24 settembre, 2007

LA CURVA DEL VICARIO (segue)

Milan, in curva affari sporchi.

[City.Corriere.it] PACE ARMATA. È quella sancita sabato tra i capi ultrà e il club. In curva sud, il rischio è uno scontro tra diversi gruppi criminali che vogliono spartirsi il lucroso business dei biglietti e non solo. Sabato sera contro il Parma hanno deciso di fare il tifo. Eppure quella tra i capi della curva sud e il Milan resta una pace a mano armata. Tanto a rischio che l'ad rossonero, Adriano Galliani, è costretto a girare con la scorta. Al centro del braccio di ferro l'inchiesta per presunte estorsioni di biglietti al club rossonero che a maggio ha portato agli arresti di 7 ultrà, tra cui Giancarlo Lombardi - indagato anche per la gambizzazione di Leonardo Avignano del 17 ottobre 2006 a Sesto San Giovanni - e Mario Diana, capi dei "Guerrieri ultrà". Gruppo egemone in curva che gestirebbe, oltre al lucroso business dei biglietti, anche un ingente traffico di droga e armi, grazie a presunti legami con la criminalità organizzata. Su tutti la 'ndrangheta e in particolare il clan Rappocciolo, famiglia calabrese presente nella zona di corso Buenos Aires. In questo senso vicino al capo ultrà Lombardi, ci sarebbe un personaggio imparentato con i Rappocciolo e in passato legato a pluripregiudicati del calibro di Nazareno Calaiò e Claudio Cagnetti, capi della banda della Barona, arrestati ad aprile per una violenta sparatoria in via Faenza.

NUOVI GRUPPI CRIMINALI - Dopo gli arresti di maggio, in curva gli equilibri si sono incrinati. La voce è insistente: Giancarlo Lombardi, tornato in libertà prima dell'estate, si sarebbe intascato parte dei soldi dei biglietti della finale di Atene. Uno sgarro che avrebbe lasciato a bocca asciutta personaggi influenti della curva. Su tutti uno dei boss di via Fleming, già indagato per l'omicidio di Rocco Lo Faro, figlio del boss calabrese Santo Pasquale Morabito. A questo punto i "Guerrieri" rischiano di essere scalzati dall'entrata in curva - frequentata da migliaia di tifosi onesti e appassionati - di nuovi gruppi criminali della zona di Lambrate. Uno scenario che venerdì scorso avrebbe spinto alcuni capi dei "Guerrieri" a incontrare quattro giocatori del Milan per costringere il club a riaprire i rubinetti dei biglietti. Un modo per riparare al danno, scongiurando possibili fatti di sangue.

La stampa di regime, domenica mattina, ha provato a raccontare la sua verità. Dico la consueta verità omogeneizzata e zuccherata, per una migliore digestione del popolo bue. In estrema sintesi, l'outing recente del bel capitano avrebbe toccato i cuori duri dei guerrieri romantici della Sud. I quali si sarebbero commossi al punto da decidere di deporre incondizionatamente le armi e ricominciare a cantare... tanto è accaduto sabato sera, a dispetto dell'ennesima comparsata in campionato. La verità vera è purtroppo quella riportata sopra, e le parole di Massimo Ambrosini nel post Milan-Parma, lette in retrospettiva, fanno solo accapponare la pelle. Trascrivo dal sito ufficiale: «Sono contento che i tifosi abbiano capito il discorso di Paolo. Oggi hanno tifato ed è stato bello perché noi abbiamo bisogno di loro e loro di noi. Conosciamo le loro richieste e credo che presto si troverà una soluzione».

3 commenti:

Anonimo ha detto...

FINE DELLO SCIOPERO

22 settembre 2007 - La curva Sud, attraverso un cominicato delle Brigate Rossonere, ha annunciato che da questa sera riprenderà a sostenere la squadra nella partita di San Siro contro il Parma:

Riguardo al nostro sciopero del tifo e ai motivi per il quale è stato attuato,vogliamo precisare che:

- La nostra non è stata una contestazione verso i giocatori, i quali sapevano perfettamente le ragioni del nostro sciopero, tantomeno verso la società. Si è trattato di una protesta contro il decreto Amato.

Tale decreto infatti calpesta i diritti indicati nell'Art. 21 della Costituzione Italiana, negando libertà di espressione e di
pensiero.

Chi ha voluto strumentalizzare il nostro sciopero pacifico, parlando di interessi inesistenti, nonché lanciando illazioni a sproposito, dovrebbe almeno dimostrare tutto questo, fornendo spiegazioni appropriate.
Sottolineamo che la nostra è stata una contestazione pacifica senza minacciare nessuno!

La Curva Sud dopo averne discusso internamente e con le persone a cui è mancato maggiormente il calore della Curva e l’apporto canoro, prendendo atto di ciò, comunica che dalla gara interna col Parma di sabato sera, riprenderà a cantare, ma ribadisce che:
rivogliamo i nostri tamburi, le nostre bandiere e i nostri megafoni per tornare a colorare la curva.

Siamo la mente pensante delle coreografie, siamo il dodicesimo giocatore in campo, siamo quelli che seguono ovunque e sempre. Quando la squadra vince e va bene ma anche quando questa va male e lo stadio è semideserto.

Siamo quelli che riempiono una curva anche in una partita di Coppa Italia, quelli che fanno sacrifici economici per andare in trasferta e che non fanno mai mancare il loro apporto. Vogliamo riportare il folklore in curva e tornare a tifare come abbiamo sempre fatto, tuttavia, se questo è il calcio che volete,

QUESTO E' IL CALCIO CHE AVRETE, IN SILENZIO.

da: www.brigaterossonere.it

Anonimo ha detto...

Se il capo tarocca i bilanci, perché la curva non dovrebbe essere dominata da uomini di malaffare?
E' solo questione di coerenza.

Danielone

Anonimo ha detto...

MALDINI NON LI DEVE INCONTRARE

Il Milan batte il Benfica senza l'apporto della curva e pareggia contro il Parma con gli ultras scatenati. Giustizia é fatta. Ancora una volta si dimostra che il discorso del pubblico, soprattutto della curva vicina alla squadra, dodicesimo uomo e altre amenità, é solo una delle tante ipocrisie, tenuta in piedi da giocatori e dirigenti, perché non possono fare altrimenti, e anche dei giornalisti perché temono per la propria incolunità. Le curve sono una tassa da pagare per tutti, é evidente. Insomma, per farla breve, se i tifosi avessero davvero un ruolo decisivo, allora le squadre turche e greche dovrebbero vincere sempre la Champions. Ci risulta escano sempre al primo turno e gli avversari manco se ne accorgono dei 50.000 scalmanati; ma forse ci sbagliamo.

E' diventato un luogo comune, quello dell'aiuto del pubblico. La Roma gioca divinamente e vince in casa come in trasferta; nessuna differenza di rendimento. Così come tre anni fa perdeva sempre con Bruno Conti in panchina, nonostante i 70.000; l'incitamento era lo stesso. A proposito di ex giallorossi, l'unico italiano che non é riuscito a fare carriera come allenatore in Romania é Giuseppe Giannini, cacciato dal FC Arges, squadra retrocessa grazie a lui. Bergodi invece é sempre più amato, Zenga é tornato e Pedrazzini, che faceva il vice di Walter e poi di Hagi, si prepara di esordire in Champions contro l'Arsenal, sulla panchina dello Steaua. A proposito di Romania: là i media difendono la polizia, non gli ultras. D'altronde solo in Italia potrebbe accadere una cosa del genere, con cronisti semianalfabeti che si improvvisano sociologi e cercano di giustificare tutto e tutti.

Ma torniamo alla favola della curva che ti spinge verso la vittoria: perché se Gilardino avesse segnato negli ultimi minuti avrebbe ringraziato loro; i giornali comici, o fanzine, come preferite, avrebbero scritto che senza l'apporto dei tifosi si sarebbe rimasti sul 1-1. Invece si é rimasti per davvero sull'1-1: come la mettiamo? Semplice, 35.000 oppure 65.000 fa lo stesso. Zitti oppure rumorosi, ancor di più. Se ricordiamo bene in Champions l'Inter ha otenuto un anno tre vittorie su tre senza spettatori, mentre l'anno dopo ha vinto solo due volte.

Chi davvero ci ha delusi é Maldini. Quando abbiamo letto che giovedì i giocatori rossoneri, il capitano per primo, hanno ricevuto la delegazione dei tifosi a Milanello, ci sono cadute le braccia. Ci sono giornalisti che aspettano mesi per un'intervista con un giocatore (rossonero, giallorosso, nerazzurro, non importa), invece gli scalmanati e gli sfaccendati vengono ricevuti. Bah. Quello che non capiamo é perché capitan Maldini,
oppure Galliani, non abbiano detto semplicemente "Fatte quello che vi pare, noi siamo il Milan, deve essere un onore tifare per noi e starci accanto, se non vi va state a casa". Cosa cambia per una società come il Milan avere oppure no uno striscione pro Dida e Gilardino? Perché non si mette mai in difficoltà gente che si spara e si ammazza per cento biglietti gratis?

In Italia si diceva che sono rimasti tabù soltanto due argomenti, Garibaldi ed i sindacati. Sbagliato, ce ne sono tre: il terzo sono le curve. Dove sono i giornalisti coraggiosi? O si può manifestare il coraggio solo in pizzeria con gli amici? Un noto cronista é stato picchiato dagli ultras in una caldissima piazza, dovendo cambiare città. Il suo giornale, così (finto) battagliero contro la Juve che non rinnova a Del Piero (che ha 33 anni, cosa potrà mai dare a 35?), non ha scritto una riga. Su un proprio dipendente picchiato per aver fatto il suo dovere. Cosa ci possiamo allora aspettare dai dirigenti, che devono solo regalare cento biglietti, senza rimetterci il timpano, come il giornalista? Ovviamente nulla. Avanti così, facciamoci del male.

da: www.settimanasportiva.it