10 luglio, 2006
PIZZA E MANDOLINO
Cala (e finalmente!) il sipario sulla stagione più vergognosa dell'ultimo ventennio di calcio italiano. Nella bolgia del Circo Massimo, S.p.q.r. in delirio acclama i miserabili Campioni del Mondo. Panem et circenses, come ai tempi dei loro nonni coi cristiani. Un mese fa a Fiumicino li rincorrevano coi bastoni, oggi li inseguono col tricolore tatuato sulle guance o sulle natiche. Tricolori appesi a tutti i balconi, da nord a sud, rigorosamente capovolti (col rosso a sinistra e il verde a destra) o addirittura stesi in orizzontale, che neanche i magiari il 20 agosto a Budapest. Le bieche cospirazioni di EpoCannavaro alle spalle del povero Brindellone, le puntate clandestine a sei zeri di Buffon e Iaquinta, le convocazioni raccomandate a Mister GeaLippi dai vari figli di papà: tutti i peccati sono rimessi e condonati nel grande giubileo romano... solo anime linde, i nostri eroi di Berlino. Il Belpaese! Dai verdetti del popolo a quelli del senato pallonaro il passo è breve. Prepariamoci quindi ad assistere all'inesorabile smantellamento del castello accusatorio costruito con fervore giustizialista dal paladino di Piedi Puliti, il "poliziotto" Borrelli. Sarà un altro storico insabbiamento, come ai bei tempi di De Biase con la Juventus nel 1980 e con l'Inter nel 1983. Dalla nostra sponda del Naviglio, nel contempo, non possiamo che osservare come certuni ectoplasmi rossoneri, che per l'intera stagione o quasi hanno tirato sistematicamente indietro la gambetta, in Germania siano miracolosamente tornati in vita: mi riferisco, in particolare, a Pirlo e ai brasiliani. Il retrogusto è sempre più amarognolo, e finisce per prevalere sull'insipido generalizzato di un Mondiale poverello di spunti tecnici e di emozioni. Sospetto che di questo trionfo iridato, ai posteri sarà consegnata poco più che la memoria della testata di Monsieur Zizou a PsicoMaterazzi. Gli antenati Azzurri del Calcioscommesse, nel 1982, avevano saputo fare ben altro, guadagnandosi di diritto una pagina d'immortalità. A noi resta la soddisfazione (esigua, oltre che personale e non condivisa dalla massa) di aver visto il nostro secondo marcatore di sempre portare, da capitano, i suoi connazionali fino ai Quarti di Finale.
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