31 gennaio, 2008

IL FALSO NEL BILANCIO ONESTO (fine)

Bilanci: prosciolti Milan, Inter e Galliani.

[Corriere.it] Il giudice per l'udienza preliminare (Gup) di Milano, Paola Di Lorenzo, ha prosciolto Adriano Galliani, vice presidente vicario e amministratore delegato del Milan, Rinaldo Ghelfi, vice presidente dell'Inter e Mauro Gambaro, ex dirigente nerazzurro, accusati dalla procura di Milano di falso in bilancio in relazione all’inserimento negli esercizi di valori gonfiati di calciatori che le due società si scambiavano. Il giudice ha anche prosciolto le due società, accusate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa. Il proscioglimento è arrivato «perché il fatto non costituisce reato» e non, come si era saputo in un primo momento, perché «il fatto non sussiste». Questo in base alla nuova legge sul falso in bilancio, che prevede il dolo specifico, dolo che in questo caso non è stato riscontrato. Infatti nel suo provvedimento il gup «dichiara non luogo a procedere nei confronti degli imputati Galliani Adriano, Ghelfi Rinaldo Antonio e Gambaro Mauro, in relazione a tutte le imputazioni a loro ascritte, perché il fatto non costituisce reato». Inoltre il giudice ha dichiarato il «non luogo a procedere» nei confronti delle società rossonera e nerazzurra, imputate in base alle legge 231, «in relazione alle imputazioni concernenti il bilancio al 30/6/2003 perché l'azione penale non poteva essere esercitata per essere il reato presupposto anteriormente prescritto». L'inchiesta, condotta dal pm Carlo Nocerino, ipotizzava trucchi contabili per plusvalenze fittizie sulla compravendita di alcuni giocatori durante la stagione calcistica 2003-2004.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se il Milan compra Drogba, la procura aprirà un fascicolo contro il Milan per schiavismo e tratta dei neri?

Danielone

Anonimo ha detto...

INTER E MILAN DEFERITE PER FALSO IN BILANCIO

05 FEBBRAIO 2007, Processo sportivo per le plusvalenze. Rischiano una multa.

Sgonfiato nelle aule giudiziarie perché «il fatto non costituisce reato», il pallone avvelenato delle plusvalenze finisce fra i piedi di Inter e Milan da quelli del superprocuratore della Federcalcio, Stefano Palazzi. Il pm del calcio non ha dubbi e il suo verdetto manda a processo (sportivo) i due club milanesi, Adriano Galliani, il vice-presidente dell’Inter Rinaldo Ghelfi, l’allora amministratore delegato nerazzurro Mauro Gambaro, l’ex direttore generale interista Massimo Moretti e il dirigente Gabriele Oriali (stralciata la posizione di Sampdoria, Parma e Chievo). I fatti contestati dall’accusa riportano agli anni fra il 2003 e il 2005 e mettono sul banco degli imputati scambi di giocatori fra le due società. Secondo Palazzi «con abnorme e strumentale valutazione delle medesime prestazioni sportive».

Processo non penale, ma sportivo, perché i rispettivi vertici avrebbero violato l’articolo sulla lealtà, probità e correttezza sportiva, ma anche per aver «posto in essere condotte consistite nella mancata svalutazione nei bilanci chiusi nel 2004 e nella situazione patrimoniale al 31 marzo 2005, delle poste attive già al 30 giugno 2003, tutte condotte connesse fra loro e tutte finalizzate a far apparire perdite inferiori a quelle realmente esistenti». L’accusa rilegge gli incroci che hanno visto protagonisti giovani ragazzi passati da una maglia all’altra nella stessa città: così, ad esempio, il Milan cedette all’Inter i vari Deinite, Giordano, Toma e Brunelli mettendo a bilancio plusvalenze per circa 10 milioni di euro; l’Inter diede ai rossoneri i baby Ferraro, Livi, Ticli e Varaldi con plusvalenze di circa 12 milioni. Palazzi ha scelto la via del deferimento, i rischi, però, sembrano sfumati (ammenda per i due club, pericolo inibizione per i dirigenti). Reazione rossonera: «I fatti addebitati sono del tutto sovrapponibili a quelli che hanno determinato il recente proscioglimento della società e del suo amministratore delegato da parte del Tribunale di Milano». E l’Inter si adegua rilevando «la correttezza e l’assoluta conformità alla legge dei propri bilanci, per altro confermata dalla giustizia ordinaria».

Moratti, in particolare, deve destreggiarsi fra guai giudiziari e polemiche. Ancora e sempre quel 5 maggio 2002. Per la storia tutto regolare. Per il presidente nerazzurro nient’affatto: senza «la banda dei truffatori» sarebbe andata in maniera diversa. Parole pesanti che hanno messo in allerta la Procura Federale per un possibile deferimento. Quella Juve non c’è più da quasi tre anni. Moratti definisce «amici» i nuovi dirigenti bianconeri, ma ogni tanto muove la cenere e ravviva il fuoco. A Torino le allusioni a Moggi provocano sempre un certo disagio. Tuttavia la vecchia Juve non era soltanto Triade. C’erano anche giocatori, alcuni dei quali fanno ancora parte della squadra attuale, che la società vuole difendere. E per la prima volta i nuovi manager reagiscono su fatti dei quali non sono stati protagonisti. «Sono più che mai convinto che il silenzio sia d’oro - ricama Cobolli Gigli a margine del Consiglio di Lega -. E lo dico soprattutto nel caso del presidente Moratti che ha un ruolo di spicco. Noi juventini siamo certi che lo scudetto del 2002 sia stato vinto sul campo. E francamente non capisco come si possa definire “banda di truffatori” l’allenatore che poi ha contribuito a vincere il Mondiale, nonché giocatori come Buffon, Pessotto, Ferrara, Brindelli, Del Piero, Nedved».

da: www.lastampa.it

Anonimo ha detto...

GALLIANI ATTACCA IL PROCURATORE PALAZZI

Un problema in più per Giancarlo Abete: l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, è anche consigliere federale e ha rapporti pessimi con il superprocuratore Stefano Palazzi e ha intenzione di rendergli la vita difficile (come non si sa). Il motivo di questa fortissima antipatia? Molto semplice: Palazzi ha deferito il Milan (e anche l'Inter) per la questione delle plusvalenze, dopo che il gup di Milano aveva appena archiviato il caso. Anche il Cesena è stato assolto perché il "fatto non costituisce reato". Ma per Palazzi è reato sportivo e quindi Milan e Inter vanno a giudizio. In via Turati sono stupiti anche perché il superprocuratore non ha interrogato nessuno, ma si è fidato solo delle carte del tribunale: anche se, pare, che il caso sia stato affidato a sostituiti procuratori esperti di bilanci. Sembra che Galliani volesse chiedere addirittura le dimissioni di Palazzi, cosa peraltro non possibile. Ma il comunicato del Milan si chiede come mai in altri casi la superprocura non si sia ancora mossa: secondo i giudici sportivi, la situazione della Roma (condannata ad un ammenda in primo grado dal tribunale) e della Lazio (prosciolta) sarebbe prescritta dal punto di vista sportivo. Non tutti sono dello stesso avviso. E la Juventus e le altre? Ci sono le procure che stanno indagando: a Torino sta per concludersi la fase preliminare. Può darsi che Palazzi si faccia vivo più avanti (a proposito: che fine ha fatto Calciopoli-2?). Galliani è già stato condannato a 8 mesi per Calciopoli-1 e un'eventuale altra condanna gli creerebbe grossi problemi, soprattutto adesso che ha ripreso un ruolo di primo piano nel mondo del calcio (vedi Spy Calcio del 6 febbraio): ma non è detto che succeda, ora ci sarà il processo e gli avvocati di Milan e Inter (Cantamessa e Raffaelli) sono più che mai agguerriti, e alleati su questo fronte. Pessimi rapporti, improvvisamente, anche fra Juventus e Inter. E' successo dopo la frase velenosa di Massimo Moratti riferita alla "banda di truffatori" e quello scudetto perso dall'Inter nel 2002. Pare che Luciano Moggi voglia querelare, con rischiesta di danni milionaria. Cobolli Gigli si è risentito, e i giocatori di allora (Ferrara in testa) pure. Abete dovrà riportare la serenità. Molta agitazione anche in Lega Calcio, a Milano: che farà Antonio Matarrese in autunno? Si ricandida? Sarà ricandidato? Lui vorrebbe andare in Figc, ma lì c'è già Abete, o magari Matarrese punterà ad un ruolo internazionale dopo che ha riallacciato rapporti con Blatter e Platini. Nel 2009 invece si vota per il Coni: avendo rinunciato ad un seggio in Senato, Gianni Petrucci si sente più forte che mai. Anche perché sa che il prossimo governo, quale che sia, non avrà più un ministero dello Sport ma un sottosegretario alle dipendenze della presidenza del consiglio. Per Petrucci, questa, è un'ottima idea ma per ora si guarda bene dal dirlo: l'importante, per lui, è che non ci sia più Giovanna Melandri, con la quale ormai ha rotto ogni rapporto. E' dai primi di dicembre che non si parlano più...

da SpyCalcio del 9 febbraio 2008