06 marzo, 2008

PAROLA DI SILVIO (segue)

Berlusconi vuole Sheva: La soluzione migliore.

Presidente, sarà un boccone duro da mandar giù.
«Sono stato tutta la sera al telefono, ho dovuto consolare molte persone...».

Che cosa è mancato in particolare al Milan in questa sfida con l'Arsenal?
«Più di ogni altra cosa si è notata l'assenza di Ronaldo».

Non rischia di diventare un alibi?

«No, perché in avanti ci manca un pilastro. Avevamo progettato e impostato la squadra con una punta come Inzaghi o Pato assieme a un giocatore prestante come Ronaldo. E ora tutto questo non è possibile».

Non lo sarà ancora per un bel po'...
«Io sarò un romantico, ma credo ancora in un suo ritorno a pieno regime».

Adebayor...
«Sì, è davvero bravo, ma io quando penso a un attaccante ho sempre un'altra figura di riferimento».

È per caso Drogba? Pare sia il nome in cima alla vostra lista.

«Veramente intendevo Shevchenko. Ci penso continuamente, e lo sento con regolarità. Non credo che Abramovich abbia problemi a liberarlo. I tifosi capirebbero il suo ritorno. Per noi sarebbe la soluzione migliore».

La piazza però pare un po' scettica su un ritorno di Andriy.
I tifosi capirebbero che sarebbe la scelta più indicata. Lui è un giocatore prestante, per noi potrebbe rappresentare la soluzione migliore.

Davvero le considerazioni sull'attacco si esauriscono qui?
«No di certo. Bisogna tenere in considerazione Borriello, che adesso è il capocannoniere del campionato e tornerà alla base, e poi ci sarà anche Paloschi».

Situazione negli altri reparti?
«In difesa siamo messi abbastanza bene, mentre per il centrocampo credo molto in Gourcuff. A mio parere riuscirà a trovare un posto in mediana, e non dimentichiamo che ha un gran bel tiro».

Ora in Champions chi si tifa?
«Senz'altro Inter. Mia mamma è stata segretaria di Moratti e io sono amico di Massimo: gli auguro di vincere la coppa, così festeggeremo tutti insieme. Magari i tifosi del Milan non ne saranno molto contenti, ma io sono un tifoso anomalo...».


da La Gazzetta dello Sport di oggi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI: RIPRENDO SHEVA E TIFO PER L'INTER

06/03/08 - Non è ancora arrivato il momento di tirare le somme e pianificare. Silvio Berlusconi martedì notte ha preferito cenare da solo, senza Galliani, Ancelotti e i giocatori rossoneri. Ha fatto tutto per telefono, consolando amici e conoscenti che chiedevano notizie sulla clamorosa eliminazione in Champions League. Berlusconi ha rimandato di qualche settimana un probabile summit di mercato che servirà a definire la rosa della prossima stagione. L’allenatore no: Ancelotti resterà al suo posto, questa ad oggi è l’intenzione presidenziale.

D’altra parte, il toto-mercato pare stia mettendo a serio rischio la tranquillità di uno spogliatoio che ieri mattina è sembrato depresso e pure arrabbiato. I senatori del Milan, infatti, non accettano che si dica sia finito un ciclo e non vogliono essere etichettati come vecchi. Galliani è salito a Milanello proprio per questo: per ringraziarli uno a uno e invitarli a non mollare in questo delicato momento della stagione. La verità però è sotto gli occhi di tutti, anche di Berlusconi, che dopo aver assistito alla puntata di Porta a Porta dove era ospite Veltroni ha accettato di raccontare il perché della sconfitta contro l’Arsenal: «Più che in ogni altra occasione si è avvertita la mancanza di Ronaldo. Per non parlare di Seedorf e della sua capacità straordinaria di conservare il pallone. In avanti, invece, a parte i primi 20’, nessuno è stato in grado di conservarne uno». Berlusconi ha una convinzione: «Sarò romantico, ma credo ancora in un ritorno di Ronie alla piena efficienza fisica. E anche se ci vorrà un anno aspetteremo e ci penseremo». L’andamento della partita contro gli inglesi ha messo in evidenza varie lacune. Ma il presidente del Milan si sofferma soprattutto sul reparto avanzato: «Si è sentita l’assenza di un pilastro in attacco. Per quest’anno avevamo impostato la squadra con una punta veloce, come Pato o Pippo, assieme a un altro attaccante prestante fisicamente come Ronaldo».

Nessuno al momento è in grado di fare previsioni sul futuro del Fenomeno. Ecco perché il Milan è costretto a guardarsi intorno. Uno dei problemi è proprio questo. Berlusconi è convinto che l’uomo giusto per rafforzare la rosa sia Shevchenko. Ieri sera è stato piuttosto esplicito: «Drogba e Adebayor sono due grandi giocatori, ma io penso a Sheva. Continuiamo a sentirci regolarmente e lui ripete di voler tornare al Milan. Abramovich lo lascerà andare e non ci saranno ostacoli per il suo ritorno. E se i tifosi hanno delle perplessità, si ricrederanno e capiranno che si tratta della soluzione migliore per noi». Il déjà-vu da un punto di vista economico è un affare, Galliani tuttavia si rende conto che per ritornare competitivi sul mercato è necessario fare degli sforzi superiori. Ecco perché punta a prendere uno tra Drogba e Amauri, cercando di convincere Berlusconi ad affrontare investimenti anche onerosi, dato che dalle cessioni non sarà agevole racimolare liquidità sufficiente. In partenza c’è Dida, con il peso di un ingaggio decisamente oneroso, e poi Simic. Quanto a Gilardino, potrebbe rientrare in uno scambio con Frey.

Berlusconi ha in mente anche un altro cavallo di ritorno: «Il Milan ha bisogno di un attaccante prestante e per questa ragione rientrerà Borriello». Oltre a Zambrotta dovrà arrivare un difensore. E al di là di ruoli e pedine, Berlusconi insiste con la sua politica conservatrice: «Credo molto in Gourcuff, che a mio giudizio può trovare una sistemazione definitiva nella nostra mediana. È anche dotato di un gran tiro». Ancelotti, all’opposto, non ha fiducia nel francese, e chiederà che venga sistemato altrove.

Nonostante la Milano nerazzurra si sia divertita a riempire i siti web di sfottò per i rossoneri, Berlusconi continua a manifestare simpatia per i cugini: «Faccio il tifo per le squadre italiane e mi auguro che l’Inter vinca la Champions League. Così festeggeremo insieme». I tifosi del Milan non gradiranno. Berlusconi chiosa convinto: «Sì, lo so. Ma io sono un tifoso anomalo». Talmente anomalo da avere nel proprio staff una guardia del corpo che mercoledì notte esibiva fiera i suoi calzettoni dell’Inter.

da: www.lastampa.it

TheSteve ha detto...

MA FRANCO ORDINE NON CI STA...
Qua i casi sono due: o costui è un mitomane a mano libera che si ostina a consumare vendette personali, o peggio è il megafono dell'antennista pelato in delirio di onnipotenza. Come dire, l'artefatto che si ribella al suo artefice, scenario quanto meno inquietante. In qualsiasi caso, qua di seguito Franco Ordine detta una linea in aperta contrapposizione con quanto dichiarato più sopra dallo stesso presidente Berlusconi!

giovedì 06 marzo 2008 -
ECCO COME RINASCERA' IL MILAN.
Breve guida per orientarsi nel futuro prossimo del Milan. Bastano pochi punti cardinali e si rintraccia la strada maestra.
1. No alla rifondazione. È il caso di deludere subito chi pensa, o spera per tifo personale opposto, che l’eliminazione faccia rima con la rifondazione. È un luogo comune, un modo vecchio e inadeguato di rilanciare una squadra di calcio. Al Milan, per sua documentata fortuna, succede il contrario. E infatti i risultati del ventennio berlusconiano, scolpiti nella pietra, testimoniano la bontà della strategia. È vero, semmai, esattamente il contrario: ogni, generoso tentativo di rifondazione (estate del ’97, ritorno a Milanello di Capello, campagna acquisti gonfia di cognomi, cifre e aspettative) fu scandito da una profonda delusione.
2. Niente fine del ciclo. Con la doppia stilettata di Fabregas e Adebayor, non si esaurisce il ciclo del Milan. «Fino a quando c’è Silvio Berlusconi presidente, il futuro è garantito» una delle massime di Adriano Galliani, sempre valida per capire da dove si riparte. Il destino conosciuto dai campioni d’Europa è identico a quello vissuto da Porto, Barcellona e Liverpool nelle precedenti edizioni: segno che arrivare sul tetto d’Europa e intraprendere quel percorso virtuoso che passa attraverso Montecarlo e Giappone comporta onori in gran quantità ma anche oneri imprevisti, usure insopportabili. Il Milan ha pagato il conto ritrovandosi nello stesso periodo a dover recuperare tre partite di campionato e a fare i conti con una sequenza di infortuni complicati da recuperare (Seedorf, Kakà, Nesta, Jankulovski).
3. Nè rimorsi nè rimpianti. I limiti complessivi dell’ultimo Milan sono noti, da tempo, a tutti, oltre che ai critici e ai tifosi più avveduti. Perciò ne risultano consapevoli dirigenti e staff tecnico, oltre che Milanlab qui inteso come il trust dei preparatori. Di qui l’uscita dalla Champions martedì notte senza scene di malavita, con la curva che applaude commossa i suoi valorosi guerrieri, con Galliani che corre a Milanello dopo una notte insonne, per ringraziare tutti, «calciatori e tecnici, medici, preparatori e fisioterapisti», protagonisti di una «striscia lunga sei meravigliosi anni di successi unici e indimenticabili». Per strano che possa apparire, è più facile lavorare dopo una cocente delusione che al ritorno da Atene, tra coppe e voglia di stare ancora insieme agli eroi stanchi.
4. Perché Ancelotti resta. La conferma di Ancelotti, pronunciata in ore non sospette prima da Berlusconi e poi da Galliani, non è un capriccio e nemmeno una mossa elettorale, ma una consapevole scelta. La sintonia, tra staff tecnico e società, è totale. Carlo ha difeso alcune edizioni di calcio-mercato al ribasso senza mai lamentarsi in pubblico. Non solo, ma il suo rapporto con lo spogliatoio è molto vivo, neppure sfiorato dalle nuvole passeggere spiegate da decisioni inevitabili (via Dida, dentro Kalac, Simic tenuto lontano dal campo, idem per Gourcuff e Brocchi).
5. Obiettivo: dodici finali. «Adesso ci aspettano dodici partite da giocare alla morte, determinati come se fossero dodici finali per ritrovarsi la prossima stagione a giocare di notte con la solita musichetta» l’obiettivo fissato da Galliani nella visita a Milanello dinnanzi alla squadra schierata al gran completo. È cominciata così la caccia al 4° posto, lontano appena 4 punti, una bazzecola se si pensa al distacco lamentato alla sosta natalizia (11 punti dall’Udinese ma con tre partite in meno poi concluse con un totale misero di 4 punti).
6. Reazione da campioni e uomini veri. Per Silvio Berlusconi il dopo Arsenal è un continuo riconoscimento del valore degli inglesi. Nel cuore della notte, trasferitosi in un ristorante del centro, il suo commento al tavolo con Alfonso Signorini e Alba Parietti, è sempre lo stesso. «Hanno strameritato loro». Composta e dignitosissima la risposta dei campioni di Atene e Yokohama. «Questa squadra è da applausi» sostiene il capitano, Maldini. «Troverà la forza per reagire» la garanzia firmata da Kakà, doppiamente deluso per la prima eliminazione patita a San Siro e per la sua perfomance. Solo Gattuso, non proprio divertito da qualche sfottò roseo, se la cava con una telefonata al cronista interessato.

BRAIDA PESCA A LONDRA: DROGBA E FLAMINI.
«Da oggi e fino al 18 maggio è severamente proibito parlare di calcio-mercato». L’avviso pubblicato da Adriano Galliani sull’uscio di Milanello è un avviso ai naviganti e un monito per gli addetti ai lavori. Ma il piano è già bello e pronto, può essere solo in parte modificato. Di sicuro non subirà stravolgimenti. Due le priorità: un portiere e un centravanti. Per il portiere le ricerche sono le solite: si comincia con Frey, attualmente alla Fiorentina, e si finisce con il giovane francese Hugo Lloris, 21 anni, del Nizza. Dentro la rosa il successore di Dida, «tagliato» dal pronunciamento di Milan Lab relativo ai problemi alla schiena, identici a quelli patiti da Buffon. Secondo obiettivo: il centravanti. Inutile perdersi dietro il ritorno di Shevchenko, meglio invece puntare su Drogba il cui arrivo è legato a molti fattori instabili (gli umori di Abramovich, la richiesta economica, etc.).
Dalla parte del Milan c’è il parere positivo al trasferimento dell’ivoriano, già comunicato a Galliani e al suo emissario. Collegato a Drobga, il destino di Borriello, che può rientrare a Milanello a patto che non ci sia in arrivo un grande nome. Pato può colmare le altre lacune, specie il Pato del quale, secondo Ancelotti, i tifosi del Milan fin qui hanno potuto apprezzare appena «il 20% del potenziale». Da definire con La Porta, presidente del Barcellona, l’acquisto di Zambrotta: l’interessato è già d’accordo, il club azulgrana pure. Bisogna solo aspettare i tempi maturi per l’annuncio, dietro il quale ci sono le partenze di Cafu e Serginho e l’addio a Maldini, incertezza su Favalli.
«Oggi non si gioca più in 11 contro 11. Oggi si gioca in 25 contro 25»: la frase simbolo di Gattuso dimostra che anche dentro il gruppo storico del Milan c’è la consapevolezza di migliorare la cifra tecnica rossonera, delle 14 riserve più che degli 11 titolari. Eliminando dall’elenco gli insoddisfatti, quelli che giocano poco e si lamentano, come Simic o Gourcuff. Da segnalare l’intenzione di tornare a caccia dei «parametro zero» che diedero vita all’inizio del ciclo (Simic, Seedorf, Pirlo, etc.). Tra questi, il nome a sorpresa spuntato nelle ultime ore e segnalato a Braida è quello del francese Flamini, uno dei pilastri dell’attuale Arsenal e nei giorni scorsi accostato alla Juventus. Silvio Berlusconi, il presidente, interpellato nel cuore della notte dopo la cena in zona Cinque giornate, si conferma legato sentimentalmente al passato. Questione di cuore e anche di cifre da spendere. «Per Ronaldo siamo in lutto, a Sheva sono affezionato» ripete. Ma pensare di puntellare il Milan con quei due è impensabile.

da: www.ilgiornale.it

Anonimo ha detto...

Mah... le minestre riscaldate non sempre sono buone, anche sa a Milano dicono che il risotto alla milanese saltato in padella diventa più buono. Comunque Sheva non è un giocatore "pesante" alla Ronaldo (ma pesante in senso di chili???), e quindi, senza discutere le qualità del giocatore, non sarebbe la soluzione, se fosse quello il problema. Detto questo, se torna ed è integro, sarà solo un bene per tutto il calcio italiano.

Anonimo ha detto...

Capisco che la politica è puttana e servono anche i voti di "quelli là", ma io che non aspiro che al camposanto posso gridare Arsenal! e se italiana dev'essere, Roma! perché fa un calcio moderno e piacevole, con una rosa di diensioni umane.

Danielone