19 maggio, 2008

UN CAPITANO COSI'

Fare i complimenti quando si è vinto è facile, io all’Inter stavolta non li faccio...
Chiamatemi pure rosicone, come si dice a Roma, ma io "bravo" all’Inter non lo dico.
Fra due anni ci si ricorderà solo della classifica, non della storia di questa stagione.
Credo sia giusto soffermarsi su quanto avvenuto, sul perché non abbiamo vinto.
Lo scudetto non l’abbiamo perso a Catania.
La differenza l’hanno fatta i due mesi in cui i nerazzurri erano in difficoltà, ma sono riusciti a vincere 9 partite su 10, e tutti sappiamo come.
Il campionato è falsato, e non solo per quello che abbiamo subito noi: basti pensare al Parma, che fino a 5 minuti dalla fine della sfida di San Siro all’andata era in vantaggio.
È un peccato dovere parlare di questi episodi, ma il campionato non si può ridurre a due partite perché quest'anno è successo il finimondo.
Noi abbiamo vinto partite che non meritavamo di vincere e viceversa, ma questo è il calcio. Invece quello che è successo quest'anno non è calcio.
I giocatori dell'Inter se lo sono sudato lo scudetto, ma un campionato così particolare non si vedeva da tanto tempo... Mi chiedo cosa sarebbe potuto accadere se fosse successo alla Juve quello che è successo all'Inter.
Non ho voluto dire queste cose prima, per non caricare ulteriormente la domenica decisiva.
Anche perché erano uscite cose che, sinceramente, non stavano né in cielo né in terra, e mi riferisco alle intercettazioni.

Però resto della mia idea su quei due mesi.
E comunque a Parma c’erano cinquemila tifosi dell’Inter in tribuna?
Qua a Catania c’erano cinquemila persone in campo...

(Daniele De Rossi, capitano sul campo di Catania-Roma)

Onore a questo capitano. E al suo allenatore, che chiosa il concetto: «Daniele ha detto cose sensate e io le condivido». Il nostro, viceversa, a caldo ha commentato: «Congratulazioni all'Inter che ha vinto il suo terzo scudetto consecutivo»... Terzo, sic! In quanto al bel capitano, c'è da supporre che in tarda serata abbia raggiunto i campioni al privé.

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