21 settembre, 2005

MILAN 2 - LAZIO 0

(12 PT) Shevchenko, (14 PT) Kakà.

Abbiamo giocato con Dida, Cafu, Nesta (Costacurta dal 41 ST), Stam, Kaladzea Ambrosini, Pirlo, Seedorf (Gattuso dal 29 ST), Kakà, Shevchenko, Vieri (Serginho dal 36 ST).

Il tema tattico: due dadi per il brodino. Le luci a San Siro son sempre accese: terza notturna, terza vittoria. Per intenderci, giusto una minestrina per il nostro Milan debilitato. Abbiamo giocato il solito calcio macchinoso, perimetrale, nervoso: la sintesi dello stato attuale di stasi tattica della gestione Ancelotti. Abbiamo verticalizzato poco. Quel poco con alterna precisione, più spesso con Seedorf che non con Pirlo (quinta partita in quindici giorni: non vede più la palla). Dietro, Stam ha usato i muscoli e l'anticipo, come più gli garba: efficace, anche se scomposto. A destra, segnali di ripresa da nonno Cafù, che nel secondo tempo ha provato addirittura a divertirsi negli spazi aperti. Dall'altro lato, il titolare unico della fascia sinistra non ha replicato i danni di Genova... peraltro, non aveva degni oppositori. Davanti, il veterano Vieri ha giocato di sponda (rientro, appoggio breve e ripartenza), tentando di addomesticare con i mezzi di cui dispone - prevalentemente braccia e avambraccia - i palloni giocabili (pochi) che sono spiovuti nella sua zona. Specialista nello stop a inseguire, il nostro centravanti a parametro zero è tirato a lucido: asciutto e indubbiamente motivato. Ma il calcio, a casa Milan, è uno sport diverso.

La tribuna di Steve: non è tempo di chiacchiere, ma di silenzio e sudore. Premesso che la Lazietta di Delio Rossi è la compagine più rinunciataria comparsa alla Scala del Calcio nell'anno solare, va da sé che non fosse stato il Balon d'Or a rompere lo sterile equilibrio iniziale (dribbling feroce e un'altra stella filante nel sacco), a mio modo di vedere avremmo rischiato di arrotolarci sullo 0-0 fino al novantesimo. Il resto della frittata l'ha cucinata Sereni (complice Vieri), che in compenso ha rubato la centocinquantesima candelina al nostro fenomeno in almeno due occasioni. Ambro è una conferma e va vicinissimo al suo secondo gol consecutivo a San Siro. A questo punto, evitiamo di sbandierare ottimismo (inteso, Galliani?). Come insegna Sheva: "la strada è ancora lunga, ed è una strada da fare tutti insieme".

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