03 dicembre, 2006

IN RADICE

Continuare a parlare di calcio in Italia dopo il 26 di luglio è un po' come ostinarsi a credere a Babbo Natale dopo il servizio militare. Com'è ormai noto, al posto della vecchia Serie A, lo sponsor Telecom ha allestito quest'anno un torneo aziendale che il doppiovelo rosa ha diligentemente rinominato: il Campionato degli Onesti. Siccome chi porta il pallone, in tutti gli oratori del mondo, decide chi gioca e chi sta fuori, accade che in testa alla classifica del torneo splenda giustamente la Vergine di Jesi; accade che a fare da sparring partner sia la Roma dei Sensi - che per citare il grande Diego (non dico il Pibe) è pur sempre l'Inter del Sud - e accade ancora che in zona Champions League ci stiano il Palermo e il Livorno. A seguire, il Siena e il Messina. Capocannoniere del torneo: Riganò del Messina. Moggi ride amaro e conta le figurine del suo album dei ricordi. I Savoia, dal canto loro, commentano con sdegno che in Italia quest'anno si disputano due Serie B: in una, gioca la Juventus... Il pubblico intanto è altrove: un deficit di 100mila spettatori, unico trend negativo fra tutti i campionati d'Europa.

Per non stonare, il Milan è in zona retrocessione. Un po' a causa dell'handicap convalidato dalla Camera di Conciliazione e Arbitrato dello Sport, che era l'ultimissima spiaggia di Calciopoli. Riporto per completezza del quadro comico la motivazione: "la penalizzazione di punti 8 irrogata per il campionato 2006-2007 svolge un'adeguata funzione monitoria senza per questo precludere in radice il raggiungimento dei più alti traguardi sportivi, considerate le chances competitive della squadra e i risultati ottenuti nelle ultime stagioni". Considerate le chances competitive della squadra nella stagione in corso, ci sarebbe da chiedere un bonus oltre che uno sconto. Ma non ditelo a Berlusconi, perché se apre bocca un'altra volta, Borrelli ci manda in C1 senza passare dall'Olimpico di Torino. Mi domando: fosse rimasto Sheva, di punti ce ne avrebbero "irrogati" 30?

Dici Balon d'Or e pensi alla campagna acquisti/cessioni di quest'estate. Mai fu più inopportuna la virata epocale nella strategia di bilancio dettata dalla proprietà. Per andare in pareggio coi 45 milioni intascati da Abramovich, il Vicario inibito ha consumato anche gli spiccioli. Ma quei brutti ceffi di Simplicio, Diana, Bresciano e Amauri (solo per menzionare gli acquisti di una squadra di vertice) non erano da Milan: si sa che a Mediaset piacciono solo le facce pulite. Così sono arrivati bei bidoni e splendide vecchie glorie: la rosa ora è fotogenica, ma purtroppo è da centro classifica. Al lordo della penalizzazione. Aprire gli occhi oggi e guardare l'orizzonte più prossimo (i 39-40 punti della quota salvezza) è un'esercizio di realismo tanto crudele quanto opportuno. Continuare a lamentare i torti subiti e fantasticare sull'obiettivo Champions League (inteso sia come quarto posto in classifica, sia come finale ad Atene) viceversa è un'esercizio di stile che ha sempre più il retrogusto agrodolce dell'autocelebrazione e della vocazione al sogno di matrice berlusconiana. Il quadro è reso tanto più allarmante dall'ottimismo ostentato da dirigenti, allenatore e giocatori. Sorge il dubbio atroce che fra le righe della sentenza Coni sia già scritto - con squisita ironia - il verdetto della stagione in corso: ovvero, che i traguardi sportivi siano preclusi "in radice"... ma con la R maiuscola, per citare il nome dell'ultimo allenatore rossonero che a dicembre riteneva di avere un Milan da Scudetto e che a maggio lo vide sprofondare, lentamente ma inesorabilmente, in Serie B.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Effettivamente sulla necessità di una "rosa fotogenica" basta guardare le pubblicità sparse per la metropolitana milanese di uno degli sponsor, in cui si vedono le "belle facce" di Gourcuff e Oliveira!!!
Ottimi modelli.... sulla qualità del brasiliano però...

TheSteve ha detto...

Se la Camera di Conciliazione del Coni sconta a tutti compreso Lotito, che quando ha deposto non ha fatto capire ai giudici nemmeno il suo cognome, qualcosa vorra significare. Passi che Borrelli aveva una mission politica da compiere e che Palazzi era assetato di fama da Torquemada del 2006, ma tutti gli altri? Quegli altri che sanno stare al mondo e che sono riconoscenti al potere politico ed economico? E al Coni, il vecchio ministro dello sport del governo Berlusconi non ha lasciato amici e
discepoli?
Eppure al Milan ed a Galliani niente sconti.
Ma ha forse ragione qualcuno che suppone che lo sconto ce lo abbiano già fatto non mandandoci in serie B e che il massimo sforzo di benevolenza politica sia stato fatto consentendoci di fare i preliminari di Champions.
Il seguito è un'amara storia di fallimenti sportivi e disfacimento societario.
Speriamo che la catarsi non sia il campionato cadetto nel 2007/2008.

Danielone

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI SU KAKA'

15 dicembre 2006 - (...)"Gli ho detto che il Milan di oggi si riconosce in lui come uomo-simbolo, non solo per le sue doti di atleta, ma anche per le sue doti umane. Ha la faccia pulita, è un bravo ragazzo, credo che con la sua bellezza sia molto simpatico alle tifose, ma anche i tifosi possono riconoscersi in lui, per la sua sincerità".

da: www.gazzetta.it