22 luglio, 2007

ASSALTO FINALE

Il Milan rilancia: pronto a prendere l’ucraino anche a titolo definitivo.

[CorriereDelloSport.it] Milan-Shevchenko: contatto. Dopo alcuni giorni di silenzio, il club rossonero è tornato a farsi sentire con l'at­taccante ucraino, che non aspettava al­tro per partire immediatamente all'assal­to di Roman Abramovich con il preciso obbiettivo di ottenere il via libera per l'immediato ritorno in Italia. Da Via Tu­rati, hanno fatto sapere a Sheva di essere disposti a riprenderlo an­che a titolo defi­nitivo e non più solo in prestito, come era stato prospettato in un primo momento al bomber che, infatti, aveva gradito po­co. La cifra per il suo riacquisto, però, non potrà discostarsi di molto da 20 mi­lioni di euro. Tuttavia, ottenere il via libera da Abramovich e, soprattutto, strap­pare un prezzo speciale resta compito di Shevchenko. E l'ucraino ha già comincia­to le grandi manovre con il magnate rus­so, che è finalmente arrivato nel ritiro ca­liforniano del Chelsea, giusto in tempo per assistere all'amichevole con i Los An­geles Galaxy disputatasi nella notte.

LE RAGIONI ROSSONERE - Sarebbe sba­gliato interpretare la mossa del Milan co­me un semplice ritorno di fiamma. Lo stesso Silvio Berlusconi, infatti, ha sem­pre indicato nel rientro alla base di Shev­chenko la prima opzione per il rafforza­mento dell'attacco. Poco meno di due mesi fa, inoltre, Adriano Galliani aveva annunciato che il posto da extracomuni­tario per questa stagione sarebbe rimasto bloccato per l'ucraino fino al 31 luglio (e a quella scadenza mancano ancora una decina di giorni). Peraltro - particolare che non guasta mai - l'affare avrebbe an­che una sua valenza eco­nomica, visto che, dopo aver ceduto Sheva per 46 milioni di euro dodici mesi fa, riacquistarlo ora per 20 milioni significhe­rebbe aver incassato so­stanzialmente ben 26 mi­lioni per un anno di pre­stito.

ABRAMOVICH - Come detto, adesso tutto è passato nelle mani dell'attaccante ucraino, che ha già cominciato il suo "la­voro ai fianchi" di Ambramovich. Finora il magnate russo era sempre stato scetti­co all'idea di lasciarlo partire, ma, da ciò che è trapelato, non avrebbe chiuso la porta a Sheva. Fra l'altro, stando a quel­lo che dicono in Spagna, anche Arjen Robben si sarebbe presentato di fronte al proprietario del Chelsea per chiedere di essere ceduto al Real. Comunque Shevchenko ha spiegato nel modo più chiaro possibile la sua situazione. I rap­porti con Mourinho, infatti, restano fred­di, con il tecnico che è sempre pronto a sottolineare l'importanza per la squadra di Drogba (immediatamente stoppato an­che quando ha parlato di possibile ad­dio), mentre non ha mai fatto altrettanto con Sheva (più volte criticato, invece, an­che in modo irriverente). Inoltre, l'acqui­sto di Malouda e il ritorno alla piena ef­ficienza di Joe Cole consentiranno a Mourinho di tornare all'amato 4-3-3, al cui centro dell'attacco c'è posto per il solo Drogba. E un altro anno da se­parato in casa, per di più da rin­calzo di lusso, l'ucraino non vuole proprio vi­verlo.

PATO - Nel caso in cui Abramo­vich dovesse cedere di fronte alle insi­stenze di Sheva, resta il dubbio su cosa ne sarà di Pato. Essendo extracomunita­ri, infatti, non potranno arrivare entram­bi nella stessa stagione. Il Milan, però, sembra aver già sistemato tutto con il ba­by-fenomeno e il suo entourage, tanto che, in Via Turati, c'è la convinzione di non rischiare inserimenti da parte dell­'Inter o di altre squadre anche nel caso in cui l'arrivo di Pato venisse rimandato al giugno 2008. Tanto più che il giovane brasiliano potrebbe comunque essere fatto arrivare in Italia a gennaio con la prospettiva di giocare per sei mesi in una squadra amica e poi trasferirsi in rossonero a fine stagione.

7 commenti:

TheSteve ha detto...

JOE COLE last night welcomed Chelsea's return to the tactics which won them two Premiership crowns after predicting the tightest title race in history.

Chelsea boss Jose Mourinho is determined to go back to the 4-3-2-1 system which won them back-to-back titles even though it puts a question mark over Andriy Shevchenko's future.

Mourinho used the formation to great effect in his first two seasons when Damien Duff and Arjen Robben played just behind lone striker Didier Drogba as Chelsea swept all before them.

da: www.mirror.co.uk

Anonimo ha detto...

Questi sono informati come Lippi.

TheSteve ha detto...

Non lo so. Un po' mi viene da pensare - come ho letto tempo fa su Indiscreto - che ora mai in Italia per leggere un articolo veritiero sulle squadre di Milano devi leggere giornali non milanesi, e analogamente giornali non romani sulle squadre di Roma o giornali non torinesi sulle squadre di Torino. Nel qual caso, potrebbe trattarsi di una verità troppo scomoda da raccontare a Milano dove, tolte un paio di sponde amiche che ancora reggono il moccolo a Sheva, per il resto è un tiro al bersaglio su tutta la linea. La sostanza del discorso comunque non cambia: come ho scritto in tempi non sospetti, il brianzolo ha giocato sul prezzo (per una serie di motivi, che spaziano dal bilancio ai rancori del Senato rossonero) con lo scopo di realizzare una plusvalenza ragguardevole. Ma come si poteva supporre, anche il russo sa fare di conto...

Anonimo ha detto...

CHELSEA, MOURINHO ORA DIVENTA BUONO

Milano, 24 luglio - Il manager del Chelsea Jose` Mourinho annuncia una svolta: da ora in avanti sara` `buono`. Un uomo, una provocazione. Sino a ieri. Da oggi, invece, tutto cambiera`. Lo assicura il diretto interessato, il tecnico portoghese del Chelsea. Jose` Mourinho, l`uomo che fu arrestato per impedire che vaccinassero il proprio cane, ha annunciato la svolta nel corso di un`intervista riportata dai maggiori quotidiani britannici. `Saro` un po` piu` gradevole quest`anno. Io sono quello che sono, ma la gente usa la mia personalita` per creare un`immagine che non risponde al vero. E io ora voglio essere differente`.

Un cambiamento radicale che si dovrebbe vedere anche nel calcio espresso dal suo Chelsea: `Voglio ottenere migliori risultati ed essere piu` divertente in questa stagione. Giocheremo spesso con un 4-3-3. Negli ultimi tre anni abbiamo avuto la squadra migliore della Premier League, ma io voglio di piu`. E per il bene del club giocheremo diversamente. Certo, il 4-3-3 lascia sempre Shevchenko e Drogba a lottare con Pizarro per un posto in squadra`. Mourinho e` astuto. E lo si vede anche da queste dichiarazioni. Calcolando che gli unici tre attaccanti dovranno giocarsi una maglia da titolare e non giocheranno insieme, e` presumibile infatti che il cambio tattico sia solo una mossa di facciata e non voglia dire altro che il mantenimento del 4-3-2-1 degli anni passati. Anzi, rispetto alla passata stagione, in cui il Chelsea utilizzava un 4-3-1-2 con Ballack dietro a Shevchenko e Drogba sara` meno offensivo.

Il cambiamento annunciato sara` soprattutto a livello dialettico: `Non abbraccero` Arsene Wenger perche` non e` un mio stretto amico. Lui pero` puo` dire quello che vuole su di noi, puo` lamentarsi di molte cose come ha gia` fatto nel passato. Ma io non rispondero`. Voglio solo fare il mio lavoro e concentrarmi su questo`. Niente piu` polemiche a distanza con il manager dell`Arsenal e stessi rapporti di prima con quello del Manchester United: `Offriro` sempre a Ferguson una bottiglia di vino quando lo incontrero``. Staremo a vedere se l`apparenza rispondera` al vero. Al momento l`impressione e` soprattutto quella che Mourinho abbia cambiato tutto per non cambiare proprio nulla.

da: www.datasport.it

TheSteve ha detto...

MOURINHO HAS TO WIN A BIG ONE...OR ELSE

Thursday August 2, 2007 - JOSE MOURINHO was last night warned that he has to win the Champions League or reclaim the title if he is to keep his job as Chelsea manager.

Mourinho has patched up his uneasy relationship with Blues owner Roman Abramovich this summer after a spell last season when it looked like the frost between the pair would lead to him leaving the club after three trophy-filled years.

But the only cup Mourinho has not won in that time is the one that Abramovich wants most – the Champions League.
Sources close to the club had intimated that if the fiery Portuguese did not crack the European Holy Grail this year he would be off next summer.

But last night Chelsea chief executive Peter Kenyon said that while a club can be declared great only if they take the Champions League, Mourinho is under no extra pressure to win it this season. He can save his skin by winning the Premier League.

Kenyon said: “To fulfil our ambitions as a world club, you have to win the Champions League. It is one of the hardest
trophies to pick up. It doesn’t all rest on that this season, that’s not what it’s about. But two things that we’ve said is you have to win trophies on a regular basis. You have to win Premier League and Champions League more than once to reach those heights of being truly recognised as a world club. We are well equipped and, as always, we’re confident going into all these campaigns because we’ve got a great squad and a great manager who knows what needs to be done.”

Kenyon, talking to Chelsea tv, added: “We got to a stage wherenobody thought that Jose would be here apart from the people inside the club, so stability is important from that point of view. What he has been doing over the past three full years, building a foundation to take the club onward and upwards, that was the job on day one and it has continued. This season is the combination of not just this close season but what’s been put in place over the last three years. Our job is to make sure there is a core part of Chelsea that, irrespective of the manager, remains and that’s that constant piece, because when I first sat down with Jose we talked about a long-term plan for Chelsea and where we wanted to be.”

As for new players, Kenyon said: “When you’re at the top you’ll always see the team being refreshed so that’s natural, people coming to the end of their career, the end of their ability to play at that level or contract issues so there’s always that new infusion. What’s critically important is to keep a base.”

Kenyon defended both Andriy Shevchenko and Michael Ballack, expensive buys last summer who flopped, saying: “We signed them for four years, it was everyone else who wanted instant success. We know enough about football to know it needs time to settle in. We’ve definitely got the best to come from those two players.”

Anonimo ha detto...

MOURINHO STRUGGLING AGAIN TO STOP UNITED, 06/08/2007

It is a question that has quite possibly dominated the thoughts of Jose Mourinho since the day Manchester United relieved Chelsea of the Premiership title. Where can we improve to close the gap this time? What needs to be done to avoid a repeat?

A large part of the conundrum would undoubtedly have centred on his chosen formation. After all, last season's 4-4-2 looked a lame duck. The arrival of Andrei Shevchenko and Michael Ballack - leaving aside the question of who was actually responsible for their signings - forced Mourinho to play a system you just knew he endured through gritted teeth.

Why? Because finding a place for these superstars meant the side ended up with no width in midfield. Frank Lampard, Michael Essien, Claude Makelele, John Obi Mikel and Ballack - none of whom could remotely be described as wide men - jostled for position in sharing the duties, so putting extra emphasis on the full-backs to provide some much-needed width. When that didn't happen (and Ashley Cole, for one, was struggling for fitness at left back), the Chelsea players simply dug in to try to make the best of a bad lot.

The result was a unit that got by on sheer determination, hanging on to United's coat-tails into mid-spring before Sir Alex Ferguson's side smoothly accelerated over the finishing line.

What's more, but for Didier Drogba, who carried Chelsea's attack single-handedly at times, United would have been cruising by the turn of the year. In a sense, they are cruising again now. Not because they beat their old foes on penalties yesterday to lift the Community Shield. In reality, there wasn't too much between these heavyweights on a stiflingly hot afternoon at a glistening Wembley.

No, the main difference is that Ferguson is fortunate to be spoilt for choice as he contemplates his personnel for next weekend's big kick-off. Nearly everyone is fit and hungry for a role, the big-money signings of Nani, Anderson and Owen Hargreaves cranking up the competition to almost unprecedented levels.

In direct contrast, Mourinho is struggling under the weight of injuries. Drogba, Shevchenko, Makelele, Wayne Bridge, Salomon Kalou and now John Terry - none was available for this showpiece occasion. So witness Mourinho's line-up at the start of this match. Joe Cole at centre-forward? No wonder United looked comfortable for a good 45 minutes; that is until Florent Malouda brushed off Rio Ferdinand's challenge to expertly equalise.

Henry Winter: John Terry injury hampers England - Here, at least, lies some good news for Chelsea. Bought at considerable cost from Lyon, Malouda looks like the kind of player who will fit in very nicely with Mourinho's team ethos. Fit, strong, athletic and disciplined, he enjoyed a decent afternoon up the left side, showing pace and determination in shrugging off Ferdinand and curling a skilful effort past a lunging Edwin van der Sar.

With Arjen Robben moving, it seems, to Real Madrid, Malouda has obviously been bought to fill the gap. He will do it as well but, crucially perhaps, not in the same style as the Dutchman. While some might say that's a plus given Robben's dubious commitment at times last season, there is no doubt that, on his day, he could be unstoppable.

Malouda, on the other hand, isn't the type to slip past opponents with silky dribbling skills. He will rely more on teamwork, on building up a relationship with Joe Cole just behind in order to threaten backtracking defenders. While it should certainly prove effective, the side subsequently loses an element of innovation and unpredictability on the front foot. As a result, it does make you wonder if Chelsea are actually any better off going into the new campaign than they were this time last year. Are they in a stronger position to compete with United, who have invested so heavily? The answer would appear to be not, though appearances, as we know, can be terribly deceptive in early August.

As for the formation, I suspect the 4-3-3 used yesterday will be seen a lot more regularly this time around to leave Shevchenko and Ballack often redundant. Seeing how Mourinho handles the fall-out from that should, to say the least, prove fairly interesting. After the manager's summer of hard thinking, the fun and games await in SW6.

da: www.telegraph.co.uk

Anonimo ha detto...

STRIKING THE PERFECT BALANCE, Monday August 6, 2007

Mourinho’s determination to line up with out-and-out wingers in either a 4-4-2 or 4-3-3 formation is a clear signal of the Special One’s intent to unleash his players from the shackles that so often restricted their movement last year.

Chelsea have become almost robotic in their approach, an ability to grind out results leaving them a poor second when compared with the pomp and panache which allowed United to trample opponents.

If Mourinho’s men lacked balance at times last term then, without the imperious Didier Drogba, they would also have suffered from a shortage of goals. Just how they will cope with their talisman’s enforced absence during the African Nations Cup in the new year will go a long way to determining their campaign.

Michael Essien may also be at that tournament, as will Mikel John Obi, should he resolve his fragile relationship with Nigeria, and another striker in Salomon Kalou. Yet, it is the prospect of Drogba, who managed a goal every 147 minutes last term, disappearing from view that will most trouble Mourinho.

There is an argument that Chelsea, in fact, lack firepower with Andriy Shevchenko desperately needing to re-establish his credentials after a barren first season in England. Ordinarily, the Ukrainian would be viewed as a
perfect striker to shoulder more of the burden and prove he merely endured teething troubles when asked to switch from Serie A to the hustle and bustle of England.

But the summer chit-chat over a move back to AC Milan showed doubts over Shevchenko’s mindset and, with Claudio Pizarro, a free summer arrival from Bayern Munich, completing the quartet, Mourinho’s strength in depth faces the sternest possible examination.

da: www.express.co.uk