge. The Ukrainian came on as a substitute in Saturday's super-show against Manchester City and scored the sixth in the 6-0 demolition of Sven-Goran Eriksson's team.
da: www.goal.com
A scanso di equivoci, il gol di ieri non sposta di un millimetro i contorni del problema. Serve al più a rompere un digiuno che in Premier League durava da marzo: oggettivamente imbarazzante. La consueta carrellata della stampa inglese lascia ben pochi margini di recupero: la parola d'ordine sul gol di Sheva è infatti "even", nel senso che sabato ha segnato "persino" lui... Consueto gioco al massacro, dunque. Vero è che il Balon d'Or è stato inserito da Grant solo a partita abbondantemente chiusa e a Man City già bollito, ma è anche vero che su quel pallone in corridoio giocato da Essien (alla Rui Costa, direi) lui ci è andato come ai bei tempi per finalizzare con la griffe d'autore (pallone fra le gambe del portiere). La classe non è acqua e l'istinto realizzativo non si perde da un giorno con l'altro (leggasi in proposito alla voce Inzaghi Pippo, di anni 34). E allora fa specie che nel museo delle cere di Milanello sia venuta meno proprio la faccia più bella.
Posta un commento