06 novembre, 2005

MILAN 5 - UDINESE 1

(25 PT) Gilardino, (37 PT) Seedorf, (45 PT) Pirlo, (8 ST) Gilardino, (15 ST) rig. Iaquinta, (32 ST) Kakà.

Abbiamo dato spettacolo con Dida, Cafu, Nesta, Maldini, Serginho, Gattuso, Pirlo, Seedorf (Jankulovski dal 20 ST), Kakà (Vogel dal 35 ST), Inzaghi (Rui Costa dal 26 ST), Gilardino.

Il tema tattico: la sinfonia del Diavolo. Dopo il trionfo di sabato e il passo falso di martedì, c'è tanta voglia di Milan a San Siro. E il Milan ha voglia di rispondere sul campo per confermare il trend di crescita. Lo si vede da subito, perché partiamo all'assalto. Dieci undicesimi sono quelli anti-Juve, salvo Cafu rientrante per Stam (ancora un risentimento muscolare, dopo le due battaglie in quattro giorni). Nei primi minuti, cross da sinistra e controcross da destra (pennellato da Rino) danno un assaggio di quella che sarà la domenica ad alta tensione di Pippo: sale come lui sa fare, in anticipo secco sulla coppia centrale, e la disegna a filo del palo. Cresce il ritmo, sebbene i friulani coprano con ordine gli spazi e l'antico Sensini si muova con la maestria di un Professore di nostra conoscenza. Ma i tempi sono maturi per l'esplosione definitiva dell'alter-ego di Pippo, Supergila. Mi piace insistere sul passaggio ideale di consegne che io vedo ad ogni turno sul campo fra il passato/presente che è Inzaghi e il presente/futuro che è Gilardino: nessuno come loro sa muoversi negli ultimi 10-15 metri, specie con le spalle alla porta; più fisico il biellese, più agile il piacentino, ma entrambi con il fiuto letale del cobra. E la pioggia battente è la cornice ideale per una gara giocata con biglie veloci sull'erba bagnata, che esalta le doti di palleggio basso dei nostri fini dicitori di centrocampo e le finalizzazioni fulminanti della Supercoppia d'attacco. Primo e secondo centro a San Siro per il grande flop del calciomercato (e son 7 in 9 presenze): cade anche l'ultimo argomento utile per i vaniloqui in rosa. Di lì in avanti è una sinfonia in crescendo. Tocchi magistrali di prima per uscire in alleggerimento dalla fase difensiva, e di prima un grande Pirlo distribuisce lanci sempre in verticale. Tutta l'orchestra dà il meglio di sè, e il risultato corale è un calcio che riempie gli occhi e il cuore del Popolo Rossonero, come non accadeva da un Milan-Samp nell'anno dell'ultimo tricolore. Dietro abbiamo un'altra coppia monumentale: il capitano è costante nel rendimento d'eccellenza e Sandronesta addirittura disarmante per la naturalezza con la quale azzera ogni pericolo. Ma la palma del migliore in campo va all'amato Sergio che, nella posizione notoriamente a lui meno gradita, riesce a conciliare in una sintesi sublime la concretezza del mastino di difesa (almeno tre chiusure poderose, incluso un anticipo di tacco sull'uomo) con progressioni incontenibili in ripartenza, assist e bordate che procurano gol. Quando i ragazzi girano così, chapeau anche a Carlone (quarto anniversario sulla panca del Diavolo, quinto allenatore di sempre per numero di presenze). E pensare che non c'è Sheva...

Gli episodi chiave: decide la Supercoppia. In tre minuti il Gila ne mette due: la prima gliela tolgono per offside (grande però il controllo di sinistro e la rasoiata di destro), il secondo è già griffe d'autore. Pippo punta Sensini sulla fascia e gioca teso al centro: Gila ha le spalle alla porta, Felipe sul collo. Accarezza con l'interno del piede sinistro per spostarla sul destro, piede perno e stilettata sotto la schiena del portiere: magistrale! Dopo il vantaggio perdiamo terreno, cedendo almeno venti metri all'Udinese, che alza il baricentro. Fondamentale un'uscita in pressing del Sindaco su Di Natale. Quel possesso recuperato a centrocampo, in un momento di crescita degli ospiti, passerà inosservato ma cambia la storia della domenica, se è vero che sulla rimessa laterale costruiamo la prima azione da cineteca della partita e il secondo gol. Seedorf dalla trequarti verticalizza su Kakà, spalle alla porta: il colpo di tacco a seguire è per Pippo, che fa a sportellate con Sensini al limite dell'area, nasconde il pallone sul raddoppio e attende il tempo del rientro dello Zionero: controllo a seguire e fiondata dal limite verso l'angolino basso. Una meraviglia, e sono due assist di Pippo! Alla fine del tempo, Pieri giudica fallosa una scivolata da tergo di Pinzi su Kakà (dal vivo non sembrava): va Pirlo e come otto giorni fa non perdona allo scadere. Gara virtualmente chiusa, anche se dopo il riposo appare evidente che i ragazzi hanno ancora tanta voglia. Fioccano le occasioni di rimessa, ma spesso le leggiamo male con Kakà. Legge benissimo, viceversa, Riccardino una nuova verticalizzazione per Clarence che dà palla col contagiri verso il fondocampo a Sergio: allungo, e dalla linea parte il colpo di biliardo per il doppio Gila. A questo punto, Pieri trova il modo di ricordare al mondo che oltre ad essere un arbitro mediocre è anche un arbitro disonesto: prima inventa un rigore per Iaquinta (Rino pizzica il pallone in chiaro anticipo), poi ne nega uno evidente ancora a Iaquinta (tirato giù da Nesta) e per compensare ne nega uno anche a Kakà (schienato da Bertotto). Poco conta, c'è ancora tempo per una cavalcata indomabile di Sergio: parte dalla mediana e... uno-due uomini saltati come birilli, finta l'appoggio al centro ma cambia passo e direzione... tre-quattro e si allarga per il sinistro di potenza: smanaccia Paoletti, ma Kakà è in posizione per il tap-in. Cinquina.

La tribuna di Steve: numeri di crescita. Dopo Bertini, ecco Pieri. Il designatore arbitrale ci propone in sequenza due protagonisti assoluti dello Juventotto 2005. Segnali forti dal Palazzo, quando il calendario diventa più fitto e insidioso. Con ciò, per un'ora siamo al comando della graduatoria (sul nostro 4-0, sblocca la Juve contro il Livorno). Un bianconero vale l'altro e merita la legge dell'uno-due-tre in 45 minuti. Peraltro, splendido test psicologico trovarsi di nuovo al riposo con il triplo vantaggio. Soprattutto contro un'Udinese che mercoledì in Champions ne aveva rimontati tre (in sei minuti...) al Werder Bremen: l'esito è noto e fa il paio con quello di sabato. Fil"otto" di vittorie dunque: eguagliamo il record di febbraio-marzo di quest'anno. Segniamo però 7 gol in più e tre/quarti del bottino nel primo tempo: l'anno scorso accadeva l'inverso. Inoltre, vinciamo per la prima volta con più di due gol di scarto. Potremmo dilagare, ma il Bambino d'Oro brucia un assist (in area) del Gila e un suo colpo di tacco smarcante. Lo perdoniamo (anche se sull'errore arriva l'azione del rigore per gli ospiti) perché a fine gara dichiara, con il suo sorriso ampioo: "Ancelotti sa che ogni tanto devo fare qualche fantasia...". Sublime. Più in generale, però, ho la sensazione che continuiamo a non avere schemi nelle situazioni di superiorità numerica: è un peccato, perché anche contro la Juve nel secondo tempo poteva terminare in goleada. Ma mi rendo conto che dirlo oggi è come cercare il pelo nell'uovo. Chiudiamo il ciclo con l'ultima sosta autunnale, ed è un peccato perché siamo in netta crescita.

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