Diritti tv, in palio mille milioni... Galliani e Cobolli "tifano" Melandri.
[Repubblica.it] «Un danno enorme per noi». Questa fu la prima reazione di Adriano Galliani alla nuova legge delega del governo sui diritti tv. In base ai calcoli degli esperti del Milan, da Cantamessa a Gandini, infatti il club campione d'Europa in futuro ci avrebbe rimesso dai 20 ai 30 milioni all'anno. A vantaggio delle società medio-piccole. Dal ministero dello sport, gli esperti della Melandri replicavano che la cifra era più bassa. Ma non è questo il punto: adesso in Lega Calcio c'è stata una fortissima spaccatura. Milan, Inter, Juventus, Napoli e Roma se ne sono andare sbattendo la porta. Ora comandano Cellino & c. Se si andasse a votare oggi, avrebbero la maggioranza. Ecco perché adesso i "falchi" Galliani, Cobolli Gigli e gli altri dei grossi club guardano con maggiore attenzione al ministero dello sport e si augurano forse che un accordo in Lega non si trovi mai, perché in quel caso loro sarebbero messi in minoranza e rischierebbero davvero di dover pagare un sacco di soldi ai "Masaniello" alla Cellino. Meglio quindi che a decidere sia la Melandri. Curioso, no? Il ministro, da parte sua, ha già pronti i decreti delegati. Galliani si fida ed ha un rapporto franco col sottosegretario Lolli. Perché il futuro del calcio passa davvero da un riassetto dei diritti tv. Lì è la vera battaglia. Solo che adesso c'è questa spaccatura senza precedenti. In ballo ci sono, dal 2010, circa 1000 milioni di euro all'anno. Ma non sarà facile trovare una soluzione: perché bisognerà anche trovare un sistema per obbligare i club medio-piccoli (Livorno, Cagliari, Empoli, ecc.) a reinvestire nel calcio, magari nel settore giovanile, i soldi in più che prenderanno. Qualche presidente potrebbe pensare di metterseli in tasca, o sistemare la sua azienda privata. No, quelli sono soldi del calcio. Attenzione, quindi. Di furbi e furbetti in giro ce n'è sin troppi.
Senza Moggi che ti cambia il pannolone... di Franco Rossi
Inter, Milan e Juventus sono state clamorosamente battute nell'elezione del consigliere di Lega: il loro candidato, Cobolli Gigli (appoggiato anche dalle altre grandi) è risultato sconfitto. Reazioni al limite dell'isteria da parte di Galliani che ha minacciato improbabili azioni legali e ha ricordato che in Lega, con l'elezione di Ghirardi, non saranno rappresentati l'84 per cento dei tifosi italiani, dimenticandosi che in ogni consesso democratico (all'Onu il voto del Portogallo vale quello dell'India, quaranta volte più popolosa, e nella Fifa il Galles ha lo stesso peso del Brasile o dell'Italia) accadono queste cose, visto che il regolamento lo permette. Come dire: le elezioni sono buone se le vinco io, altrimenti non valgono. Ernesto Paolillo, direttore generale dell'Inter è stato ancora più duro affermando che a mandare avanti il calcio sono le società come la sua (Inter, per quelli che non lo sanno) che investono soldi, dimenticandosi di dire che proprio l'Inter (oltre al Milan) da questo punto di vista è lo scandalo degli scandali visto che ha un presidente che annualmente ripiana mediamente cinquanta milioni di euro. Cobolli Gigli ha detto che non entrerà più in Lega. Ma la domanda da fare è la seguente: chi ha votato contro il candidato della cosidette Grandi? Sono state le piccole società, ovviamente, quelle piccole società che, convinte da Moggi prima appoggiavano Galliani, cioè il candidato del Potere. La serie B vuole fermarsi perchè nessuna tivù offre soldi e così via: il tutto per un'immagine del calcio italiano che più cialtronesca non si può. L'effetto Moggi è stato devastante. Senza di lui Inter, Juve e Milan sono andate allo sbando, incapaci di far eleggere il presidente della stessa Juventus, cioè della società che sino a poco tempo fa era la più potente d'Italia. Era Luciano Moggi che aveva il Potere per far eleggere chiunque: basti ricordare Carraro che alla prima votazione prese 4 voti e dopo due giorni, con l'intervento di Moggi fu eletto con oltre trenta. Moggi era il Potere del calcio, adesso senza di lui non esiste Potere. Ma Inter, Milan e Juve stiano tranquille: tra pochi mesi tornerà perché saranno proprio loro a volerlo.
Ciò detto per non dimenticare... che c'era una volta un Presidente di Lega dal cranio lucente. E c'era un patto d'acciaio fra Mediaset S.p.A. e Giovanni Agnelli & C. S.a.p.a. che consentiva alla Juventus FC di incassare diritti televisivi satellitari criptati in anticipo di due anni, fatturandone i proventi per chiudere i bilanci in attivo. C'erano poi i compagni di merenda, Antonio e Luciano. E davanti ai soprusi perpetrati ogni domenica sul campo dalla loro combriccola romana, c'erano i "sofferti silenzi" dell'amministratore delegato del Milan AC, in aperto conflitto d'interessi con la sua carica di Presidente di Lega. Tutto questo c'era una volta, e oggi non c'è più.
09 settembre, 2007
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3 commenti:
Quelle erano le regole del calcio miliardario. Ora va di moda il calcio povero alla Donadoni e con Moratti imperatore regnante.L'unico che non smette di fare danni al Milan è il cranio lucente che qualche fattucchiera deve avere convinto di essere una divinità. Ce lo vediamo tre volte al giorno in tv raccontare banalità furbesche, fa gli acquisti più demenziali della storia rossonera degli ultimi trentanni, è leader al boxoffice degli ingaggi, confonde il peso di una supercoppa organizzata dal principe Ranieri a fini turistici con la vittoria in campionato, compra cisti alla Ronaldo ed aspira ad aggiungervi sciampagnone Adriano, ha perso ventimila abbonati in un decennio(una intera generazione che non tornerà più allo stadio)ma è considerato innamovibile anche dal datore di milioni di Arcore. Vogliamo aprire un forum per cercare di capire questo mistero gaudioso prima di passare alla maggioranza silenziosa dei tifosi da salotto tv?
danielone
Il mistero lo serba segretameente il Berluska, noi tutt'al più lo possiamo intuire...
DIRITTI TV, ALLA JUVENTUS 15 MILIONIIN MENO
Per Fiorentina e Palermo non cambia nulla.
21 settembre 2007 - Diritti tv, la nuova occasione per litigare: mai si era vista una spaccatura simile in Lega Calcio, i grandi contro i medio-piccoli (per non parlare della B). Si parla di scissione, ma non si arriverà a tanto. Sì, ci saranno due Leghe, una per la A e una per la B, ma Juve, Milan e c. non si faranno certo un campionato per conto loro. Antonio Matarrese sta cercando disperatamente di trovare un accordo sulla ripartizione dei diritti tv, "ci penso io", ma la nuova legge delega del governo ha spaccato il fronte, il tempo passa e alla fine, vedrete, toccherà proprio al governo fissare le quote. Il 50 per cento potrebbe essere diviso in parti uguali, il 30% in base ai risultati sportivi degli ultimi 5 anni (che fare con la Juve finita in B?) e il 20% in base al bacino d'utenza (audience tv e tifoseria).
Vediamo nel dettaglio: la Juventus andrebbe a perdere almeno 12-15 milioni di euro a stagione, il Milan e l'Inter 10 a testa, Roma e Napoli circa 6-8. Club intermedi come Fiorentina (ha svenduto la Coppa Uefa per 100.000 euro a una porno tv...), Palermo e Lazio prenderebbero più a meno quello che prendono adesso: una brutta notizia per Della Valle e c. che forse speravano di vincere lo scudetto con i soldi di Berlusconi e Moratti. E i club piccoli? Loro sono quelli che guadagneranno, in proporzione, di più. La quota complessiva, su 850 milioni di diritti tv, potrebbe essere sui 50 milioni. E 5-6 milioni in più a stagione per un Empoli, un Livorno o un Cagliari non sono certo pochi.
Ma attenzione, come da noi spiegato (vedi Spy Calcio del 17 settembre), quei soldi in più i vari presidenti non se li potranno di sicuro mettere in tasca ma dovranno reinvestirli nella valorizzazione dello stadio (soprattutto per renderlo il più possibile televisivo) e nel settore giovanile. Questa la riforma che scontenterà tutti. La Juve non ci sta a rimetterci un centesimo, figuriamoci 15 milioni di euro ogni stagione. Ma così sarà. Giovanna Melandri indietro non torna di sicuro. Forse qualcuno si era illuso di diventare ricco...
da: Spycalcio
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