08 gennaio, 2007

FOSSE VERO!

I soldi per Oddo e Galliani al capolinea, di Stefano Olivari

[PaoloZiliani.it] Un'inchiesta del Sole 24 Ore ha evidenziato che nel 2006 Silvio Berlusconi e famiglia hanno incassato 215 milioni di euro, fra profitti e riserve, dalle quattro holding che controllano il 61,13 per cento della Finivest (con le altre si arriva al cento per cento, ma gli assegni sono arrivati solo da quattro). Soldi veri, non partite di giro: facile il confronto con i 141 milioni 2005 e i 79 del 2004.

Lasciamo i discorsi pauperistici a quotidiani sempre meno letti e sempre più assistiti dallo stato, ed andiamo direttamente sul Milan. Il Berlusconi in giacca e cappottino leggero ascoltato nel gelo del San Siro post Trofeo Berlusconi non sembrava certo uno disposto ad abbandonare il calcio: dai discorsi sui massimi sistemi alla conferma di Ancelotti, tristemente chiamato "Ancellotti", la motivazione dell'uomo è sembrata ottima. E allora? Solo con i soldi incassati nel 2006, trascurando quelle due lire guadagnate nel mezzo secolo precedente, Berlusconi potrebbe resistere al devastante dimezzamento del decreto spalmammortamenti ed avere le potenzialità per una grande operazione: cose alla Messi (se fosse in vendita), alla Buffon (se non lo avesse già preso l'Inter), alla Henry.

Perché quindi sta esponendo Galliani alla brutta figura di essere in balia della Lazio (e della moglie del giocatore) per Oddo, il giovane di trentun anni che mancava, o al ridicolo di essere sollecitato dall'Udinese a fare una telefonata per Iaquinta che viene via con poco? La motivazione non può che essere una: nella testa presidenziale non c'è di sicuro una smobilitazione, ma un ricambio sì. Per mille motivi non può accompagnare alla porta Galliani, per cinquecento altri (i 22 milioni buttati per Oliveira pesano meno della gestione della vicenda Shevchenko, isolato all'interno di uno spogliatoio che ha già sbarrato la porta all'arrivo gratis di Cassano) spera che sia lui a farsi da parte aprendo la strada ad un nuovo tandem: manager finanziario puro (un Giraudo, non necessariamente Giraudo) più direttore delle operazioni calcistiche (Capello, se viene cacciato da Madrid, se no Costacurta). Bella cosa, la gratitudine...

1 commento:

TheSteve ha detto...

Buonasera Olivari,

la leggo da oltre un anno e ricordo un pezzo pubblicato lo scorso mese di giugno su Indiscreto nel quale ventilava per Galliani, negli intendimenti di Berlusconi, l'ipotesi di "una pensione federale o un futuro da padroncino nel basket milanese". Oggi torno a leggere di una supposta duplice volontà presidenziale: persistere con il Progetto Milan e ricambiare i vertici societari.
Sono un Rossonero di vecchia data e comprovata fede (33 abbonamenti consecutivi a San Siro, dal 1973 alla stagione scorsa) che è passato attraverso 15 anni di "gestione brianzola" del club, dai Riflettori di Marsiglia al Ristoratore di Lodi, non senza patire qualche contraccolpo. Eufemismo: sono nauseato al punto da aver scelto un esilio doloroso, quanto consapevole, dalla mia "seconda casa" di Milano.
Le sue parole suonano, pertanto, come un sospiro di sollievo... se non di speranza. Mi spiego: lei è davvero certo che i "cinquecento buoni motivi" (che tutti conosciamo) potranno prevalere sui mille (altrettanto noti, o immaginabili) per i quali Berlusconi "non può accompagnare alla porta Galliani"?
Posso assicurarle che pagherei di tasca mia per vedere concretizzata quest'ipotesi, e ho la sensazione che il sentimento sia condiviso dal "deficit" di abbonati che la stagione in corso ha fatto registrare a San Siro. Ritengo che la politica miope e poco trasparente (altro eufemismo) adottata da Galliani nell'ultimo decennio abbia prodotto un danno di immagine, di bilancio e di competitività che ha allontanato - forse per sempre - generazioni di sostenitori Rossoneri. E questo, detto in tutta onestà, è il "delitto" che più mi sta a cuore: ben più del vuoto in bacheca, giacché del Ventennio berlusconiano tutto si può dire, ma non che siano mancate le soddisfazioni sportive.

Cordialmente, Shevalove