19 maggio, 2008

ECATOMBE FINALE

Milan, eurobocciatura.

[LaStampa.it] La «speranziella», come l’ha chiamata alla fine Adriano Galliani, è durata 17 minuti. Dal gol del 2-1 (il 100° rossonero di Inzaghi) a quello del successo viola a Torino, il Milan è stato in Champions League. «Più il tempo passava e più ci credevo», confessa l’ad deluso. Sarebbe stata troppa grazia, per chi in tutto l’anno il 4° posto ce l’ha avuto in mano soltanto alla 24ª e alla 36ª giornata. L’eurobocciatura, con retrocessione in Uefa dopo 6 presenze in Champions, arriva così nella domenica di campionato più triste del ciclo ancelottiano: sa ancor più di amaro l’inutile 4-1 sull’Udinese con l’Inter che festeggia il 16° scudetto e che, con la sua apoteosi serale a S. Siro, costringe i rossoneri a liberare in fretta lo stadio. I 4 gol, le due traverse e il rigore sciupato da Kakà che nella debordante ripresa cancellano l’osceno 1° tempo stile tracollo napoletano, servono quantomeno a strappare un applauso finale. Un tiepido arrivederci ad agosto, in attesa del mercato che sarà.

I tifosi chiedono la rifondazione della squadra più vecchia della A. Lo hanno scritto sui volantini («Siamo stufi, basta chiacchiere. Prima il mercato, poi gli abbonamenti») e sottolineato sugli striscioni in curva: «Mantenete le promesse fatte: acquisti». Sfumata l’ultima «speranziella», Galliani provvede a tranquillizzare il popolo in subbuglio: «Finché il Milan sarà di Berlusconi, avrà grandi ambizioni e grandi giocatori. I primi 12-13 non andranno via di sicuro. Non smantelliamo, rinforziamo. Per questo faremo 6-7 innesti, di cui 4 molto importanti». Per Seedorf potrebbero anche non bastare: «La rosa non era così male, ma ci sono stati tanti problemi fisici. Per questo dico che servirebbe un organico da 22, una ricostruzione con nuovi giocatori e nuove motivazioni». Ripartendo da un obiettivo non più eludibile: lo scudetto. «Sarà il nostro traguardo - conferma inevitabilmente Ancelotti -. In campionato, negli ultimi due anni, abbiamo fatto troppo poco. Prendiamo atto della classifica che ci condanna all’Uefa: colpa dei troppi punti persi in casa prima di Natale. Meditiamo sugli errori commessi, prepariamoci a un anno di purgatorio europeo con l’intenzione di essere protagonisti fino in fondo per il tricolore. Il mercato? C’è tempo per far bene. Lavorerò in sintonia con la società, come sempre».

Possibilmente, per non finire più a -21 dall’Inter. Punto sul vivo, Galliani si scuote: «Non baratterei per nessuna ragione al mondo il nostro bottino delle ultime due stagioni con il loro: mentre l’Inter festeggiava lo scudetto 2007, noi diventavamo campioni d’Europa; ora loro sono di nuovo campioni d’Italia ma noi abbiamo vinto Supercoppa europea e Mondiale. Detto questo, garantisco che l’anno prossimo non competeremo più per il 4° posto ma per il 1°». «Senza trascurare la Coppa Uefa - dice Ancelotti -. Giocheremo al giovedì ma con una rosa larga si potranno ruotare gli uomini. E’ una competizione che ci può dare belle soddisfazioni». E’ l’unica coppa che manca nella bacheca del club più titolato del mondo. Da ieri costretto a farsela piacere, a ingoiare il boccone nel giorno più felice per gli eterni rivali. «A noi per primi scoccia essere finiti 21 punti sotto l’Inter - confessa Inzaghi -. Ma non è proprio il caso di buttare via tutto. Il trionfo di Yokohama è roba di nemmeno 6 mesi fa: l’ultimo di una lunga serie. Io sono qui dal 2001: sono stati anni molto importanti e belli». Ha tutta l’aria di essere la frase che chiude un ciclo.

Shevalove ha parlato, come sempre, in tempi non sospetti. L'ecatombe finale di maggio era scritta in tutti i segni, per chi li sa leggere. Ora buon viaggio all'Inferno, povero Diavolo brianzolo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

DAL COLPO MONDIALE AL DERAGLIAMENTO IN UEFA

21 maggio 2008 - E' innegabile: un'era è finita. Qualcuno storcerà il naso perché lo stesso discorso venne fatto all'indomani del crollo di Istanbul. Ma questa volta la sensazione è più nitida. A incidere molto è l'esclusione dalla Champions League, un anno dopo il trionfo di Atene. Perché quell'Europa il Milan se l'è sempre sentita addosso. Come una seconda pelle. Dovrà accontentarsi dalla coppa Uefa, prendendo magari esempio dal Bayern Monaco che l'ha salutata in semifinale, vincendo però il campionato tedesco.

MARCIA LENTA - A dire il vero, il quinto posto il Milan se l'è cercato. Soprattutto nelle ultime giornate, fallendo clamorosamente a Napoli, lasciando strada libera alla Fiorentina per il sorpasso decisivo, dopo un'illusoria grande rimonta. Stagione da dimenticare? Impossibile quando si è vinto una Supercoppa europea e un Mondiale per club. Trofei figli della Champions League conquistata il 23 maggio 2007 contro il Liverpool, ma di coppa in coppa, il Milan ha inesorabilmente perso pezzi, accumulando anche partite da recuperare e ritardi in classifica. Al di là delle 10 sconfitte (troppe per una squadra come il Milan), c'è un dato che la dice lunga sulla stagione dei rossoneri. La squadra di Ancelotti ha mantenuto la zona Champions solo per 4 giornate: alla partenza, con la scintillante vittoria a Marassi con il Genoa, nel secondo turno, alla 24ª e alla 36ª giornata.

RIFONDAZIONE - In molti hanno dato la colpa a una rosa troppo datata. A dire il vero a incidere di più sarà stato forse una sorta di appagamento. Sì, un'era è finita. Se è arrivato Pato (davvero poco per reggere su più fronti), hanno dato il loro addio alla maglia rossonera Cafu e Serginho e c'è da attendersi anche qualche altra partenza eccellente. A cominciare da Gilardino, ancora una volta deludente; flop reso ancora più evidente dai gol di Pato e dalla fame atavica di Pippo Inzaghi. La decisione di Gattuso di non mollare è significativa; l'arrivo di Flamini ha riacceso un timido entusiasmo, ma i troppi incidenti di percorso prima di Dida, poi di Kalac, hanno sottolineato evidenti vuoti tra i pali. Ma servirà di più se si vuole competere, come un paio di difensori con la "D" maiuscola, un altro centrocampista e un grande, ma davvero grande attaccante. Magari pesante. Insomma alla Toni o alla Drogba. I pazienti tifosi lo meritano davvero.

da: www.gazzetta.it