20 giugno, 2007

IL FALSO NEL BILANCIO ONESTO (segue)

La Covisoc: Irregolare l'iscrizione al campionato 2005-2006

[LaStampa.it] C’è una brutta sorpresa per l’Inter nell’avviso di chiusura delle indagini sui falsi in bilancio, depositato ieri dal pubblico ministero Carlo Nocerino. Sta in una realzione della Covisoc, la commissione di vigilanza per le società calcistiche, allegata al documento. Vi si legge infatti: «L’equilibrio finanziario sarebbe saltato se la società avesse evidenziato le perdite connesse alle plusvalenze fittizie, e l’Inter non avrebbe superato i parametri richiesti per l’iscrizione al campionato 2005-2006». Detta in parole semplici, secondo la Covisoc l’Inter non avrebbe avuto i requisiti per partecipare al torneo che, come si sa, non è stato proprio un campionato qualsiasi: alla squadra nerazzurra venne assegnato «a tavolino» lo scudetto vinto e poi revocato alla Juventus, dopo uno scandalo che aveva travolto il calcio italiano.

Pronta la replica dell’Inter: «Mai appostato plusvalenze fittizie», scrive la società in un comunicato. Aggiungendo di aver «già presentato necessaria e completa documentazione tecnica a dimostrazione che è sempre stato garantito pieno rispetto dei dovuti equilibri finanziari», in particolare tramite «sistematici» aumenti di capitale. Anche per il Milan, società coinvolta assieme all’Inter nell’inchiesta, c’è la stessa «sorpresa», cioè l’estensione dell’indagine ai bilanci «propedeutici» all’ammissione al campionato 2005-2006 (e non soltanto a quello 2004-2005 come sembrava all’inizio delle indagini) ma le conseguenze, sul piano sportivo, appaiono meno gravi. Per il resto è pressochè identica l’accusa formulata dal pm: l’aver compiuto un falso in bilancio attraverso la «falsa esposizione derivata dalle operazioni di compravendita dei diritti alle prestazioni pluriennali di calciatori e delle compartecipazioni»; erano prezzi di cessione e/o acquisto fittizi «in quanto artatamente incrociati a tavolino». Questi «fatti non rispondenti al vero» avrebbero «determinato il superamento delle soglie del cinque per cento del risultato economico e dell’un per cento del patrimonio netto, nonché l’alterazione sensibile della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società». Il documento di Nocerino parla esplicitamente di «operazioni incrociate» tra Inter e Milan. E per i nerazzurri aggiunge anche «la compravendita con la Lazio dei diritti relativi ai calciatori Corradi e Crespo (ipervalutati per un importo almeno pari a 6 milioni e 669mila euro)».

Si chiude così, a Milano, un’inchiesta cominciata alla fine dell’anno scorso; partita dalla procura di Roma e con diramazioni anche a Genova e Torino. Gli indagati, oltre alle due società in quanto tali, sono il vice presidente e ad del Milan, Adriano Galliani, e, per l’Inter, Massimo Moratti, Mauro Gambaro e Rinaldo Ghelfi. Per tutti loro, vista la «durezza» della nota del pm, la richiesta del rinvio a giudizio sembra scontata. In particolare il patron e gli amministratori dell’Inter sono accusati di aver praticato «alterazioni di bilancio» tali di comportare «l’esposizione di un maggior patrimonio netto pari a 32milioni e 459mila euro» e ciò «ha indotto l’organo di vigilanza Covisoc a chiedere un ripianamento patrimoniale inferiore a quello dovuto». Cifre, quelle citate dal pm, frutto di una perizia effettuata dal consulente della procura: Luigi Magistro, colonnello della Finanza e già capo audit all’Agenzia delle entrate. Da esperto ha spulciato i bilanci delle squadre e con i risultati delle sue indagine si è rivolto alla Covisoc, chiedendo se le cifre esposte sarebbero stati «compatibili» con l’iscrizione al campionato: per l’Inter no, è stata la risposta.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La Covisoc ha stabilito che gli indossatori di scudetti e onestà altrui hanno taroccato i bilanci e che non si sarebbero potuti iscrivere al campionato (al campionato vinto dalla Juve l'anno scorso). Il pm di Milano ha preso nota e se la procura federale non insabbierà si applicherà l'articolo 7 del codice sportivo. Al comma 3 dice:
"La società che, mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi, tenta di ottenere od ottenga l'iscrizione ad un campionato a cui non avrebbe potuto essere ammessa sulla base delle disposizioni federali vigenti al momento del fatto, è punita con una delle sanzioni previste dall’art. 13, lettere f), g), h) e i)".
Bene. Quali sono le sanzioni previste dall'articolo 13, lettere f), g), h) e i)?
Queste:
"f) penalizzazione di uno o più punti in classifica; la penalizzazione sul punteggio, che si appalesi inefficace nella stagione sportiva in corso, può essere fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente;
g) retrocessione all'ultimo posto in classifica del campionato di competenza o di qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria;
h) esclusione dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica
obbligatoria, con assegnazione da parte del Consiglio Federale ad uno dei campionati di categoria inferiore;
i) non assegnazione o revoca dell'assegnazione del titolo di campione d'Italia o di vincente del campionato, del girone di competenza o di competizione ufficiale".
Applicando il criterio folle usato contro la Juve l'estate scorsa, malgrado l'accusa non fosse provata, all'Inter tolgono lo scudetto finto dell'anno scorso, la retrocedono in B con penalizzazione, chiedendo la C, e le tolgono lo scudetto buono, ma aziendale, di quest'anno. Il prossimo anno in B, senza Coppa dei Campioni. Questa è la sanzione quasi massima, quella massima è la C e la perdita dei due scudetti. La sanzione minima, e certa, è una penalizzazione nel torneo del prossimo anno. Tra la sanzione massima stile Juve e la sanzione aumma aumma c'è anche la revoca dello scudetto vinto sul campo dalla Juve, perché esplicitamente assegnato per il rispetto di criteri di onestà. Chi deciderà? Non credete che a a decidere sarà la Federcalcio. A decidere saranno i giornali. Se insabbiano e minimizzano, non succederà niente. Leggete domani la Pravda rosa e capirete come andrà a finire.

Da Camillo del 20 giugno 2007

Anonimo ha detto...

QUELLA SMANIA DI VOLTARE PAGINA, 22/6/2007

Fare di ogni scandalo un fascio va molto di moda, in questo Paese: non solo a destra. Così come uno scandalo lava l’altro: non solo a sinistra. Ciò premesso, il paragone azzardato da Galliani - Bilanciopoli sta a Calciopoli come un fiammifero a un uragano - detto da un dirigente che ha avuto l’onore di finire dentro a entrambi, fa quanto meno sorridere, pensando a colui che, in Parlamento, si batté anima e corpo per depenalizzare il falso in bilancio: casualmente, il principale di Galliani, non senza l’appoggio, leggo sulle agenzie, dell’onorevole Maurizio Paniz, presidente dello Juventus Club di Montecitorio, i cui tifosi - e in teoria, dunque, anche Paniz - vorrebbero fare «santo subito» il pm Nocerino per aver portato alla luce il doping amministrativo di Inter e Milan. Siamo solo alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, ma si sa: il pallone fa correre gli italiani.

E così, nel giorno in cui a Roma si è aperto il processo alla Gea di Moggi e figli, «un sistema perverso che danneggiava gli interessi della concorrenza», i conti delle milanesi tengono vivo il rancore delle piazze. In attesa che arrivi il turno di Giraudo (41 contratti di giocatori nel mirino), Moratti rivendica la sua castità. Il clima è talmente avvelenato (ah, San Dulli) che gli juventini dedicano all’Inter lo stesso trattamento, spiccio e duro, del quale, ora è un anno, avevano accusato gli avversari. Come se due eccessi si elidessero invece di sommarsi.

Nessun dubbio che Calciopoli sia più grave, come illecito, di Bilanciopoli, e che sulle plusvalenze abbiano giocato tutti. Ma se, e sottolineo se, qualcuno ha taroccato l’iscrizione a un campionato, è giusto che paghi con la retrocessione. Specialmente se dal campionato in questione ha ereditato pure, per altre vie, lo scudetto dell’onestà. Quello che spaventa è il fastidio da scandali e la frenesia di voltare pagina, brillantemente riassunte dal pronostico di Matarrese: «Finirà in un nulla di fatto». Tipico dei dirigenti fatti di nulla.

da: www.lastampa.it

Anonimo ha detto...

Quando i farabutti vengono presi in castagna, dopo diventano degli inquisitori inesorabili. Possono vantare le sofferenze patite ed il bisogno di contrappasso che alberga nel loro animo.
Per non farla lunga. Alla Juve, pescata in decine di vasetti di marmellata con le mani a polipo, non va giù la tracotante protervia con cui l'Inter ha peccato per decenni uscendone sempre impunita. Avrebbero anche voluto una sanzione che escludesse il Milan dall'Europa, in cui ha poi finito per dimostrarsi il migliore di tutti. Ma in fondo siccome sullo sfondo della loro storia centenaria ci considerano una squadra di parvenues, non ci sfrugugliano più di tanto. Inoltre ai loro occhi siamo i soci di malaffare con dei dirigenti pirla che si sono accontentati in dieci anni delle briciole e della presidenza della Lega. Tanto cavino e divertente quel Galliani, mi sembra di sentirli dire.
Anche ciarliero e ora sbruffone, dopo avere alzato una coppa europea che non gli spetta nè per meriti dirigenziali nè per trasparenza di comportamenti.
Pirla però sempre.Vedi il brocchetto Suazo
danielone

Anonimo ha detto...

UNO SCUDETTO PER IL CHIEVO
di Paolo Ziliani
21.06.2007

Colpo di scena: il campionato 2005-2006 è stato vinto dal Chievo! E anche se la cosa potrebbe sembrarvi strana, siete pregati di crederci, e di seguirci, perché non siamo mai stati tanto seri come adesso. Ricapitolando. Con la Juventus retrocessa dal 1° all'ultimo posto e il Milan (2°) penalizzato di 30 punti, la classifica del campionato 2005-2006 – quella finale, ufficiale – recita: Inter punti 76, Roma 69, Milan 58, Chievo 54, Palermo 52 e via via tutte le altre fino alla Juventus, appunto, ultima e retrocessa in B. In pratica: l'Inter, che ha visto sparire davanti a sé Juventus e Milan, da 3^ è passata 1^ ed è stata proclamata – sia pure a tavolino – campione d'Italia. Giusto? Sbagliato? Gli abitanti del pianeta-pallone hanno trascorso un anno a litigare e a battibeccare e tra urla e strepiti ognuno è rimasto – alla fine – della sua opinione. “Scudetto di cartone!”, ha urlato, stizzito, il popolo juventino (e non solo); “Scudetto degli onesti!”, ha risposto, facendo quadrato, il popolo bislerone. Ebbene: a 13 mesi dall'esplosione di Calciopoli, la notizia – e che notizia! - è che lo scudetto di cartone (o degli onesti: fate un po' voi) potrebbe staccarsi come d'incanto dalle maglie dell'Inter e finire – tenetevi forte! – sulle maglie del Chievo. Avete capito bene: il Chievo di D'Anna e Lanna, di Cossato e Pellissier. Come dite? Cose così non succedono nemmeno a “Beautiful”? È vero. Ma la serie A italiana, ormai, è meglio di “Beautiful”. E Moggi e Moratti (e Sensi, e Galliani) sono meglio di Brooke e Tylor (e di Ridge, e di Thorne e di chi volete voi). Non ci credete? Mettetevi comodi.

La notizia, nuda e cruda, è che l'Inter non aveva i requisiti per iscriversi al campionato 2005-2006: il campionato che ha assegnato lo scudetto degli onesti. Ad affermarlo è il p.m. di Milano, Carlo Nocerino, che ha chiuso un'indagine nata in seguito a un esposto presentato dall'allora presidente del Bologna, Gazzoni Frascara, riguardante le stagioni 2003, 2004 e 2005, sul fenomeno delle “operazioni incrociate” con cui veniva fatto il maquillage agli sgangherati bilanci di molte società di calcio. L'indagine della Procura di Milano ha coinvolto il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, due amministratori del club, Ghelfi e Gambaro, e l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani: che ora hanno 20 giorni di tempo per presentare una memoria difensiva e chiedere di essere interrogati. Dopodichè, il magistrato deciderà se chiedere o no il loro rinvio a giudizio con l'accusa di falso in bilancio. Per la cronaca, va detto che l'inchiesta milanese è uno dei filoni di una stessa inchiesta che parallelamente stanno portando avanti altre Procure, a cominciare da quelle di Roma, Genova e Torino, e che ha già portato al rinvio a giudizio dei presidenti Sensi (Roma) e Cragnotti (Lazio) e a indagini ancora in corso sull'operato di Preziosi (Genoa), Garrone (Sampdoria), Galliani (Milan), Giraudo e Moggi (Juventus) ed altri ancora. Il caso dell'Inter, che senza giochi di prestigio contabili non avrebbe avuto – così sostiene la Covisoc – i requisiti per iscriversi al campionato, è unico, nuovissimo e non ha precedenti. Ma come ha spiegato al “Corriere.it” l'avvocato Mattia Grassani, grande esperto di diritto calcistico, “le sanzioni previste vanno dalla censura alla radiazione” e comunque, ove fosse provato l'illecito, l'Inter non potrebbe sottrarsi ai fulmini della giustizia sportiva. In attesa di vedere quali sviluppi regalerà l'inchiesta – una vicenda che getta ulteriore discredito sul calcio italiano, ormai sprofondato nel ridicolo – qualche considerazione è d'obbligo.

1) Fossimo in Moratti, che aveva la pessima abitudine di scambiarsi col Milan illustri carneadi a valutazioni folli (Piripicchio valeva Ibrahimovic, Scaccabarozzi valeva Kakà), e che oggi dice: “Non sono sorpreso, lo sapevo. Magari si è un po' esagerato, ma siamo tranquilli sulla cosa in sé”, nella speranza di salvare la faccia cercheremmo di battere tutti sul tempo e restituiremmo lo scudetto degli onesti (o di cartone: come preferite); converrete con noi che lo scudetto degli onesti vinto da un club che per iscriversi al campionato è costretto a truccare le carte, è un capolavoro di umorismo (anche se involontario).

2) Fossimo in Moratti (e magari anche in Galliani), molto semplicemente proveremmo a scusarci. Non tanto con la gente, con gli sportivi e con i tifosi, ma con i colleghi presidenti. Perché diciamolo: se a truccare i bilanci con giochi di prestigio degni del mago Silvan sono Inter e Milan, e cioè i due club – con la Juve – più ricchi d'Italia e tra l'èlite del calcio europeo, che cosa devono dire, fare e pensare i Campedelli del Chievo, i Corioni del Brescia e i Gazzoni del Bologna che ogni anno provano a fare calcio con un trentesimo dei proventi appannaggio dei grandi club, si sforzano di rispettare le regole e alla fine – magari – precipitano in B o addirittura falliscono (è il caso di Gazzoni Frascara)?

3) Fossimo in Abete, che per chi non lo sapesse – dopo una vita trascorsa all'ombra di Carraro – è il nuovo presidente della Federazione (se fosse un film il titolo sarebbe: “La mummia 2, il ritorno”), coglieremmo la palla al balzo per dimostrare che un alito di vita ci percorre e chiederemmo alla giustizia sportiva di organizzare un processo giusto a Moratti & Company infliggendo sanzioni esemplari, che servano da monito da qui al 2050. Per capirci: visto che Moratti difficilmente seguirà il nostro consiglio e non restituirà lo scudetto degli onesti, noi questo scudetto lo daremmo al Chievo. Che lo merita, e soprattutto ne ha diritto: se è vero che la Roma, 2^ alle spalle dell'Inter, ha le sue gatte da pelare in questa stessa inchiesta col presidente Sensi; e se è vero che il Milan, 3° alle spalle della Roma, ai guai di ogni tipo ha ormai fatto l'abbonamento, e non sfugge nemmeno a questo. Insomma: col suo 4° posto a quota 54 punti, e al di là di ogni ragionevole dubbio, il Chievo è – al netto dei club taroccatori di partite (Juventus) e dei club taroccatori di bilanci (Inter, Milan, Roma) – il club che legittimamente ha trionfato nel campionato 2005-2006, un campionato che oggi scopriamo essere stato popolato, in prevalenza, da disonesti.

Morale della favola: aiutateci a sostenere la campagna “Diamo al Chievo lo scudetto degli onesti”. E se la pensate come noi, fate una cosa semplicissima: cliccate sotto questo articolo e inviatelo alla Federazione Italiana Gioco Calcio all'indirizzo-mail: figc.presidenza@figc.it (o magari a Borrelli, o alla Gazzetta, o al Corriere dello Sport, o a Tuttosport, o al Corriere della Sera, o a Repubblica, o a Beppe Grillo, o a un amico, o a chi volete voi): chissà che qualche mummia non esca dal suo sarcofago e non faccia la prima cosa saggia, sensata e intelligente della sua vita. Dare al Chievo lo scudetto degli onesti.

da: www.paoloziliani.it