29 gennaio, 2007

C'ERA UNA VOLTA

C'era una volta un Presidente di Lega dal cranio lucente. E c'era un patto d'acciaio fra Mediaset S.p.A. e Giovanni Agnelli & C. S.a.p.a. che consentiva alla Juventus FC di incassare i diritti televisivi satellitari criptati in anticipo di due anni e chiudere i bilanci in attivo fatturandone i proventi. C'erano anche i compagni di merenda del cranio lucente, Antonio e Luciano. E davanti ai soprusi perpetrati ogni domenica sul campo dalla loro "combriccola romana", c'erano i "sofferti silenzi" dell'a.d. del Milan AC, in aperto conflitto d'interessi con la carica di Presidente di Lega. Tutto questo c'era una volta, e oggi non c'è più...

[Corriere.it] Mediaset-Lega Calcio: la partita prosegue in tribunale. Il gruppo di Berlusconi ha infatti depositato un atto di citazione presso il Tribunale di Milano contro la Lega Calcio. L'atto contiene la richiesta di riduzione del prezzo dei diritti in chiaro del campionato di calcio di Serie A in seguito allo scandalo "Calciopoli". Mediaset, si legge in una nota, «è stata costretta alle vie legali dall'atteggiamento della Lega Calcio che non ha mai dato concreto seguito alle richieste di modificare consensualmente il contratto in essere, concluso prima di Calciopoli. Dall'estate 2006 a oggi, infatti, si è sviluppato un intenso carteggio tra Mediaset e Lega Calcio culminato con due incontri di vertice, rassicuranti a parole ma infruttuosi nei fatti. E anche l'auspicio di Mediaset di risolvere la vicenda in forma riservata attraverso un arbitrato «super partes» non ha ricevuto alcun segnale di disponibilitá da parte della Lega. Pertanto, dopo aver atteso anche l'ultima sentenza definitiva sullo scandalo Calciopoli, Mediaset si vede costretta a procedere per vie legali».

PERDITA DI INTERESSE - Mediast afferma che «esaminando diversi parametri ufficiali, è oggettivamente dimostrabile che le retrocessioni e le penalizzazioni irrogate dal giudice sportivo hanno prodotto una forte perdita dell'interesse del pubblico verso il Campionato di A (i tifosi delle squadre retrocesse o penalizzate costituiscono il 40% del numero dei tifosi complessivi) che si traduce in una corrispondente riduzione del valore di mercato dei diritti televisivi in chiaro.

I DATI - Comparando solo alcuni tra i principali valori numerici della stagione calcistica 2005-2006 a quelli della stagione 2006-2007 emergono i seguenti risultati: 1) Abbonamenti stadi Serie A: - 17.5%; 2) Spettatori paganti: - 10.0% (solo nelle prime 13 giornate); 3) Calo valore contratti Pay tv Serie A: -14.8%; 4) Crescita valore contratti Pay tv Serie B: +52.0%». Mediaset, prosegue il comunicato, «deve assicurare ai propri azionisti la tutela degli interessi della società e procedere ad acquisti di diritti televisivi calcolati secondo principi di equità, è pacifico che ora questi diritti non hanno più un valore equo. E davanti alla politica della Lega che insiste nel negare l'evidenza, non resta che la strada del tribunale».

CONTRATTI IN CORSO - L'azienda precisa che continuerà ad onorare i contratti in corso. «Nonostante i dati di fatto esposti, Mediaset non vuole penalizzare il mondo del calcio, soprattutto le squadre e le serie minori a cui vengono redistribuiti i ricavi dei diritti in chiaro. Pertanto, invece di sospendere i pagamenti come sarebbe naturale in questi casi, Mediaset continuerá ad onorare l'impegno finanziario previsto dal contratto, a dimostrazione della propria correttezza e totale buona fede. Ovviamente, il pagamento sarà effettuato con riserva in attesa della decisione del giudice».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I CLUB ITALIANI DIPENDONO DALLA TV

Il rapporto della Deloitte, "Football money league, the reign in Spain" è appena uscito e riferisce ai dati della stagione 2005-'06. Un po' datato per certi aspetti, perché la Juventus nel frattempo sta in serie B. Ma interessante per scoprire le differenze fra il nostro calcio e quello europeo. I club italiani dipendono, in grandissima parte, dai diritti televisivi. Incassano pochino al botteghino (salvo rare eccezioni), meno ancora col merchandising. E' la tv che comanda e tiene in piedi il Circo del pallone. Facile da scoprire: il 68% dei ricavi della Juventus era legato (lo scorso anno) ai diritti tv, per il Milan si scendeva al 65%, l'Inter era al 63% e la Roma al 60%. Guardando i principali club europei, ecco le percentuali: Real Madrid 31%, Barcellona 36%, Manchester 27%, Chelsea 34%, Bayern 21%, Arsenal e Liverpool 41%, Lione 56%.

da SpyCalcio del 14 febbraio 2007

Anonimo ha detto...

TV, CONTINUA LA CAUSA DI MEDIASET ALLA LEGA.

TV, è stata un'annata infelice: colpa di Calciopoli, poi l'omicidio Raciti, la fuga degli spettatori dagli stadi, il campionato di scarso interesse. Tantissimi fattori che hanno portato Mediaset a fare addirittura causa alla Lega Calcio. Il motivo? La tv di Piersilvio Berlusconi aveva pagato i diritti del campionato 61 milioni di euro a stagione (complimenti ad Adriano Galliani, allora n.1 della Lega...) e ora ha scoperto che valgono molti di meno. Antonio Matarrese non ha fatto sconti, la causa va avanti. Il presidente della Confindustria del calcio si è affidato, per le questioni-tv, ad uno dei manager migliori, Marco Bianchi. Studiato un nuovo format per la Coppa Italia, che potrebbe andare in chiaro o in criptato. Ma il problema è il solito: come fa Matarrese, con l'aria che tira, a garantire undici "prime serate"? E' il Viminale, ormai, che decide gli orari. Da vendere, la prossima stagione, la serie B: quest'anno la Lega ha portato a casa tanti soldi, 40 milioni di euro. Ora senza Juventus, Genoa e Napoli (o qualche altra big) sarà un torneo con molto meno appeal. Chi lo vorrà? Da rivedere, il prossimo anno, anche molte trasmissioni. Sandro Piccinini su Mediaset ha tenuto botta: ma per il resto è stato un calo (un crollo in qualche caso) continuo. Che sarà ad esempio della Domenica Sportiva? Jacopo Volpi ha fatto autentici giochi d'equilibrio, con scarsi mezzi: merita di essere riconfermato dalla Rai. Simona Ventura condurrà ancora, a meno di clamorose sorprese, "Quelli che il calcio e...". Ci sarà però sempre meno calcio e più show: gli ascolti sono calati ma sempre superiori alla media di rete. E la bella Ilaria (D'Amico) che fa? Resta a Sky? Ha tentato l'avventura con una trasmissione tutta sua su La7, "Exit-Uscita di sicurezza". Risultato? Un fallimento totale. Meglio che resti nel suo mondo. Quello del pallone. Anche se la sua trasmissione domenicale ha ben pochi spettatori: finite le partite, la gente cambia canale. E anche questo è il segno dei tempi.

da Spycalcio del 15 maggio 2007