31 maggio, 2006

MAGGIO 2006: Il saluto di Sheva

PROUD DAY FOR CHELSEA

[ChelseaFC.com] Chelsea Football Club can confirm that Andriy Shevchenko has signed from AC Milan for a club record fee. Shevchenko completed a medical and agreed personal terms at Stamford Bridge today (Wednesday). He has signed a four year contract.

The former European Footballer of the Year said: "I am here for the challenge and the excitement of playing in the Premier League. I am going from one big club to another and joining a team of champions. There is a right moment to join a football club and I think I have arrived here at the perfect time. The Champions League has to be a realistic target for next season but it is not just about the Champions League. Chelsea is going for their third Premiership as well and I like the club's mentality of wanting to win every game they play. I have followed Mr. Mourinho's career carefully for the last few years and have been hugely impressed with the way he manages. He puts team ethic before individual expression which is the way I believe great teams are created. Had money been my motivation for coming, I would probably have stayed in Milan. I am pleased that Chelsea managed to conclude everything before the World Cup - I can go to Germany with a clear mind and proud to be a Chelsea player."

Chelsea manager and first team coach, José Mourinho, said: "Today is a day when the dream became reality. Andriy has always been my first choice for Chelsea since I arrived. Before it was not possible, now it is for real. He has great qualities, ambition, discipline, tactical awareness and of course he is a great goalscorer. I did not need to meet with him to convince him about Chelsea, in the same way we did not need to talk a lot about why I wanted him. Everybody knows him as a player, tactically he can play in the Chelsea system no doubt. Milan is a big club, a great club, but for him to leave Milan for Chelsea is a big statement about where Chelsea is. He is a champion and he is joining a team of champions. I have already spoken to some of our players and they are looking forward to playing with him. Great players want to play with other great players. Chief Executive Peter Kenyon added: "This is another proud day for Chelsea. The signing of Andriy, following on from Michael Ballack and Solomon Kalou shows the ambition of Chelsea. The deal is a new club transfer record and is a straight cash deal. We are delighted to have signed one of Europe's greatest goalscorers. Andriy has an unparalleled record in the Champions League, international matches and Serie A."

Chelsea will formally present Shevchenko at a media conference after the World Cup. Shevchenko is due to meet up with the Ukrainian World Cup squad tomorrow (Thursday).

A.C. MILAN RINGRAZIA...

[ACMilan.com] L' A.C. Milan comunica di aver ceduto a titolo definitivo le prestazioni sportive del calciatore Andriy Shevchenko al Chelsea Football Club. L' A.C. Milan ringrazia Shevchenko, uomo e attaccante straordinario, per le molteplici emozioni trasmesse nelle sette stagioni in cui ha indossato la maglia rossonera. Le sue 173 reti - secondo cannoniere nella storia del Milan - hanno contribuito in maniera determinante alla conquista di uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa di Lega, una Champions League e una Supercoppa Europea.

30 maggio, 2006

LE VERITA' DEL POPOLO BUE

Dopo aver assistito, ieri sera, ad una deprimente edizione di "Studio Milan" sul canale tematico, il sospetto che il livore anti-Sheva fatto Opinione Pubblica attraverso i messaggi degli abbonati (?) sia una manipolazione bulgara, è diventato una certezza: è sufficiente confrontare il rapporto fra SMS benevoli e malevoli pubblicato, sempre ieri, in seconda pagina dal foglio rosa. Fra le molte (troppe) nefandezze lette e ascoltate nelle ultime settimane, mi fa piacere a questo punto riportare una voce fuori dal coro...

The cat is under the table, di Stefano Olivari

Non ci mancherà, Andriy Shevchenko, per la semplice ragione che in un anno guardiamo più partite del Chelsea che del Milan. Però mancherà tantissimo al calcio italiano prima ancora che alla società che presto avrà un Galliani a tempo pieno (e che di sicuro non lo sostituirà con l'ectoplasma di Marcio Amoroso), dal momento che per uno sport che fa della sua furbizia il suo valore fondante avere fra i suoi campioni un esempio di correttezza e di educazione come Shevchenko è decisivo. Tanto più in periodi come questi, pieni di "uomini di calcio" che non mollano nemmeno a parole vittorie palesemente sporche, uno sportivo cresciuto secondo i canoni sportivi della vecchia Unione Sovietica (Sheva l'ha vissuta fino al big bang del 1991, in pratica fino a quindici anni), unica cosa da salvare di quel mondo, ci fa sperare in un futuro migliore. Non a caso Shevchenko sarà ricordato, non solo dai milanisti, al di là dei tanti trofei vinti, vinti quasi sempre con suoi gol decisivi: uno scudetto, una Champions, una Supercoppa Europea, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, mille trofei individuali e 173 gol segnati in tutti i modi. Cifre che dicono moltissimo meno di quella coppa portata sulla tomba del maestro Lobanovsky e di tante risposte gentili date a gente che non avrebbe potuto essergli utile nemmeno in venti vite. Detto questo, è inaccettabile che questa dolorosa partenza, tecnicamente non ancora perfezionata, dopo sette anni di gol e di affetto sia stata venduta come la decisione di un uomo succube della moglie Krysten, la solita Yoko Ono creata ad uso del popolo bue, desiderosa di vivere a Londra e intenzionata ad impartire ai figli (il secondo è in arrivo) un'educazione in una sola lingua, la più diffusa nel mondo. Certo, ci sono le dichiarazioni di Berlusconi e Galliani, bravi nel mascherare una cosa che passa sopra anche alle loro teste, e le parole dello stesso attaccante, che fra poco da mezzo infortunato si giocherà l'unico Mondiale della sua carriera: ''Devo pensare ai miei figli. Noi abbiamo un problema di lingua: comunichiamo solo in italiano, io non parlo inglese, Kristen non parla ucraino. L'unico modo per poter far capire ai nostri figli l'amore che abbiamo per loro è la lingua l'inglese''. Tutte cose prese per buone acriticamente, come se a Milano non esistessero scuole inglesi (quella vicino a San Siro è piena di figli di milanisti e interisti) e Shevchenko in pochi mesi a Londra potesse impadronirsi di una lingua non sua: in questo senso cosa si può fare più di avere una moglie americana? Più utile di Makelele, Cech o delle cassette del genere 'the cat is under the table'... Secondo la stessa logica adesso vengono ingigantiti dopo il vergognoso, per chi asserisce di essere un giornalista, pompieraggio del passato, gli scazzi (reali) con Ancelotti e la sempre minore sopportazione degli anziani grilli parlanti e sempre meno giocanti (Maldini e Costacurta, tirando a indovinare): dinamiche normali in uno spogliatoio, accettabili quando quasi ogni anno si vince o si lotta per vincere qualcosa di importante. In questi casi i giornalisti non hanno però colpe, potendosi basare solo su confidenze e metodi deduttivi piuttosto che su intercettazioni telefoniche, come quelle pubblicate oggi da Tuttosport (Galliani superstar e Juve meno sola), e pedinamenti. Di sicuro in questa strana storia di una partenza che quasi nessuno voleva, con anche lo stesso Abramovich che di un rifiuto si sarebbe fatto una ragione (fra i mille controlla anche Tevez, l'uomo dei prossimi dieci anni), c'è qualcosa che non si può raccontare. Forse minacce, in una lingua universale, con tono e autori ben diversi da quelli che qualche tempo fa fecero passare brutti momenti alla famiglia Shevchenko: quella era "solo" microcriminalità, che secondo la ruota della sfortuna prima o poi ti tocca. Magari a Londra Sheva racconterà la verità, magari non lo farà mai, magari non c'è nessuna verità segreta e il mondo è più piccolo borghese di come ce lo immaginiamo: di sicuro, quando ha detto che partiva per la famiglia non ha mentito. Se un altro eroe ucraino come Sergej Bubka non può girare per Kiev un motivo ci sarà...

(Stefano Olivari,
in esclusiva per Indiscreto)

27 maggio, 2006

SHEVA: 'Un messaggio per i miei tifosi'

Storia di una foto, 25/05/06. Quelli di ForzaMilan hanno incontrato Sheva a Milanello. Si erano accordati per fare una foto con i tanti messaggi arrivati. Prima di scattare la foto, Andriy ha cominciato a leggere. Era la prima volta che toccava con mano quanto stavano facendo i tifosi per lui. La sua scelta finale qualcuno non l'ha accettata, altri si. Gli amici di ForzaMilan possono dirci solo quello che hanno visto nei suoi occhi... è un sentimento e un'emozione che niente e nessuno potrà cancellare.Ieri per me è stata una giornata veramente difficile e ho pensato molto prima di prendere questa decisione. La mia è stata una scelta sofferta ma sento che è arrivato il momento di pensare al futuro della mia famiglia e dei miei figli, che sono la cosa più importante della mia vita. Alcuni giorni fa ho spiegato le mie motivazioni a Silvio Berlusconi, lui è per me una persona speciale, importante, è il padrino di mio figlio. Mi ha ascoltato e ha capito. "Fai ciò che è meglio per te" mi ha detto, ed è per questo e per tutto quello che ha fatto per me e per la mia famiglia, che lo ringrazierò per sempre. Ringrazio tanto ache la Società e il signor Galliani che hanno fatto tutto quanto era possibile, e molto di più, per trattenermi. Ma è soprattutto a voi tifosi che mi rivolgo e chiedo di accettare la mia scelta. Ho letto i vostri messaggi in questi giorni, molti mi hanno fatto venire le lacrime agli occhi; capisco anche la vostra rabbia e la delusione ma vi chiedo di accettare la mia scelta come uomo. Quello che mi avete dato in questi anni è unico, mi avete fatto sempre sentire a casa; stare in curva con voi è stata una delle emozioni più forti della mia vita. Voi avete una parte del mio cuore e ci starete per sempre. Andriy

da: http://www.sheva7.com/

26 maggio, 2006

BUONA FORTUNA CAMPIONE



Credo sia superfluo soffermarsi sull'amarezza di questo momento. Solamente il tempo, come sempre, darà a tutti (più e meno fanatici di Sheva) l'esatta dimensione di questa perdita. E tuttavia, l'uomo viene prima del calciatore. Sono convinto che molte motivazioni abbiano inciso su una scelta che, fosse stata semplice o non dolorosa, sarebbe arrivata in tempi assai più brevi. Di certo incidono progetti famigliari, ambizioni professionali e serenità interiore. Per ragioni differenti, ritengo che la quadratura di questo complesso sistema di variabili, oggi per Sheva si trovi lontano dalla Serie A, da Milano, da Ancelotti, da Galliani. E purtroppo, inevitabilmente, lontano dal Milan.

Come sempre, gli occhi di Sheva hanno detto più delle parole.
L'unica parola che io mi sento di dire al nostro campione è GRAZIE!

14 maggio, 2006

MILAN 2 - ROMA 1

(4 PT) Kakà su rigore, (33 PT) Mexes, (45 ST) Amoroso su rigore.

Abbiamo giocato con Dida, Simic (Cafu dal 29 ST), Nesta, Kaladze, Serginho, Gattuso, Pirlo, Seedorf (Rui Costa dal 22 ST), Kakà, Inzaghi (Amoroso dal 35 ST), Gilardino.

La farsa è finita: Juventinove! La fiaba è finita: Il Balon d'Or ha salutato il Popolo Rossonero dal cuore della Sud. GAME OVER. Resta poco da aggiungere: parlano i post pubblicati in questo blog da agosto ad oggi. Ci sono tutti i nomi (De Santis, Dattilo, Bertini, Pieri...) e tutti i capi d'accusa (dalle designazioni comode alle "sviste" arbitrali alle squalifiche telecomandate). E parlano le mie personalissime interpretazioni sul secondo Scudetto consecutivo graziosamente lasciato sul piatto dei padroni di Piazza Crimea dal maggiordomo brianzolo. Dovesse emergere che la contropartita del baratto erano voti per la poltrona, tornerebbero tutti i conti. Resta solo amaro in bocca. Più di tutto per una perdita incolmabile e ingiustificabile, al di là delle illazioni della stampa cortigiana e delle prese di posizione (di comodo e di rito) di Ancelotti e Galliani. Di 7 Rossonero ce n'è stato uno e non ce ne saranno più.

07 maggio, 2006

PARMA 2 - MILAN 3

(28 PT) Kakà su rigore, (43 PT) Cafu, (9 ST) Corradi, (11 ST) Seedorf, (43 ST) Corradi.

Abbiamo giocato con Dida, Cafu, Nesta, Kaladze, Serginho (Jankulovski dall'11 ST), Gattuso, Pirlo, Seedorf, Kakà, Shevchenko (Gilardino dal 7 PT), Inzaghi (Rui Costa dal 25 ST).

Ora che il bubbone Moggi è esploso, da piazza Crimea prendono le distanze: scaricheranno, non senza sdegno, Don Luciano. Ma intanto portano a casa il settimo Scudetto Gea: De Santis (che novità!) ha completato il lavoretto al Delle Alpi. E sarà tricolore nel feudo di San Nicola... perché hanno paura anche del Granillo. Epilogo funereo, come il ginocchio gonfio del Balon d'Or, uscito (simbolicamente) al minuto 7 e con un saluto emblematico alla panchina...