02 ottobre, 2005

MILAN 2 - REGGINA 1

(5 PT) Maldini, (20 PT) Maldini, (47 ST) Cavalli.

Abbiamo giocato con Dida, Stam, Nesta, Maldini, Serginho, Gattuso, Vogel, Seedorf, RuiCosta, Shevchenko (Kakà dal 29 ST), Vieri.

Il tema tattico: silenzio, parla il capitano. Varrebbe la pena chiudere qui il diario della giornata, perché tanto era giusto dire. Ma aggiungo, per la cronaca: vittoria facile, quanto può essere una sgambatura d'allenamento. Difronte alla Reggina più modesta delle ultime edizioni, Carlone azzarda infine un paio di varianti sul menù. Il mistero Vogel è svelato e Pirlo ha tregua, prima della chiamata alle armi lippiane: diligente e geometrico, copre con rigore (beh, svizzero!) le zolle critiche fra le due linee e con buona lucidità distribuisce palloni a corto raggio. Diranno che è un ragioniere del centrocampo, ma di Albertini avrebbero detto che era un metronomo. Onestamente, non apprezzo la differenza. Bene dunque tutto il reparto nevralgico, con lo Zionero d'Olanda ancora ispirato dalla notte tedesca e Rino sempre più Sindaco old style: segnali confortanti. Dietro, si conferma l'ottimo momento di Stam: come contro il Siena, punta il suo oppositore di fascia e un paio di volte lo beffa al galoppo; i colpi di testa sono tutti suoi. Nel contesto carico di magia del pomeriggio, rientra anche la miglior prestazione carioca di sempre sull'altra corsia: puntiglioso nei recuperi, a memoria ricordo almeno tre tackle di Sergio da terzino vero; non conoscessimo le sue lune, ci sarebbe da sperare che abbiamo guadagnato un laterale per la difesa (non guasterebbe). Davanti, altra musica: presto detto del solito portoghese indisponente (e tuttavia, dalla bandierina una palla col contagiri per il cabezazo del capitano), Sheva davvero non ne ha più (LUI, però, non riposa... crollasse il mondo?) e Vieri le prova da ogni angolo del campo, ma sempre invano: "Fantozzi contro tutti", dirà la Voce calabrese della nostra coscienza. In Rino veritas.

Gli episodi chiave: quindici minuti da cuore di drago. Un quarto d'ora per cancellare un'estate intera di sospetti, malignità e allusioni. Maldini vuole smettere, Maldini ha le ginocchia malate, Maldini non giocherà mai più due gare di seguito. Le sibille cumane avevano pronunciato l'oracolo: un tam-tam mediatico che dal foglio rosa a doppio velo era diventato prima opinione pubblica e poi sentenza, secondo il più becero costume italiota. Ma il capitano prende le misure e risponde sul campo. E' il suo costume, lo è sempre stato. In quindici minuti riscrive la sua storia: straordinaria l'azione personale del primo gol, con tunnel al difensore ed esterno destro piazzato sul secondo palo; imperioso lo stacco a centro area per il raddoppio. Il record di presenze in Serie A (752) è bagnato con la prima doppia marcatura in carriera. Il tutto, quattro giorni dopo la battaglia di Gelsenkirchen, con assist al bacio per il Balon d'Or. Totale: otto turni fra Coppa e campionato e sei presenze (a parte il nubifragio di Ascoli, ha saltato solo la Lazio). Classe 1968, classe di campioni... e di Shevalover :-)

La tribuna di Steve: ma quanto è bello essere Rossoneri? L'atmosfera surreale di San Siro sotto il primo diluvio autunnale è una cornice semplicemente magica: la curva per una volta vuota e muta di cori e invettive ultras, amplifica le voci del campo, i tonfi sordi del cuoio sull'erba e l'acqua che frusta i pannelli di policarbonato traslucido, su al terzo anello... Fosse sempre questa la domenica allo stadio! Gonfiamo il petto, perché sotto continua a battere il nostro Vecchio Cuore Rossonero. Il calo di tensione a tempo scaduto (fine dell'imbattibilità per Nelson) serve solo a tenere accesa la spia delle perplessità. Ora verranno le Nazionali: sia chiaro per tutti che, dalla ripresa del torneo alla sosta successiva, ogni errore costerà più caro.

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