26 novembre, 2005

MILAN 2 - LECCE 1

(4 PT) Pirlo, (22 ST) Konan, (49 ST) Inzaghi.

Abbiamo giocato con Dida, Stam, Nesta, Maldini, Serginho (Costacurta dal 18 ST), Gattuso (Jankulovski dal 35 ST), Pirlo, Seedorf, Rui Costa, Shevchenko, Giardino (Inzaghi dal 28 ST).

Il tema tattico: Lazzaro, alzati e cammina... 72 ore dopo, siamo di nuovo in campo con i dieci undicesimi della trasferta di Istanbul. Unico escluso di fatto è Dario Simic: autentica "rivelazione" (Carlone dixit) del Sokru Saracoglu. L'azzardo è forte. Attendersi più di un'ora di autonomia, fisica e nervosa, dopo i 90 minuti dentro/fuori di Champions è, alternativamente, visionario o miope. A ciò si aggiunga che il terreno è duro per l'abbondante nevicata mattutina, sulle corsie laterali addirittura si pattina. L'esito scontato è che i locomotori esterni viaggiano a scartamento ridotto. La buona sorte è sbloccare subito su calcio da fermo. Il ritmo inziale è frenetico. Il Lecce riparte a testa alta, ma sale male sul fuorigioco e per tre volte il Gila grazia Sicignano vis-à-vis. Conto, in totale, almeno nove situazioni d'attacco buone per chiudere i giochi ma, come in Turchia nel primo tempo, le falliamo in mirabile sequenza. Il divario minimo lascia, tutto sommato, sereni per la pochezza della linea offensiva di Baldini: davanti ne schiera tre, ma il mandato è aggredire i nostri portatori di palla prima che la nostra area. Il secondo tempo inizia su ritmi ancora accettabili, sebbene con un accenno di flessione anche nei centrali. Gli attaccanti hanno ora mai le polveri brinate. Quando al quarto d'ora Cassetti sfonda il quadricipite di Sergio con una ginocchiata (tutto regolare per Tombolini), Ancelotti calca la mano e manda dentro Billy: seconda bocciatura per Simic. La dura lezione della sorte, a metà tempo, è il prevedibile punto del pari: triste quanto puntuale la ricorrenza di un-tiro-un-gol. I nostri ora sono davvero sulle gambe e non resta che la forza della disperazione per non perdere il treno tricolore. Il capitano è costretto a ringiovanire di dieci anni e sobbarcarsi la spinta sulla fascia, improbabile attenderselo dal Professore. Ma il santo delle cause perse si chiama Pippo, e l'ineffabile Carlone lo butta nella mischia a un quarto dalla fine. Mezzora a sbuffare e scalpitare a bordo campo, con la prospettiva di rivestire la tuta e guardare entrare Vieri: stile Istanbul. Invece qua occorre il miracolo, e chi mai più del 9 Rossonero? Entra come un puledro imbizzarrito e al primo contrasto in area va giù con Diamoutene: si gioca. Se il Lecce avesse classe e gambe potrebbe solcare la trequarti aperta e prendersi il bottino pieno: ci prova solo Ledesma al 44' e spolvera la traversa. Replica Janku un minuto dopo, prima della catarsi e la salvazione in pieno recupero. In Rino veritas: il Lazzaro di Reggiolo ringrazi il Santo di Piacenza.

Gli episodi chiave: tre punti oltre i confini della realtà. Appena tre giri di lancette e Tombolini consegna a Pirlo un pallone sulla mattonella giusta: il replay non chiarisce se Stovini vada in anticipo su Rui con la mano o il ginocchio. Dalla mia posizione non sorge neppure il dubbio (fallo). Certo è che il fischietto osserva il contrasto di fronte e non da tergo (come la telecamera), pertanto o è guercio o è punizione. Protesta il difensore e fantasticheranno i moviolisti. Nel frattempo, il nostro Juninho bresciano picchia a tres dedos sulla valvola e indovina un'altra traiettoria da cartoon: prima sale tesa e centrale, poi scende improvvisamente a destra. Filo del palo e gol, come contro De Santis. Vengano a raccontarci che ANCHE Sicignano ha piazzato male la barriera... giornalismo da dilettanti allo sbaraglio. Inizia lo show del tiro fuori. Quando il Gila mette a sedere il portiere in dribbling, il gioco sembra fatto ma, invece di mirare fra i pali, gioca un diagonale fuori bersaglio: a me sa di assist più che di gol mancato, per come chiude il movimento verso centro area con l'interno del piede. Sarebbe lecito attendersi più egoismo dal nostro capocannoniere. La puntuale lezione al consumismo in zona gol arriva su traversone di Cassetti da destra. Di nuovo fatalità, per Stam che sale mezzo metro sopra Vucinic e schiaccia di testa: carambola sulla zucca dell'attaccante e il pallone scende verso l'area piccola; a veder l'olandese così alto in anticipo, nessuno mai avrebbe supposto quella beffa, tant'è che Maldini lascia passare Konan e il barbaro infila Dida. Chiare le analogie con il gol di Caracciolo. Il paradosso della domenica è che l'estremo leccese compie l'unico intervento decisivo su una demi-volée di Nesta (splendida acrobazia da bomber) solo nel finale: ricordo un Parma-Milan in cui replicò quel prodigio all'infinito. Con sei sostituzioni e due interruzioni per infortunio, i minuti di recupero fanno 5 (con buona pace dei dietrologi). Fossero stati 4, poco male: infatti è al 48' e rotti che parte l'ennesimo lancio di Sandrone dalle retrovie. Va Pippo col coltello fra i denti in duello aereo, girando palla al limite dell'area. Pirlo legge a memoria il suo movimento e gioca di testa verso l'area piccola, dove sa che potrà arrivare solo chi ha fame e rabbia. Gamba e cuore volano oltre l'ostacolo: il ginocchio ferito affonda nel ghiaccio ma la punta del destro arriva oltre l'estensione del muscolo e l'immaginazione di Sicignano... oltre i confini della realtà. Gol da delirio, (secondo) gol da 3 punti, gol da Superpippo!

La tribuna di Steve: supponenza e ottusità in salsa reggiana. Oggi come l'Ottomaggio. Ora e sempre. Il Lecce o la Juve, il turno 13 o la sfida tricolore: non fa alcuna differenza. Sono ancora tutti dentro. Anzi no: è fuori Simic! Torna in campo Stam, e dà subito l'idea di essere tutt'altro che in condizione. Viene da domandarsi se mercoledì notte Ancelotti si fosse fatto burla del croato, pronunciando le testuali parole: "questa volta do ragione al giocatore e contro l'allenatore... la prossima volta dovrò guardare meglio!". Se lo starà chiedendo soprattutto Dario, misteriosamente tenuto ai margini per tre anni malgrado la comprovata affidabilità. Avanti di questo passo, chiederei al Nostro dove abbia guardato, durante gli allenamenti di giovedì e venerdì, per arrivare a escludere (di nuovo) Inzaghi: il Balon d'Or è svuotato: lo si nota da come gira al largo dell'area di rigore, limitandosi al contributo di pura abnegazione in copertura e in ripartenza. Meritava di cedere il suo alloro sulla scena di Istanbul. Non parliamo del Gila, visibilmente annebbiato davanti a Sicignano. Aggiungo: l'ingaggio (discutibile) di Vieri non era stato giustificato con la necessità di calare un ariete sui campi pesanti e di fronte agli avversari minori? Che dire poi del Sindaco, bastonato duro sotto al ginocchio (tre giorni fa si paventava addirittura un menisco) e oggi regolarmente in campo, mentre Vogel fa la muffa in panchina? Chiuderei la lista con Seedorf: ispirato e inesauribile in Champions, non si poteva umanamente attendere il bis contro un Lecce da fondo classifica. Ora qui sta ad intedersi una volta per tutte: il tecnico dica chiaro al mondo che "squadra che vince non si cambia" e metteremo finalmente l'anima in pace. Innanzi tutto la Società, che ogni anno allestisce una rosa di 15-16 potenziali titolari, supponendo che verranno impiegati come tali. In secondo luogo il Popolo Rossonero, che dopo il suicidio di maggio riteneva di doversi attendere più turnover per arrivare alla resa dei conti meno bolliti della scorsa stagione. Infine i diretti interessati, gli esclusi a prescindere - dico Inzaghi, Ambrosini, Simic, Rui Costa e lo stesso Serginho, fino a pochi mesi or sono: solo per citare i calibri grossi - che dovranno fare buon viso a cattiva sorte, quando il tecnico racconta che "va in campo sempre chi sta meglio". La ciliegina sulla torta agra di domenica sera è che Galliani interrompa il suo "sofferto silenzio" per comunicare che abbiamo anticipato NOI il turno - e non l'Inter - per evitare cattivi pensieri... Di nuovo, sentiti ringraziamenti da parte del Milan, caro Presidente di Lega e della Commissione Fifa! Immaginarsi se, anticipando, fossimo scivolati a meno 7... Degno corollario di una serata mesta, quanto lo striscione delle Brigate sistemato al centro della Sud.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

PALLONE D'ORO: RONALDINHO SUCCEDE A SHEVA, MALDINI PRIMO TRA GLI ITALIANI 28/11/2005 PARIGI - E? Ronaldinho il Pallone d?Oro 2005: il premio al miglior giocatore europeo assegnato da France Football e? stato ufficializzato a Parigi. L?attaccante del Barcellona ha ricevuto 225 voti, e succede ad Andry Shevchenko. Primo degli italiani Paolo Maldini, con 23 preferenze. I primi 10: Ronaldinho 225, Lampard 148, Gerrard 142, Henry 41, Shevchenko 33, Maldini 23, Adriano 22. Ibrahimovic 21, Kaka? 19, Eto?o e Terry 18. Con 4 voti Buffon si e? piazzato 19/o, un voto anche per Nedved. (ANSA)

Anonimo ha detto...

28/11/2005 PARIGI - Andriy Shevchenko in collegamento con Milan Channel da Parigi, dove ha partecipato all'ufficializzazione del Pallone d'Oro a Ronaldinho: ?E? stata una serata bellissima, per Ronaldinho credo indimenticabile e speciale. Oggi si festeggiava il cinquantesimo anniversario di questo premio e per l?occasione è stata allestita una cerimonia particolare. C?erano 25-26 giocatori vincitori del Pallone d?Oro nelle edizioni passate e tutti hanno applaudito il brasiliano. Per lui deve essere stata un?emozione unica. E lo è stata per tutti, anche per me che ho vinto l?anno scorso. Penso che il campione del Barcellona meriti assolutamente questo riconoscimento. Però credo anche che la sconfitta contro il Liverpool abbia penalizzato i giocatori del Milan. Se a Istanbul a maggio avessimo vinto noi, il favorito sarebbe stato il nostro capitano, Paolo Maldini?.

TheSteve ha detto...

IN RINO VERITAS

29/11/2005 MILANO - Sulle pagine dedicate allo sport del Corriere della Sera un'intervista a Rino Gattuso: "E' una vita che negli stadi mi insultano eppure non mi sembra di essere di colore... E' la cultura che c'è in Italia che è sbagliata. Zoro ha fatto benissimo. Ho una proposta: sederci intorno ad un tavolo, il capitano, 4-5 giocatori più rappresentativi di ogni squadra e i capi ultrà. Guardarli negli occhi e chiedergli: perchè lo fate?"