29 novembre, 2005

MILAN 3 - BRESCIA 1

(26 PT) Rui Costa, (40 PT) Gilardino, (2 ST) Alberti, (24 ST) Vieri.

Abbiamo giocato con Kalac, Marzoratti, Simic, Costacurta (Stam dal 32 ST), Kaladze, Gattuso (Pirlo dall'1 ST), Vogel, Jankulovski, Rui Costa, Gilardino (Ardemagni dal 19 ST), Vieri.

Millequattrocentosettantatre spettatori paganti sono la platea dello Stadio Delle Alpi in una domenica torinese come tante di Serie A e sono, al contempo, i malati del Diavolo che - a gradi centigradi zero - assistono agli ottavi di finale della competizione più insulsa del calcio italiano. Qui si assegna lo Scudetto Rotondo, quello che portano sul petto con malcelato orgoglio, a giudicare dai recenti caroselli automobilistici (con conseguente impennata delle polveri sottili a Milano), squadroni del calibro dell'Inter di Roberto Mancini: un autentico specialista del genere. Dai microfoni Rai, il vecchio cuore neroblu Marco Civoli specifica che il Milan è tuttora imbattuto: ineccepibile, dacché si disputa la gara d'esordio. In cabina, siede al suo fianco il garrulo Mazzola: passa la poesia solo a pronunciare i nomi... E tuttavia, esistesse una politica assennata dei vivai, sarebbe questa la competizione ideale per esibire giovani talenti, che non hanno prospettive di apparire in campionato (figurarsi in Champions) nell'era delle rose allargate a 25 e più elementi. Accade, viceversa, che in Coppa Italia debbano ritrovare fiato e dignità gli esiliati della domenica e del mercoledì: parliamo di Dario Simic che, nel breve lasso di sei giorni, precipita dal firmamento turco agli stallatici brèhä senza passare per Milan-Lecce; parliamo di Johann Vogel, di cui avevamo apprezzato una crescita beneaugurante a inizio stagione e che è successivamente svanito alla vista del pubblico per oltre un mese; parliamo di Christian Vieri - il vero colpo basso del nostro mercato estivo - sottratto alla concorrenza con i danari buoni per portare a casa un Luca Toni o due Vincenzo Iaquinta... ma passi: sarebbe sufficiente che la mettesse un paio di volte nel derby per ricordarlo con simpatia negli anni a venire, come già Paolo Rossi; parliamo anche di Marek Jankulovski, che qualcuno aveva sbandierato per jolly di fascia e variante naturale, tanto a destra che a sinistra, poi oscurato per manifesta inadeguatezza dopo due-uscite-due sui campetti di ferragosto (e congratulazioni agli osservatori); ma parliamo anche di Gattuso, Rui Costa e Gilardino, che vengono gravati di 45 più 90 più 65 minuti inservibili, alla vigilia di una settimana che darà significato e direzione (in un senso o nell'altro) ai sei mesi successivi. Ricadiamo nel dominio della ordinaria follia nella gestione del gruppo secondo Carlone Ancelotti. Con tutto ciò, Lino Marzoratti vede il campo per due tempi interi e parla con apprezzabile misura nel post partita, evitando i superlativi (ha ben capito l'antifona); mentre il bravo Matteo Ardemagni deve accontentarsi di 25 minuti per il classico gettone di presenza; segnalo, a disposizione in panchina, anche Luca Antonelli: erede del mitico Dustin. La cronaca vale poco: il portoghese indovina un destro a volo nel sette, e sarebbe già materia sufficiente per tornare a casa. Poi raddoppia il Gila con prezioso colpo di testa direttamente dal corner (assist di Rui Costa, per le statistiche). Quindi subiamo gol su calcio piazzato, giusto per confermare certi limiti strutturali (provassimo a marcare a uomo, solo per curiosità? dice Dario Simic, faciliterebbe il compito di chi gioca assieme per la prima volta... o quasi). Infine mandiamo in gol addirittura Vieri, dopo pregevole tocco a due col portoghese: in sintesi, due assist e un gol. In Coppa Italia, sembrano fenomeni anche quei due.

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