31 luglio, 2007

LUGLIO 2007: Never ending story...

London, United Kingdom: Chelsea's Ukrainian striker Andriy Shevchenko takes part in a training session at Stamford Bridge in London.

24 luglio, 2007

PAROLA DI SILVIO (segue)

Berlusconi: Per Sheva aspettiamo un segnale.

[SkyLife.it] Le cifre le ha ricordate l'ad del club, Adriano Galliani, sottolineando che quella che comincia oggi è la 22esima stagione della presidenza di Silvio Berlusconi al Milan, periodo durante il quale i rossoneri hanno conquistato 24 trofei, 13 in Italia e 11 in internazionali. «Sono il presidente che ha vinto di più nella storia del calcio mondiale», ha sottolineato Berlusconi. «Abbiamo già una grande rosa - ha detto - e in più avremo un nuovo grande acquisto. Col benestare del tecnico Carlo Ancelotti, anche se non è lui - ha scherzato - che caccia il grano».

QUARTETTO D'ATTACCO - Berlusconi ha poi ricordato di essere «lusingato e onorato di essere il presidente che ha vinto di più nella storia del calcio mondiale e vi garantisco che abbiamo intenzione di continuare. Nella prossima stagione il Milan sarà quello che ha già vinto la Champions League con in più Ronaldo, che ha trent'anni e tanta voglia di dimostrare di sapere vincere. A questo si aggiungerà almeno un campione che io e Ancelotti siamo sicuri di riuscire ad avere per poter rafforzare il nostro quartetto di attacco».

ABITUDINE A VINCERE - Prima della conferenza stampa, il patron ha scattato le foto di rito con i campioni rossoneri poi si è concesso a un bagno di folla con i tifosi assiepati lungo le cancellate di ingresso al centro sportivo di Milanello. Infine, ha ricordato che il Milan «è il campione d'Europa più forte di ogni altro, fatto da campioni che hanno contribuito a questa grande affermazione alla quale peraltro la nostra squadra ha ormai fatto l'abitudine».

RONALDINHO, O L'ESPATRIO - Quanto alla campagna acquisti, Berlusconi ha spiegato che la squadra è sul mercato ma «non ha però portato a conclusione i suoi obiettivi arrivando all'immissione di un nuovo campione al suo interno perché i giocatori possibili non avrebbero fatto la differenza e tutti quelli che avremmo voluto sono stati dichiarati incedibili». In particolare, non è andata a buon fine la trattativa con il Barcellona per Ronaldinho perché «il presidente [Joan Laporta, ndr] - ha raccontato Berlusconi - mi ha spiegato che se l'avesse ceduto avrebbe dovuto rinunciare al proprio ruolo e sarebbe stato costretto ad espatriare». Il Milan ha dunque proceduto a un restringimento della rosa, come chiesto dall'allenatore, e dato in prestito due attaccanti, Borriello [al Genoa] e Oliveira [al Real Saragozza], che «da noi non hanno potuto esprimere tutte le proprie capacità perché con la nostra rosa sono stati troppo poco in campo».

UN SEGNALE - Il Chelsea non intende cedere Andriy Shevchenko quindi l'attaccante non tornerà al Milan a meno che non dia egli stesso qualche segnale chiaro alla sua attuale squadra. Lo ha detto il presidente del Milan, Silvio Berlusconi, sottolineando: «A Sheva sono molto legato, ma ci sono ostacoli insuperabili. Oggi non penso che il Chelsea possa accettare quell'offerta che noi e il mondo calcistico riteniamo congrua per un giocatore dell'età di Shevchenko. Aspettiamo dunque che qualcosa si muova da parte di Sheva. Noi abbiamo sempre espresso a Sheva il nostro gradimento per il suo eventuale ritorno, ma comprendiamo la situazione del Chelsea e non siamo riusciti a renderla favorevole a noi e a questo ritorno».

22 luglio, 2007

ASSALTO FINALE

Il Milan rilancia: pronto a prendere l’ucraino anche a titolo definitivo.

[CorriereDelloSport.it] Milan-Shevchenko: contatto. Dopo alcuni giorni di silenzio, il club rossonero è tornato a farsi sentire con l'at­taccante ucraino, che non aspettava al­tro per partire immediatamente all'assal­to di Roman Abramovich con il preciso obbiettivo di ottenere il via libera per l'immediato ritorno in Italia. Da Via Tu­rati, hanno fatto sapere a Sheva di essere disposti a riprenderlo an­che a titolo defi­nitivo e non più solo in prestito, come era stato prospettato in un primo momento al bomber che, infatti, aveva gradito po­co. La cifra per il suo riacquisto, però, non potrà discostarsi di molto da 20 mi­lioni di euro. Tuttavia, ottenere il via libera da Abramovich e, soprattutto, strap­pare un prezzo speciale resta compito di Shevchenko. E l'ucraino ha già comincia­to le grandi manovre con il magnate rus­so, che è finalmente arrivato nel ritiro ca­liforniano del Chelsea, giusto in tempo per assistere all'amichevole con i Los An­geles Galaxy disputatasi nella notte.

LE RAGIONI ROSSONERE - Sarebbe sba­gliato interpretare la mossa del Milan co­me un semplice ritorno di fiamma. Lo stesso Silvio Berlusconi, infatti, ha sem­pre indicato nel rientro alla base di Shev­chenko la prima opzione per il rafforza­mento dell'attacco. Poco meno di due mesi fa, inoltre, Adriano Galliani aveva annunciato che il posto da extracomuni­tario per questa stagione sarebbe rimasto bloccato per l'ucraino fino al 31 luglio (e a quella scadenza mancano ancora una decina di giorni). Peraltro - particolare che non guasta mai - l'affare avrebbe an­che una sua valenza eco­nomica, visto che, dopo aver ceduto Sheva per 46 milioni di euro dodici mesi fa, riacquistarlo ora per 20 milioni significhe­rebbe aver incassato so­stanzialmente ben 26 mi­lioni per un anno di pre­stito.

ABRAMOVICH - Come detto, adesso tutto è passato nelle mani dell'attaccante ucraino, che ha già cominciato il suo "la­voro ai fianchi" di Ambramovich. Finora il magnate russo era sempre stato scetti­co all'idea di lasciarlo partire, ma, da ciò che è trapelato, non avrebbe chiuso la porta a Sheva. Fra l'altro, stando a quel­lo che dicono in Spagna, anche Arjen Robben si sarebbe presentato di fronte al proprietario del Chelsea per chiedere di essere ceduto al Real. Comunque Shevchenko ha spiegato nel modo più chiaro possibile la sua situazione. I rap­porti con Mourinho, infatti, restano fred­di, con il tecnico che è sempre pronto a sottolineare l'importanza per la squadra di Drogba (immediatamente stoppato an­che quando ha parlato di possibile ad­dio), mentre non ha mai fatto altrettanto con Sheva (più volte criticato, invece, an­che in modo irriverente). Inoltre, l'acqui­sto di Malouda e il ritorno alla piena ef­ficienza di Joe Cole consentiranno a Mourinho di tornare all'amato 4-3-3, al cui centro dell'attacco c'è posto per il solo Drogba. E un altro anno da se­parato in casa, per di più da rin­calzo di lusso, l'ucraino non vuole proprio vi­verlo.

PATO - Nel caso in cui Abramo­vich dovesse cedere di fronte alle insi­stenze di Sheva, resta il dubbio su cosa ne sarà di Pato. Essendo extracomunita­ri, infatti, non potranno arrivare entram­bi nella stessa stagione. Il Milan, però, sembra aver già sistemato tutto con il ba­by-fenomeno e il suo entourage, tanto che, in Via Turati, c'è la convinzione di non rischiare inserimenti da parte dell­'Inter o di altre squadre anche nel caso in cui l'arrivo di Pato venisse rimandato al giugno 2008. Tanto più che il giovane brasiliano potrebbe comunque essere fatto arrivare in Italia a gennaio con la prospettiva di giocare per sei mesi in una squadra amica e poi trasferirsi in rossonero a fine stagione.

16 luglio, 2007

SOTTO TORTURA

Galliani: Nostro uno fra Eto'o, Pato, Drogba, Dinho e Sheva.

[Gazzetta.it] Il pallone sbuca all’improvviso tra le cabine e finisce in spiaggia. Adriano Galliani, camicia e bermuda rigorosamente bianchi (se lo sapessero a Madrid...), non resiste alla tentazione del palleggio: tocco di destro, tocco di sinistro e poi la palla vola via. L’amministratore delegato rossonero è di ottimo umore, non lo infastidisce nemmeno l’impazienza generale per il primo acquisto del Milan. Che ancora non arriva e chissà quando arriverà: «Non è immobilismo, si tratta di scelte: il tempo dirà se sono giuste o sbagliate».

SOLO ACQUA - Nessuna vacanza esotica, solo qualche giorno a Forte dei Marmi: sul relax di Galliani sorveglia con dedizione l’equipe del Bagno Roma di Levante, oasi di tranquillità anche in un’affollata domenica di luglio. È quasi ora di pranzo, ma Galliani dribbla l’aperitivo alcolico. Solo un bicchiere d’acqua naturale prima di tuffarsi sul Milan. Galliani, quanto dovremo aspettare ancora il primo acquisto? «Non è neanche detto che si faccia... L’ottima campagna abbonamenti dimostra la fiducia dei tifosi. Noi vogliamo vincere in primavera, non in estate. E la squadra è già molto forte: siamo al completo in tutti i reparti».

ATTACCO - Anche in attacco? Sono in tre. «In realtà quattro: in ordine alfabetico Gilardino, Inzaghi, Kakà e Ronaldo. Su Pippo voglio aggiungere una cosa: sono felice per lui perché vive per il calcio. Non esce la sera dopo un certo giorno, cura l’alimentazione. E’ un bebè, altro che 33 anni: giocherà ancora a lungo. Quindi il nostro attacco è a posto. È vero, però, che cercheremo di prendere un altro grandissimo campione. Non posso fare i nomi dei candidati per rispetto dei loro club». Allora li facciamo noi e lei eventualmente ci corregge: sempre in ordine alfabetico Drogba, Eto’o, Pato, Ronaldinho, Shevchenko. Giusto? «Sì, da quei cinque non si esce. Anche se...»

EXTRACOMUNITARIO - Anche se? «Ce n’è un sesto, sempre extracomunitario, di cui però non dirò mezza parola neanche sotto tortura. Ma è un’ipotesi remota. Se arriverà qualcuno, comunque, sarà un extracomunitario. O almeno uno che attualmente ha questo status e magari il 31 agosto sarà comunitario». Sheva è anche un affare di cuore? «Il problema è che non me la sento di fare al Chelsea un’offerta al ribasso. Se vorranno venderlo, ce lo diranno. Lo stesso vale per Drogba, che attualmente è incedibile. Ronaldinho ed Eto’o aspettano di diventare comunitari: in Spagna cambiano status dopo due anni, in Italia dopo dieci. Non è la stessa cosa. L’Italia sta diventando esportatrice e non importatrice di giocatori: è un processo che temo diventi irreversibile. Meglio accorgersene in tempo perché la serie A rischia di impoverirsi».

PATO E KAKA' - Mette Pato già sul livello di quattro fuoriclasse affermati. «È un progetto di campione, ma per noi Pato vale gli altri quattro». Ogni anno lei è costretto a ricomprare Kakà. «Non lo ricompriamo: adeguiamo il contratto alla sua nuova realtà. Nel 2003 Kakà era il terzo numero 10 del Milan dopo Rui Costa e Rivaldo. Poi la sua crescita è stata esponenziale. Non ho parlato con lui, ma sono assolutamente tranquillo e ho fissato un appuntamento con suo padre per i giorni seguenti il raduno: il contratto sarà allungato e ritoccato. Kakà è felice, gioca nella squadra più titolata del mondo. Lui e tutti i giocatori del Milan sanno che lo stipendio annuale è determinato dal rendimento e dalla loro collocazione all’interno della rosa». Ma non è poco etico ridiscutere ogni dodici mesi un contratto pluriennale? «È una legge del mercato e un impegno d’onore che prendiamo con tutti i giocatori». Se non rendono, però, mica ritoccate verso il basso. «È vero, hanno questo potere».

GOURCUFF - Come spiega il rinnovo di Gourcuff dopo una stagione non esaltante? «È stata una scelta strategica, una dimostrazione di fiducia. Io capisco la psicologia dei calciatori e ho avuto l’impressione che Gourcuff abbia pensato di non essere ancora nel giro della nazionale francese a causa dello scarso utilizzo nel Milan. Con Ancelotti abbiamo allora deciso di non prendere nessun centrocampista e di puntare su di lui». In realtà, però, il vostro obiettivo per il centrocampo era un giocatore con le caratteristiche di Emerson. Che è ben diverso da Gourcuff. «È vero, ma Emerson o Motta avrebbero comunque tolto spazio proprio a Gourcuff. Quindi abbiamo deciso di stimolare Ancelotti, bravissimo a studiare sempre soluzioni nuove, e lo stesso Gourcuff che nei nostri piani può giocare anche al posto di Gattuso o Ambrosini». Tornando a Kakà, è vero che pensate di dargli la fascia di capitano dopo il ritiro di Maldini? «Io credo che spetti a Gattuso, in corsa c’è anche Ambrosini che ha più anzianità. Ma da questa scelta io mi chiamo fuori: sarà lo spogliatoio a decidere». Voto palese? «Vedremo... Magari facciamo anche le primarie... Scherzi a parte, tra i segreti delle vittorie del Milan ci sono l’armonia e il senso di appartenenza: rendono tutto più facile».

OLIVEIRA - Come cataloghiamo Oliveira? Delusione, fallimento, scommessa persa? «Non sarei così negativo. L’hanno richiesto quattro squadre spagnole: significa che il suo valore non è in discussione. L’abbiamo prestato al Saragozza perché potrà dimostrare quello che sa fare. Tra un anno vedremo». È già concentrato sul Mondiale per club? «Mi emoziono e sono felice al pensiero di giocarlo: è il nostro primo obiettivo. La finale con il Boca sarebbe la partita delle partite». Come sarà il campionato? «Più interessante dell’anno scorso. La mia favorita è la Juve, l’ho detto anche a Cobolli Gigli qualche giorno fa. È una bella squadra, costruita bene e con il vantaggio di non fare le coppe. Mi è piaciuta molto la scelta di Buffon: come dice Berlusconi, le bandiere non si vendono e non si comprano».

MALDINI - Sta per iniziare l’ultima stagione di Maldini. «Lancio una proposta a France Football: ogni tanto, anche per dare lustro al loro trofeo, dovrebbero assegnare un Pallone d’oro alla carriera come si fa con gli Oscar del cinema. E naturalmente penso a Paolo. Quello "normale" immagino vada a Kakà: mi sembra il candidato unico». Galliani, quanto durerà l’effetto-Champions? «Spero tanto. E sa perché sono felice? Ho appena letto sulla Gazzetta che abbiamo la leadership tra i tifosi nella fascia fino a 24 anni. Questo mi fa pensare e sperare che presto saremo la squadra con più tifosi in Italia».


La nostra tortura è avere un amministratore delegato brianzolo... SILVIO, LIBERA NOS A MALO!

14 luglio, 2007

SHOULD I STAY OR SHOULD I GO

Milan in £15M bid for Sheva.

[DalilyExpress.co.uk] AC Milan are waiting for the green light from Roman Abramovich in order to buy back Andriy Shevchenko for £15million. They want to take the unsettled striker back to the San Siro, but Abramovich himself must decide if he will be sold. Sporting director Adriano Galliani contacted the Blues at the end of last week to lodge his club’s official interest. But he was told billionaire owner Abramovich would be the only person to decide whether the Ukrainian would be allowed to leave. Shevchenko eventually arrived at Stamford Bridge last year for £30m because he is a personal friend of Abramovich. But he struggled to settle and clashed with manager Jose Mourinho, who was disappointed with his commitment, fitness and attitude. Shevchenko was at the core of the tense bust-up between Mourinho and Abramovich. Mourinho would be more than happy to wave goodbye to Shevchenko, but his future is in the hands of Abramovich. Shevchenko is also desperate to return to Italy, but part of the problem is that Milan have not yet offered enough. They want Chelsea to take a £15m loss, which Abramovich is reluctant to do.

Shev's future.

[TheMirror.co.uk] Chelsea owner Roman Abramovich will hold crunch talks with Andriy Shevchenko next week before deciding whether to allow him to go back to AC Milan.
Shevchenko, 30, endured a miserable first year in London with Chelsea when he failed to win a regular first team place because of a lack of form and injuries. That has led to AC Milan vice president Adriano Galliani making enquiries about him - just 12 months after they sold him for £30.9m. Galliani has been in touch with Chelsea chief executive Peter Kenyon and now Abramovich will decide on Shevchenko's future. The Ukraine striker has insisted publicly he wants to stay at Chelsea and Abramovich would still like him to be a success at Stamford Bridge rather than be written off as an expensive mistake. But the Russian billionaire will talk to Shevchenko to find out whether he wants to stay at Chelsea or go back to AC Milan. It is believed that if the player is desperate to leave then Abramovich will let him go - even though they will take a huge loss on the price they paid last summer. But Shevchenko, along with Michael Ballack, is Chelsea's top earner on £130,000 a week and has struggled to fit into the team and the dressing room and boss Jose Mourinho was not happy with his displays last season.

11 luglio, 2007

SHEVCHENKO WHO?

[ChelseaFC.com] Wed, 11th Jul 2007 - José Mourinho has been speaking about the return to training and the season ahead from the squad's training camp in California. Talking to presenters Charlie Stillitano and former New York Cosmos and Italian international star Giorgio Chinaglia, who will have his own column on chelseafc.com for the duration of the stay, Mourinho was eager to discuss the season ahead, and how pre-season is going so far.

Manager Mourinho believes that while it is good to obtain new players, keeping hold of existing talent was more important. «I'm happy we didn't lose important players, and the group is very strong», he told the True Blue show. «I'm always more worried about keeping important players than buying new players. It's important the likes of Lampard, Drogba and Terry stay with us».

10 luglio, 2007

IL GIORNO DELLA VERITÀ

Milan-Shevchenko, ore decisive.

[Sports.it] Queste potrebbero essere ore decisive per il ritorno di Andriy Shevchenko al Milan: l'attaccante è arrivato a Los Angeles per il raduno del Chelsea e incontrerà a breve il presidente Roman Abramovich, il direttore sportivo Kenyon Martin e il suo "nemico", il tecnico José Mourinho. Si tratterà di una prima, importante occasione per l'ucraino per spiegare le proprie intenzioni per il futuro: in sostanza, Sheva dovrà prendere posizione e dichiarare apertamente di voler davvero tornare al Milan, come - al di là di ovvie dichiarazioni ufficiali improntate alla fedeltà ai Blues - si vocifera ormai da tempo. Se ci sono buone possibilità che l'ex-Pallone d'oro chieda effettivamente ad Ambramovich e Martin di essere lasciato andare, resta però da verificare se il Chelsea sia disposto, un anno dopo averlo acquistato, a cedere il proprio attaccante, e se sì, con quale modalità e a che prezzo.

L'ipotesi per la quale si continua a spingere maggiormente da Via Turati è quella del prestito annuale con diritto di riscatto da esercitare tra dodici mesi e fissato sui venti milioni o, come seconda opzione, l'acquisto immediato a titolo definitivo ma a non più di 25 milioni di euro, ben ventuno in meno del prezzo cui Sheva è stato ceduto al Chelsea l'anno scorso. Di sicuro c'è che il Milan non vuole invece prendere in considerazione altre possibilità o prezzi per arrivare al calciatore, che, dal canto suo, sa di non essere una prima scelta - Berlusconi gli preferisce Ronaldinho, Ancelotti vorrebbe Eto'o - e, addirittura, di essere in seconda fila anche rispetto al compagno di squadra Didier Drogba, che però Mourinho ritiene incedibile e che potrebbe partire solo qualora arrivasse proprio Eto'o. Quello tra Andriy Shevchenko e il Milan resta quindi un "matrimonio" fattibile ma, al momento, solo perché altri "pretendenti all'altare" non sono disponibili. Qualora qualcuno di questi si liberasse o il prezzo dell'ucraino restasse proibitivo, allora questi sarebbe costretto ad allungare quello che considera ormai un sorta di esilio: dorato ed in una città splendida come Londra, ma pur sempre un esilio.

08 luglio, 2007

IL NUOVO SHEVCHENKO

Spedito in Spagna l'ultimo Milan bluff.

[Libero.it] Ricardo Oliveira Oly Adios "Lulù"! Ora lo possiamo dire, ora lo possiamo finalmente scrivere quel soprannome dato per sberleffo al povero Ricardo Oliveira che nella prossima stagione giocherà nel Real Saragozza, in Spagna, dove forse lo capiranno un po' di più. "Lulù", come il più celebre Oliveira, quello che in Italia fra Cagliari e Fiorentina - e ancora oggi nelle serie minori - di gol ne ha segnati non a frotte ma sicuramente in quantità interessante (ben 143 dalla A alla C2). Ricardo, invece, il cartellino l'ha timbrato solo 5 volte in 37 apparizioni. Pochino per colui che a fine agosto dell'estate scorsa era stato strappato al Betis Siviglia per sostituire Shevchenko all'economica cifra di 17,5 milioni di euro più il cartellino di Vogel. Un pacchetto dono da 21 milioni versato da Adriano Galliani al presidente della seconda squadra di Siviglia, tale Manuel Ruiz de Lopera, capace di tenere in scacco il club di Via Turati manco fosse quel "bugiardone" di Calderon.

Accolto all'aeroporto privato di Linate dai massimi dirigenti rossoneri, il brasiliano dalla faccia trisre aveva garantito: «Mi prendo il 7 di Shevchenko, non temo paragoni perché non devo dimostrare nulla, farò la storia di questa società». Insomma, non avrà scritto un capitolo molto bello del libro milanista, ma un ricordo indelebile l'ha comunque lasciato nei tifosi di San Siro e non solo. Diciamocelo: il buon Ricardo non è stato fortunato, anzi verrebbe da dire totalmente sfigato, ma quel fardello di 21 milioni sulle spalle l'ha bollato per tutta la stagione. Un'annata nella quale il brutto anatroccolo della banda brasiliana rossonera (anche Dida è riuscito a trovare alla fine il sorriso) ne ha viste di tutti i colori.

Innanzi tutto si è dovuto calare in una realtà che nei primi sei mesi sembrava aver smarrito la bussola, con risultati deludenti in campionato e stiracchiati in Champions League, dopodiché è arrivata la mazzata del rapimento della sorella Maria de Lourdes poi rimasta nelle mani dei sequestratori dal 4 ottobre al 13 marzo. Infine, ha dovuto fare i conti con un fisico non propriamente a posto, visto che era reduce da un brutto infortunio ai legamenti rimediato in Champions nell'autunno 2005. Ma nonostante tutte queste zavorre, da Milanello usciva sempre la solita tiritera: «In allenamento fa cose mostruose».

Si dirà: ma nel Milan che ha vinto la Champions c'era o no pure lui? Sì, a guardare le statistiche: sei presenze (zero gol). No, andando a fondo nell'analisi delle partite: prima di tutto perché la finale di Atene se l'è goduta in tribuna insieme a Galliani e Berlusconi (forse qualche fila più in là...), così come le sfide con il Manchester United in semifinale. Un po' meglio nei quarti, con una presenza in panchina a Monaco con il Bayern, e una tribuna, mentre negli ottavi con il Celtic è addirittura sceso in campo per 13 minuti. Prima, 280 minuti di insufficienze. Dunque... Buona fortuna Ricardo.

Nota: aggiungo nei Commenti una spassosa selezione di "parole famose" pronunciate dai miei beniamini Galliani, Suma (sul sito ufficiale) e Ancelotti.

07 luglio, 2007

SENATORI (segue)

Bivio Milan: Sheva o Pato?

[Gazzetta.it] Il Milan è a un bivio: deve decidere se investire sul ritorno di Andriy Shevchenko oppure se puntare sul talento di Alexandre Pato. Soltanto uno dei due può arrivare, poiché sono entrambi extracomunitari. Nella rosa dei rossoneri, dopo l’italianizzazione di Kakà, c’è un posto libero per un lavoratore proveniente da un Paese non affiliato all’Unione Europea. Galliani e Braida stanno studiando le mosse, valutando tutt’e due le operazioni e ascoltando i consigli di Ancelotti. Il possibile ritorno di Shevchenko piace moltissimo al presidente Berlusconi che non ha mai nascosto il feeling con l’ucraino. L’eventuale arrivo di Pato rappresenterebbe l’inizio di una nuova era milanista, poiché il brasiliano ha soltanto 17 anni e tutti lo definiscono il campione del futuro.

CONTATTO - La novità è la seguente: il Milan ha fatto un’offerta ufficiale al Chelsea, 25 milioni di euro per riavere la proprietà del cartellino di Sheva. Il presidente Roman Abramovich e il suo braccio esecutivo Peter Kenyon chiedono però 35 milioni di euro. La trattativa non è semplice e i dirigenti milanisti lo sanno bene. Nella scorsa estate hanno incassato 46 milioni dalla cessione di Sheva, ripianando così il bilancio. Ora non vorrebbero svenarsi. Shevchenko, da parte sua, è disponibile a una sensibile riduzione dell’ingaggio. Attualmente percepisce dal Chelsea uno stipendio di 7 milioni di euro a stagione. Per tornare al Milan gli bastano 5,5 milioni.

TRATTATIVA - La volontà di Shevchenko, in questo affare, è determinante. Il campione ucraino ha più volte espresso il desiderio di tornare al Milan. Non si è trovato bene in Inghilterra, non ha legato con l’allenatore José Mourinho che, anche recentemente, gli ha rifilato alcune stoccate del genere: «In casa mia comando io. In casa di Sheva, invece, comanda la moglie». Logico che il rapporto tra i due sia praticamente inesistente e altrettanto logico che non si possa trascinare per un’altra stagione. Abramovich ha parlato con Mourinho che gli avrebbe dato il benestare per la cessione di Shevchenko, ma ora si deve raggiungere l’accordo con gli acquirenti, cioè con il Milan. Shevchenko è stato molto chiaro in proposito: se non torna in rossonero, resta a Londra. Non gli interessano altre soluzioni.

RIUNIONE - Martedì il Chelsea si raduna a Los Angeles e sarà l’occasione per l’attaccante di parlare con i dirigenti inglesi. Lui è sempre rimasto in contatto con l’Italia, con i suoi amici e anche con i dirigenti milanisti. La prossima settimana sarà decisiva per conoscere il futuro di Sheva. Il suo ritorno al Milan non comporterebbe alcun problema all’interno dello spogliatoio, come si era vociferato da più parti: gli ex compagni hanno dimenticato il clamoroso addio di un anno fa, con spiegazioni poco chiare, e sono pronti a riaccoglierlo senza polemiche. Alla ripresa degli allenamenti del Chelsea bisognerà anche vedere come si comporterà Mourinho con Shevchenko: gli parlerà o lo ignorerà come ha fatto nell’ultimo periodo della scorsa stagione? Anche da questo si potrà capire qualcosa di più.

ALTRA IPOTESI - In ogni caso il Milan tiene aperta la strada che porta a Alexandre Pato. Il brasiliano, 17 anni, è impegnato nel Mondiale Under 20 in Canada, ma i dirigenti rossoneri sono in costante contatto con il procuratore Gilmar Veloz. Pato, il cui cartellino è di proprietà dell’Internacional di Porto Alegre, costa 20 milioni di euro e i rossoneri sono disposti a sborsare questa cifra. Al giocatore verrebbe sottoposto un contratto di cinque anni per 1,5 milioni netti a stagione. E’ possibile superare anche il problema di tesseramento che riguarda i minori: il Milan sarebbe disposto a organizzare il trasferimento di tutta la famiglia di Pato garantendo al padre un posto di lavoro.

CONCORRENZA - Sul gioiellino brasiliano si sono, però, tutte le grandi d’Europa. Il Milan è in pole position, ma il Chelsea non molla la presa e ha già formulato un’offerta ufficiale all’Internacional. L’Inter e il Real Madrid seguono attentamente la situazione e, secondo il procuratore Gilamr Veloz, avrebbero già comunicato alla società brasiliana le loro intenzioni. A questo punto, l’impressione è che il pallone torni nei piedi di Pato, il quale dovrà decidere il suo futuro: l’idea di giocare nel Milan assieme a Kakà e Ronaldo lo alletta parecchio. Molto di più del trasferimento in Inghilterra o in Spagna.

AFFARI DI CUORE

[IlGiornale.it] È solo questione di cuore, quello rimasto rossonero di Andriy Shevchenko che non vede l’ora di tornare a Milano e quello blucerchiato di Vincenzo Montella che non ha mai dimenticato il triennio trascorso a Genova. Due storie che si intrecciano, che hanno la stessa origine, l’Inghilterra (sponda Chelsea per Sheva, sponda Fulham per l’Aeroplanino) e che potrebbero concludersi allo stesso modo: il rientro in Italia. Ci sta provando da un pezzo l’ucraino che non è mai riuscito ad entrare in sintonia con l’allenatore José Mourinho e che martedì prossimo, in occasione del raduno del Chelsea a Los Angeles, chiederà al presidente Roman Abramovich di essere rispedito al Milan. Non più a titolo definitivo, perché il Milan non pagherà mai i 35 milioni richiesti dal Chelsea (la controfferta si ferma a 25 milioni), ma come prestito gratuito per la prossima stagione con possibilità di restare a Milano anche per la successiva. Ma siccome non si fa mai niente per niente e l’idea del ritorno era partita proprio da via Turati (il presidente Berlusconi in più di un’occasione si è espresso favorevolmente), Sheva andrà incontro ai rossoneri, riducendosi considerevolmente il sontuoso ingaggio. Attualmente prende 5,5 milioni netti ma, pur di rientrare nei parametri rossoneri, quelli stessi che hanno sconsigliato l’acquisto di Eto’o che avrebbe creato un effetto domino su tutti gli altri ingaggi, l’ucraino sarebbe disposto a ridurre del 30% i suoi emolumenti. Fuori gioco resta soltanto lo stipendio di Kakà, che salirà a 8,5 milioni annui, per poter vincere la corte del Real Madrid. A far decidere Sheva è anche l’ostilità di Mourinho che in una recente intervista al quotidiano spagnolo Sport ha dichiarato per l’ennesima volta: «Per me che se ne vada pure. È la cosa migliore per la squadra». Via Oliveira (Saragozza) e Borriello (Genoa), persosi per strada Cassano, Sheva dovrà avere la pazienza di aspettare ancora 2-3 settimane prima di coronare il sogno di riallenarsi a Milanello. Anche se il suo agente Stephen Curnow afferma che Sheva «non ha alcuna intenzione di lasciare Londra». A sparigliare il gioco potrebbe però essere il brasiliano Pato, probabilmente da gennaio al Milan, e destinato ad occupare l’unica casella ancora disponibile di extracomunitario. E che il Milan avrebbe intenzione di tenere libera proprio per lui.

Nota: si confronti questo articolo con quello di ieri. La testata è la medesima, fra l'altro un cortile di proprietà. Qui però non scrive Ordine ma Scevola. E i 10 milioni di controfferta diventano 25, l'idea del ritorno è partita da Via Turati e non da Londra, ma soprattutto l'affare si farà nel giro di qualche settimana invece che mai. Con buona pace dei senatori dalla gola profonda. Varrebbe la pena informare il tamburino foggiano che nella sua redazione qualcuno si abbevera ad altre fonti.

06 luglio, 2007

SENATORI (segue)

Il Milan non compra ma piace.

[IlGiornale.it] Forse è l’onda lunga di Atene. Di sicuro lo squillo di tromba avvertito ieri mattina in via Turati, abbonamenti arrivati a quota 30mila, è un dato in controtendenza rispetto alle canoniche abitudini del settore. Di solito, le esperienze del passato, Milan compreso, si possono così sintetizzare: calcio-mercato sontuoso uguale corsa all’abbonamento. Nell’era Berlusconi il precedente irraggiungibile è di oltre 70 mila abbonamenti (oltre il tetto del Napoli di Maradona). Ricevuta la notizia, Adriano Galliani ha dettato al sito di casa una dichiarazione affatto banale. «Li ringrazio tutti, uno a uno. A loro e agli altri tifosi rossoneri che si abboneranno per la prossima stagione, assicuro che il signor Ricardo Kakà è assolutamente incedibile. È un impegno d’onore che prendo anche a nome del presidente Silvio Berlusconi».

Ecco il punto: per difendere Kakà, con le unghie e con i denti, dall’assalto del Real Madrid e per evitare che l’arrivo di altre stelle (Ronaldinho su tutti) possa provocare il distacco del brasiliano dal club rossonero, il Milan ha scelto d’investire sul “ritocco” dello stipendio da passare al brasiliano e su un paio di giovani che possono garantire il futuro. Non è una questione di disponibilità economica. I mezzi, a parte la nota generosità dell’azionista (ogni anno vengono ripianati debiti per circa 60-70 milioni di euro), ci sono. Un paio di cifre sono simboliche, in proposito. Gli oltre 10 milioni di euro incassati con gli abbonamenti (30mila in campionato, 5mila per la Champions a scatola chiusa), aggiunti ai 39 milioni 592mila euroni ricavati dal trionfo di Atene costituiscono un tesoretto sufficiente. Così dall’elenco dei possibili rinforzi sono stati via via cancellati nomi impegnativi come Henry, Ronaldinho, Eto’o, adesso anche Shevchenko frenato dal costo eccessivo (il Chelsea è fermo a 20-25 milioni di euro, il Milan a 10) oltre che dalla forte opposizione interna, a causa in particolare della visita fatta da Sheva ad Arcore, tre settimane fa. Neanche la cena a Miami con Maldini e Nesta è servita a ricucire i rapporti diplomatici. Formalmente Cassano può diventare una pedina ma il Real invece che scegliere la pratica della rescissione ha vincolato il trasferimento del giocatore barese, con un prezzo fissato, 5,5 milioni, al gradimento di Calderon. Ancelotti ha contribuito a sintetizzare tutte le esigenze e ha trovato una brillante via d’uscita.

L’eventuale colpaccio può essere indirizzato lungo la rotta brasiliana, con Pato, il cui agente, Gilmar Veloz, ha parlato chiaro ieri: «Lo vogliono tutti, Chelsea, Inter, Milan e Real Madrid. A fine anno prenderemo una decisione». A fine anno vuol dire che Pato è trasferibile col mercato di gennaio a causa della sua giovane età (deve compiere in ottobre i 18 anni). E vuol dire anche che il Milan per tesserarlo deve lasciare libera la casella del terzo extracomunitario. L’idea di Ancelotti è la seguente: la formula Champions, un solo attaccante, Ronaldo (Gilardino e Inzaghi le alternative), più Kakà seconda punta, con alle spalle un trequartista fisso, Seedorf e Gourcuff ricambio immediato. Solo in alcune partite di campionato si passerebbe ai 2 attaccanti più Kakà. Con Oliveira a Saragozza la quarta punta arriverà a gennaio: Pato appunto.

05 luglio, 2007

GOING NOWHERE?

[DailyMail.co.uk] Andriy Shevchenko has attempted to end speculation about his Chelsea future by insisting he's going nowhere. The Ukraine striker has been linked with a return to AC Milan just 12 months after the Blues paid £31m for the hitman. But Shevchenko's agent, Stephen Curnow, told the Daily Star: «It has never been his desire or on the agenda to move away from Chelsea. Andriy was disappointed with his first season, but he is determined to help bring success to the club next season».

Shevchenko negocia su regreso al Milan.

[Sport.es] Mientras especula con su interés por arrebatar al Barça a Ronaldinho o Eto’o, a la vez que desmiente por activa y por pasiva (y hasta el aburrimiento) que vaya a negociar el traspaso de Kaká al Real Madrid, mientras se mantiene a la espera de dar un golpe en el mercado que, de hecho, todo el mundo espera, el Milan sienta las bases para cerrar el regreso de Shevchenko a San Siro. Utópico hace unos meses y esperado hace algunas semanas, bien puede decirse que ahora está cerca de ser una realidad. Según se ha filtrado desde Londres, el pasado viernes Roman Abramovich y José Mourinho mantuvieron una agria conversación telefónica en la que el ruso poco menos que obligó al portugués a ser el que cargase con la responsabilidad de abrir la puerta al futbolista. «Por mi, que se vaya. Es lo mejor para el equipo» le habría dicho el entrenador portugués, ante lo que el empresario ruso le advirtió que suya sería toda la responsabilidad. Y si aquello ocurrió el viernes, el domingo un representante se puso en contacto con el Milan, en nombre del Chelsea, para hacerle saber la disponibilidad del club londinense a entablar conversaciones con vistas al traspaso del delantero ucraniano al club lombardo.

El Milan y Shevchenko, de hecho, ya lo tienen todo pactado desde hace cerca de dos meses. Silvio Berlusconi, en persona, llevó las negociaciones con el jugador y éste aceptó rebajar su ficha de los más de siete millones de euros anuales que tenía en su anterior etapa o los ocho y medio que gana en el Chelsea a poco más de cinco que le ofreció ‘Il Cavaliere’ con un contrato garantizado de tres temporadas con una cuarta opcional. Falta, sin embargo, lo más difícil y es el pacto entre los dos clubs ya que mientras el Milan le hizo saber al enviado del Chelsea que está dispuesto a pagar 25 millones de euros por el fichaje, desde Londres se pretende que la cantidad no sea en ningún caso menor a los 35, dando por imposible recuperar los 45 que pagó por su fichaje hace apenas doce meses.En el Milan la operación se da por segura.

Hasta Carlo Ancelotti, entrenador del equipo y que no era demasiado favorable al retorno del ucraniano, ha acabado claudicando ante los deseos de Berlusconi y ha aceptado su regreso... con una condición que el club le ha concedido sin problemas. Y es que Ancelotti dijo a Galliani que si le traían a Sheva, él quería también a Alexandre Pato, por lo que el pasado sábado, en compañía de Leonardo, se marchó a Canadá para conocer en persona al joven futbolista brasileño que disputa el Mundial Sub’20.Así, puede darse el caso que el Milan, de una tacada, fiche a dos nuevos delanteros, lo que abriría la puerta a la marcha tanto del brasileño Oliveira como de Alberto Gilardino, futbolista éste que llegó como gran apuesta de Ancelotti y que ha decepcionado enormemente al técnico. Falta convencer aún al Chelsea, pero, sabiendo Abramovich que Mourinho no quiere a Sheva, parece claro que el destino del ucraniano será San Siro. Es, el suyo, un regreso cantado.

01 luglio, 2007

PAROLA DI SILVIO (segue)

[Gazzetta.it] - Il Milan che ha vinto la Champions League e il Milan che punterà a nuovi traguardi. Nella sala delle coppe della sua villa di Arcore, Silvio Berlusconi svela inediti retroscena sull'ultima cavalcata europea in un dvd prodotto da Sky e dalla Gazzetta, e poi aggiorna i suoi sogni presidenziali in questa intervista. Con una premessa fondamentale per comprendere i segreti suoi e della squadra rossonera. «A me non piace festeggiare i traguardi raggiunti. Quando vinco, la mattina successiva penso soltanto ai successi da ottenere in futuro. Per questo non sono un nostalgico e continuo a sentirmi giovane».

Guardando al futuro allora, chi acquisterà il Milan?
«I nostri tifosi devono stare tranquilli. Prenderemo un grande giocatore, ma senza fretta perché è importante avere pazienza. E comunque vorrei ricordare che noi abbiamo già un campione in più, che l'anno scorso non ha potuto giocare in Europa. Mi riferisco a un certo Ronaldo che è il primo grande acquisto per il futuro».

Crespo ha dichiarato alla Gazzetta che all'Inter sono in troppi: c'è la possibilità che Adriano passi al Milan?
«Magari! Adriano mi è sempre piaciuto tantissimo e penso che al Milan in mezzo a tanti brasiliani si troverebbe a suo agio, perché il Milan è una grande famiglia e gli darebbe la possibilità di esprimersi al meglio, come è già capitato a Ronaldo. Con quello che è successo recentemente non so però se sarà possibile, perché ho telefonato a Moratti per organizzare un'amichevole in cui si potessero festeggiare insieme i nostri successi, ma non siamo ancora riusciti a trovare una data. Fatta questa precisazione, ripeto però che Adriano mi piacerebbe molto, se si potesse raggiungere un accordo senza problemi».

Il passaggio di Suazo all'Inter le ha dato fastidio?
«È stato il Cagliari a offrirci il giocatore, poi quando abbiamo saputo che non era possibile acquistarlo ci siamo ritirati, senza ostacolare l'Inter».

Suo figlio Piersilvio ha detto che preferirebbe Eto'o a Ronaldinho, scartando l'ipotesi di un ritorno di Shevchenko: ha cambiato idea anche lei?
«Per me al primo posto c'è sempre Shevchenko, ma Abramovich chiede troppo. Shevchenko non avrebbe problemi a tornare da noi e sono convinto che sarebbe l'attaccante ideale per giocare al fianco di Ronaldo».

Poi chi c'è nel suo podio ideale?
«Poi c'è Ronaldinho, ma so che è un sogno impossibile perché il presidente del Barcellona, che è eletto dai soci, mi ha detto che non potrebbe più rimanere in Spagna se cedesse Ronaldinho. Eto'o è bravissimo, ma anche per lui è molto difficile la trattativa, anche perché le società di calcio in Spagna possono sfruttare un sistema fiscale diverso, che permette ai giocatori di avere ingaggi molto più alti rispetto ai nostri».

In Spagna c'è anche Cassano che è italiano: può essere un problema acquistare un giocatore con il suo carattere?
«Io non conosco Cassano. Leggo che è circondato da molte critiche, ma so che ha un grande talento e noi i talenti li accogliamo sempre bene, tanto è vero che non abbiamo mai avuto problemi con nessuno, perché nel Milan non c'è stata nessuna mela marcia».

È vero che in gennaio lo spogliatoio si era opposto al suo arrivo?
«Confesso che non lo so. Ma è vero che noi siamo abituati a studiare prima i giocatori che acquistiamo e ascoltiamo il parere dei giocatori più esperti, perché è giusto che ci sia una specie di democrazia nello spogliatoio. E quindi se pensassimo a Cassano, ascolteremmo il parere dei nostri campioni, perché mi sembra un fatto naturale».

Mentre voi pensate a chi prendere, il Real Madrid continua a cercare di strapparvi Kakà: come potete resistere?
«Questa storia ci ha stancato e ci siamo anche lamentati con il Real Madrid. Kakà non va via e se lo devono mettere in testa tutti».

Lei parla sempre di grandi attaccanti, ma non sarebbe il caso di acquistare un grande difensore pensando all'età di Maldini?
«E infatti ci stiamo pensando. Vorremmo trovare un difensore giovane, come abbiamo trovato Kakà per l'attacco».

Cannavaro allora non ha più l'età?
«Pensando agli anni di Costacurta e Maldini, Cannavaro è un ragazzo, ma come dicevo prima puntiamo a un giovane».

Per il centrocampo potrebbe arrivare Emerson?
«Lo stimiamo molto, perché Emerson è un ottimo giocatore, ma il suo arrivo frenerebbe il lancio di Gourcuff nel quale noi crediamo molto, perché questo ragazzo può diventare il nuovo Zidane».

Che cosa pensa del fatto che Capello ha vinto il campionato, ma non è stato confermato?
«Ricordo che quando gli affidai la panchina del Milan, lo accusarono di essere un mio lacchè e invece poi si è rivelato un grande allenatore. Evidentemente si è rotto qualcosa con il presidente, perché non c'è altra spiegazione. Ma con la liquidazione che si porta a casa, non credo che Capello sarà così scontento».


Il Milan giocherà contro la Juventus a San Siro, nel trofeo Berlusconi: inviterà Veltroni?
«Perchè no?».