29 giugno, 2007

SENATORI (segue)

Galliani sembra Mister no, ma le porte restano aperte a tutti.

[Goal.com] Adriano Galliani ha parlato in esclusiva ai microfoni di SKY di Cassano, Ronaldinho, Shevchenko, possibili colpi di mercato rossonero. Ecco i passi salienti dell'intervista.

Quanto sta lavorando in queste ore sul mercato?: «Sono molto soddisfatto perchè avevamo 12 giocatori che dovevamo piazzare e siamo riusciti a piazzarne 11 su 12. Manca solo il portiere Storari che sicuramente troverà una collocazione giusta, quindi stiamo facendo molte operazioni in uscita».
I tifosi sognano ancora Ronaldinho: «No, io non disturbo le altre società. Ho parlato col massimo dirigente operativo del Barcellona dopo il Presidente La Porta, che è il signor Feran Soriano. Ronaldinho ed Eto’o al momento non sono cedibili». Dalla Spagna arrivano notizie che Ronaldinho in mezzo a tutti quegli attaccanti al Barcellona non sta così bene: «Non lo so, vediamo. Noi teniamo aperte le porte, abbiamo il nostro posto da extracomunitario libero perchè Kakà è diventato italiano e quindi abbiamo un posto libero anche da extracomunitario».
Come vanno i sondaggi su Cassano?: «Non si può scherzare. Io ho fatto una battuta entrando in Lega. A me Cassano è un giocatore che non dispiace ma dobbiamo essere d’accordo tutti. A me Cassano piace perchè sarebbe una sfida affascinante, il talento non manca a questo giocatore e magari nell’ambiente Milan potrebbe fare bene, chi lo sa?».

Sa come è andata la cena a Miami tra Shevchenko e Maldini?: «Non lo so ma mi arrivano ritorni di ogni genere. Per Shevchenko c’è da capire se c’è la possibilità, ma anche qui il Chelsea ci ha detto di no, e se c’è a che prezzo. Anche lui è extracomunitario per via delle norme che sono cambiate ma noi possiamo prendere un attaccante sia comunitario che extracomunitario, quindi siamo aperti a tutti gli attaccanti del mondo».

7 commenti:

Anonimo ha detto...

SHEVA? LUI SA COSA DEVE FARE
di Franco Ordine - domenica 01 luglio 2007

Caro Adriano Galliani, cosa è successo a lei e al Milan? Non siete più in grado di dettar legge sul mercato?

«Siete voi critici che a dispetto dei 20 anni di risultati luccicanti, non riuscite a liberarvi dei luoghi comuni. I tifosi non la pensano così se in questi giorni abbiamo raggiunto quota 27mila abbonati. Loro ci conoscono e hanno capito».

Cosa c’è da capire?

«In 20 anni di gestione targata Silvio Berlusconi, abbiamo centrato 8 finali di Champions league, 4 volte è toccato alla Juve, 3 alla coppia spagnola Real e Barcellona e mi fermo qui. Siamo riusciti a fare così bene e così a lungo perché abbiamo, da sempre, coltivato il senso dell’appartenenza e perché non abbiamo mai dato retta alle critiche».

Cioè?

«Nel ’91 ci dissero che il ciclo era finito, arrivò Capello allenatore e vincemmo di tutto. A Istanbul ci dissero che il ciclo era finito un’altra volta e due anni dopo siamo tornati dalla città santa di Atene con la settima coppa. Il Milan non finisce mai e la spiegazione è la seguente: da 20 anni ha lo stesso presidente, lo stesso amministratore delegato, lo stesso dg e lo stesso team manager».

Ma cosa c’entra la continuità con Atene?

«C’entra. Perché è dal rapporto allenatore-società-giocatori che dipendono le strepitose risalite dopo le cadute. Noi siamo dotati di ammortizzatori collaudati rispetto ad altri nel sopportare le sconfitte».

E quindi niente acquisti?

«Uno arriva, sicuro. Pensiamo di avere una rosa coperta in quasi tutti i ruoli e pensiamo inoltre che troppa concorrenza crei tensione negli spogliatoi e problemi all’allenatore. Se vuole, le faccio un esempio».

Prego...

«Pensi a Emerson. A chi toglierebbe il posto? Dubito a Gattuso e Pirlo, forse a Ambrosini o a Seedorf, di sicuro a Gourcuff che dalla panchina si ritroverebbe in tribuna. Di qui la scelta: difendere Gourcuff. Nel frattempo resistiamo a qualsiasi tentazione: le stelle non si cedono. E i mostri sacri, tipo Maldini, si accompagnano a fine carriera».
Il presidente Berlusconi ha accarezzato l’idea Adriano...

«Con l’Inter abbiamo fatto 4 scambi: Pirlo e Seedorf sono ancora titolari, Simic e Brocchi subito dietro, gli ex rossoneri passati ad Appiano hanno smesso di giocare da tempo. Dopo questi precedenti, Moratti non cambierà con noi neanche l’addetto stampa, figurarsi Adriano».

E Cassano, piace davvero o è un bluff?

«Decidete voi».

Shevchenko non si arrende...

«Con Sheva parlo spesso, lui sa cosa deve fare».

Il Milan di Atene non è in là con gli anni?

«Qui vi volevo. Allora, prendiamo una formazione tipo e le metto vicino la data di nascita. Eccola: Dida (73), Oddo (76)... Fate i conti. Siamo più giovani dell’Inter».

D’accordo. Nel frattempo Barcellona e Bayern allestiscono squadroni...

«I ricavi del club tedesco si sono moltiplicati grazie al nuovo stadio, l’Allianz Arena, quello spagnolo gode della famosa fiscalità agevolata. Da anni, nel nostro calcio, non arrivano stelle di prima grandezza. L’unico è stato Ronaldo, a gennaio scorso e in una particolare condizione».

Buffon ha detto: resto alla Juve perché vorrei ritagliarmi una gioia come quella del Milan. Cosa pensa?

«Che siamo al segreto autentico del Milan: l’armonia. Aiutata da un altro dato: ad Atene c’erano in campo 9 italiani, il nucleo storico stabile è italiano».

Torniamo al mercato: lei e Braida siete fermi, al palo...

«Pozzi, Abate, Marzoratti e Antonini all’Empoli, Grimi al Siena, Coppola all’Atalanta, Abbiati all’Atletico Madrid, Donati al Celtic, Borriello al Genoa, Matri al Cagliari, Sammarco alla Samp. Manca solo Storari da piazzare: le sembra immobilismo?».

La Juve ha trovato soldi: meravigliato?

«Stanno lavorando bene, ci ritroveremo con un rivale subito in corsa per i primi 4 posti».

Vale sempre, per la panchina, la regola che sarà sempre un milanista?

«Naturalmente. Guardi il nostro elenco: con Ancelotti lavorano Tassotti e Costacurta, alla primavera ci sono Filippo Galli e Seba Rossi, Baresi guida la Beretti, Chicco Evani gli allievi, Eranio e Stroppa sono nell’organico. Aggiunga all’elenco Rijkaard e Donadoni: da qui uscirà il dopo Ancelotti. Nella cattiva e nella buona sorte, i nostri rapporti con Carletto non hanno mai vacillato».

da: www.ilgiornale.it

Anonimo ha detto...

MILAN FERMO, SI ASPETTA RONALDINHO
Tutto bloccato in attesa della risposta - 1/7/2007

Il Milan ha il colpo in canna, ma sembra sempre più complicato capire quale sia l'obiettivo. In realtà, convince poco l'apertura a Cassano e anche l'elogio presidenziale del 'cugino' Adriano, ma cominciano a perdere consistenza anche i nomi di Eto'o e Drogba. L'impressione è che tutto ruoti intorno a Ronaldinho: la stasi attuale dipende da lui, dal tentativo di capire se il sogno di Berlusconi possa diventare realtà.

Da marzo è un chiodo fisso, un ghigno sospetto a storpiare i sorrisi rossoneri. L'operazione che dovrebbe portare Ronaldinho alla corte di Ancelotti è partita mesi fa, con la convinzione dettata dalla volontà del presidente Berlusconi, sicuro che il brasiliano valga ben uno sforzo economico d'entità clamorosa. L'esborso sarebbe elevatissimo, ma in via Turati hanno ricevuto il mandato di non farsi cogliere alla sprovvista, di essere pronti a chiudere al primo cenno d'apertura definitiva del giocatore e del Barcellona. L'idea di liberare un posto da extracomunitario veniva proprio dall'obiettivo di portare in Italia il fantasista blaugrana, anche se poi la necessità di cedere è venuta meno grazie all'accelerata per l'ottenimento della cittadinanza italiana da parte di Kakà. Ora lo spazio c'è e l'immobilismo rossonero sul mercato, al cospetto di 'cugini' scatenati, potrebbe avere questa motivazione.

Dopo l'approdo di Thierry Henry in terra catalana, il feeling tra Ronaldinho e il Barça ha toccato i minimi storici, riaprendo le porte alle speranze berlusconiane. I 10 milioni di euro garantiti al francese, infatti, non hanno convinto il brasiliano, intento a cercare un accordo per il rinnovo contrattuale che preveda un aumento degli emolumenti da versare nelle sue tasche. Il Milan non potrebbe arrivare alle cifre blaugrana, anche in virtù della differente legislazione fiscale tra i due Paesi, ma sarebbe disposto a gestire in modo diverso i diritti d'immagine del giocatore, rendendo così allettante, anche a livello economico, la proposta da avanzare in sede di trattativa con il fratello procuratore. Ma ciò che più stuzzica Ronaldinho è l'idea di approdare in un club che possa trattarlo con i guanti, come era abituato prima che Lionel Messi entrasse nel cuore di Laporta e della tifoseria, e che gli permetta di giocare con tanti connazionali. Si aspetta novità, non mancando di tenere gli occhi aperti e le mani pronte ad afferrare alternative di tutto rispetto in caso di 'no' del brasiliano. Qui entrano in gioco i nomi sbandierati a più riprese da Galliani, da Eto'o, pallino di Ancelotti, a Cassano, per arrivare ad Adriano, molto somigliante a una provocazione in linea con il derby estivo scatenato dalle feste di fine stagione e dal caso Suazo. Drogba, addirittura, si è offerto; ma l'atteggiamento della dirigenza di via Turati e le facce, con ghigni rinnovati ed espressioni più tendenti al sereno, fanno pensare che non si muoverà foglia finché Berlusconi non si sarà fatto un'idea definitiva sulla pista che porta al suo sogno, al suo obiettivo primario.

da: www.tgcom.mediaset.it

Anonimo ha detto...

Intanto Kaka è vicinissimo al Real

TheSteve ha detto...

La mia comprensione dei fatti è la seguente. Il Cranio da alcuni anni fa campagna acquisti a parametro zero, o in alternativa con un budget limite di 10 milioni per operazione (vedi Ronaldo, Oddo, etc.). Unica eccezione è stata il fenomeno Oliveira, che per non voler fare torto alla pur limitata intelligenza manageriale del Nostro, non posso non credere sia stato banalmente un acconto sul prezzo di Ronaldinho. Per questo motivo e annusando l'aria dalle comunicazioni più e meno istituzionali dell'ultimo mese (fonti di regime e non) mi viene da pensare che il dinamico duo Galliani-Braida stia lavorando al colpaccio con il benestare del Padrone, che ha apertamente dichiarato di essere disposto ad uno sforzo straordinario pur di acciuffare il marziano. Se non è bieca campagna pre-elettorale, c'è da pensare che il Berluska abbia in mano un dettagliato business case che quantifica il ritorno dell'investimento mostruoso (fra merchandising e altre attività di marketing). Totale: io dico che arriverà il Dentone, e se arriva il Dentone potrebbero accadere due cose. O parte Kakà perché due uomini-immagine planetari nel pollaio di Milanello sono un po' troppi (e perché i numeri circensi del nuovo arrivato farebbero dimenticare rapidamente la dipartita del Bambin Gesù); o viceversa Kakà non parte perché Galliani ha giurato e spergiurato una volta di troppo che non ha intenzione di venderlo - aggiungo: di venderlo ORA, nel senso che in scadenza di contratto verrà accontentato e marcerà finalmente su Madrid. In qualsiasi caso - è questo e l'unico aspetto che onestamente mi interessa - Sheva arriverà alla sola condizione che il russo si decida a cederlo in prestito per un paio d'anni con diritto di riscatto, ai canonici 5-10 milioni.

Anonimo ha detto...

Ecco perchè Kakà non smentisce le voci dei vari AS e compagnia cantante...
Ottenuto quello che vuole, smentirà tutto!

TheSteve ha detto...

Condivido. Kakà è una macchina da soldi e ha la fortuna di avere un padre ingegnere invece che metalmeccanico o agricoltore (come buona parte dei suoi colleghi). Questo gli consente di gestire i propri affari in famiglia, senza passare per le mani dei vari procuratori sanguisuga. Papà Leite parla direttamente con le società, col Milan e col Real, e gioca sapientemente una partita di poker a tre. Al figlio dice oppportunamente di tenere la bocca chiusa, in modo che la posta si alzi e il Milan sia costretto a ritoccare il contratto. Contemporaneamente, sui canali bulgari attribuiscono dichiarazioni d'amore eterno che nessuno ha mai sentito pronunciare dalla bocca del diretto interessato e a cui, ora mai, non credono più nemmeno i figli di Suma. Per il Cranio ora è un bel dilemma, perché se ritocca Kakà deve ritoccare tutto il Senato. Io la mia idea me la sono fatta e la ripeto: il Bambin Gesù resta quel tanto che basta all'ufficio marketing per sostituire la bella faccia di Maldini con la bella faccia di Kakà nell'immaginario popolare (diciamo 2-3 anni?). Poi prende il volo per Madrid, o per qualsiasi altra sponda che offra un ingaggio doppio di quello consentito in Italia, con buona soddisfazione di papà Leite. A meno che, come ho già scritto, non arrivi prima il Dentone...

TheSteve ha detto...

IL MANTRA DI GALLIANI:
"Kakà non parte"

L'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani torna ad affermare l'incedibilità di Kakà. Il Real Madrid, per mezzo della stampa, continua ad esercitare forti pressioni sulla stella della squadra rossonera, tanto da scatenare le reazioni infuriate della società meneghina. Attraverso il sito ufficiale, Galliani ribadisce la volontà del club di trattenere il giocatore: "Il signor Ricardo Kaka è assolutamente incedibile, parola d'onore mia e del presidente Berlusconi".

da: www.sportal.it

POST SCRIPTUM, DAL DIZIONARIO:
màn|tra
s.m.inv.
TS relig., inno, preghiera vedica | nell’Induismo e nel Buddismo tantrico, formula sacra che viene ripetuta molte volte come pratica meditativa.