23 dicembre, 2006

SE NON PROPRIO ZERO

Sanzionato in primo grado dalla Commissione d'Appello Federale a 2 anni di inibizione, poi ridotti a 9 mesi in secondo grado dalla Corte Federale, Adriano Galliani è stato definitivamente graziato dall'Arbitrato del Coni con altri 4 mesi di sconto sulla pena. Il Vicario da oggi è disinibito. Diciamo Caf, diciamo Corte Federale, diciamo Coni. Diciamo gli organi sportivi che hanno comminato all'A.C. Milan, rispettivamente: una retrocessione in Serie B (con 3 punti di penalizzazione), la successiva esclusione da tutte le competizioni europee - salvo poi cadere nella gaffe Empoli/Uefa - e infine lo "sconto zero" ai saldi di fine Calciopoli. Diciamo pene inflitte al club per responsabilità diretta del suo amministratore delegato, in violazione dell'art.1 c.g.s., nell'avere "tollerato e implicitamente approvato il comportamento del sig. Meani (...), così di fatto avallando un comportamento scorretto che andava al di là dei compiti propri del dirigente accompagnatore addetto agli arbitri". Mai si dimentichi che il Milan - la squadra, il suo popolo, il suo blasone - ha pagato (e continua a pagare sul campo) a causa della condotta "lesiva dei doveri di lealtà e probità sportiva" di Adriano Galliani e del suo dipendente Leonardo Meani. Ancorché mitologica, la figura del Carneade di Lodi trova riscontro materiale nella carica di cui fu investito - si deve supporre - dalla società, ovvero dal suo primo dirigente. Giudico curioso che, nel corso dei tormentati mesi estivi, mai un'apparizione o una dichiarazione ufficiale siano state concesse all'ex dirigente "accompagnatore degli arbitri". Né dai canali istituzionali (imbarazzata ammissione di colpa?), né da quelli non istituzionali ma affini e contigui alla corte dei miracoli del Vicario. Del Meani si son perdute le tracce, con la medesima rapidità con la quale un giorno egli balenò agli onori della cronaca...

Infine, chi ha ottenuto gli sconti della giustizia sportiva? Non il Milan, ma Galliani! Per chi si è prodigato l'Avvocato Cantamessa? Tristemente, non per il club ma per il suo amministratore delegato. Esauriente e significativa la dichiarazione dell'azzeccagarbugli sociale dopo la delibera del Collegio Arbitrale: «L'unico motivo di moderata soddisfazione per il lodo arbitrale odierno è legato al fatto che finalmente siamo alla fine. Questa vicenda finisce. Tutte le cose hanno una fine e l'unica ragione positiva di questa cosa è che è finita. L'ho detto e ripetuto, le colpe dell'uomo in questa vicenda se non proprio zero sono vicinissime allo zero, eppure ha dovuto sopportare ugualmente un bel po' di mesi di inibizione. Comunque basta, è finita, questa è l'unica cosa che conta, l'unica cosa veramente importante. Adesso per uscire del tutto da questo momento, anche in campo con la squadra, urge anche un requisito fondamentale che io non so come venga chiamato dagli altri, ma che io chiamo fortuna».

Le mie più cupe illazioni sulla strategia del baratto, adottata dalla dirigenza per salvaguardare i propri interessi finanziari a danno del Diavolo, prende corpo nei fatti. La stampa bene informata (si legga, di sponda borrelliana) aveva parlato di un accordo che lo straordinario Commissario Telecom e il suo braccio destro, Avvocato Nicoletti, in estate avrebbero "tentato" di raggiungere con il Gatto Galliani e la Volpe Cantamessa. Riconoscendo l'assoluta inefficacia dell'inibizione - giacché i dirigenti squalificati non cessano di fatto la propria variegata attività di relazioni - sarebbe stato approntato una sorta di "decalogo" da far sottoscrivere al Vicario inibito.

[Repubblica.it] In cambio di uno sconto di pena, l'a.d. del Milan si impegnava a non rilasciare più dichiarazioni, a non partecipare a riunioni (nemmeno carbonare), a non fare mercato, etc. Se avesse sgarrato, avrebbe scontato sino all'ultimo giorno (17 aprile 2007) la sua squalifica. L'accordo poi non fu sottoscritto, forse perché Galliani andò in Spagna con Braida a trattare Oliveira...


«Galliani? Non rispetta le regole», il commento lapidario del poliziotto Borrelli in un'intervista del mese scorso a Radio Capital, puntualmente anticipata da La Repubblica. Il riferimento era a una riunione informale, tenutasi nel mese di novembre all'Hotel Gallia di Milano, per discutere (guarda caso) di diritti televisivi con vari presidenti di A e di B. A seguire, l'apertura di un'inchiesta federale sulla condotta dei dirigenti inibiti dopo le sentenze di Calciopoli e le sconsiderate esternazioni di Galliani - attraverso il sito ufficiale - che paragona il capo del pool Piedi Puliti al capo della polizia stalinista, Laurenti Beria: «Devo presumere che il prossimo intervento di Borrelli atterrà all'uso della tortura». Si noti come, prima della beffa del Coni e la farsa del pour parler di Pancalli, Galliani avesse tentato di blandire l'opinione pubblica rilasciando dichiarazioni subliminali del genere (pietoso): «Io sono stato l'unico a rifiutare ogni commento sulla mia squalifica e a dribblare qualsiasi trasmissione televisiva. Non sono entrato una volta nello spogliatoio e Gattuso mi ha pure detto che la mia mancanza si sente». L'applicazione delle sanzioni disciplinari risulta essere, di fatto, tanto tollerante da risolversi nell'impedimento a scendere negli spogliatoi durante la gara e - soprattutto - a rappresentare la società in circostanze ufficiali. Missione compiuta, dunque. Il Vicario disinibito torna in gioco. A questo punto, non resta che attendere la sua prossima mossa.

1 commento:

TheSteve ha detto...

ROMA, 18 dicembre 2006 - Il Collegio arbitrale, presieduto dall'avvocato Mario Antonio Scino e composto dai colleghi Aurelio Vessichelli e Massimo Ciardullo, ha deliberato all'unanimita' il lodo arbitrale sul procedimento promosso dall'amministratore delegato del Milan contro la Figc.

Questo il testo del dispositivo:
"Il Collegio Arbitrale, all' unanimita', definitivamente pronunciando nel contraddittorio delle parti, disattesa ogni ulteriore istanza, eccezione e deduzione:1. dispone l'inibizione al sig. Galliani fino alla data del 23 dicembre 2006; 2. condanna il sig. Galliani, a titolo di commutazione della residua sanzione, a versare alla FIGC, entro 30 giorni dalla pubblicazione del presente lodo, la somma di Euro 25.000,00 (venticinquemila/00) con vincolo di destinazione a finalita' di promozione dell'attivita' giovanile e dilettantistica;3. pone le spese del presente arbitrato, per onorari e spese del Collegio arbitrale, a carico dell'istante quanto al 80% e a carico della FIGC quanto al 20%, con il vincolo della solidarieta'; 4. dispone la integrale compensazione tra le parti delle rispettive spese di difesa;5. dispone che tutti i diritti amministrativi versati siano incamerati dalla Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo Sport".

da: www.acmilan.com