17 giugno, 2007

SENATORI (segue)

Tutti contro il ritorno di Sheva.

[IlGiornale.it] Shevchenko si agita, Shevchenko mobilita tutti i suoi amici milanesi, Shevchenko telefona, Shevchenko gioca in pressing sul presidente Silvio Berlusconi che in tv giovedì sera rilancia l’affare («è come un figlio per me, torna all’80%, Eto’o non lo cedono») ma la conclusione del tormentone è una: il suo ritorno a Milano è altamente improbabile. I motivi sono almeno tre.

1) Costa troppo. Il Chelsea, in modo informale ma netto, ha fatto sapere che è disposto a restituire Shevchenko al Milan in cambio di una richiesta economica che parte da 35 milioni di euro e si arresta a quota 30 milioni. La risposta, ricevuta, in modo altrettanto informale, da via Turati è stata: scordatevi quei soldi. Shevchenko è disposto a ridursi lo stipendio sotto la soglia rossonera (5,5 milioni netti l’anno contro i 6 percepiti ufficialmente a Londra) ma deve convincere Abramovich a ridurre le pretese e a prendere in esame l’ipotesi di un prestito annuale o biennale, con una spesa tra i 5 e 10 milioni di euro. Ad altre condizioni l’affare resta un pio desiderio.

2) Non è gradito allo spogliatoio. Non è un mistero che a Milanello abbiano espresso un secco no dinanzi all’eventuale ritorno di Sheva in rossonero. Perchè l’anno prima ha lasciato tutti in braghe di tela ed è andato incontro al contratto della vita, tenendo all’oscuro i compagni dell’intesa raggiunta con il presidente Berlusconi. Anzi giustificando la scelta con nobili intenti personali, «per far imparare l’inglese al figlio». Maldini, Gattuso e Seedorf, la notte di Atene, hanno parlato chiaro allo stesso presidente Berlusconi. Al Milan i senatori non comandano ma hanno voce in capitolo perchè quando c’è da vogare controcorrente sono loro a tirar fuori le migliori energie e questo clima va custodito, gelosamente. Sheva non è gradito neanche ad Ancelotti che non gli garantirebbe il posto da titolare, preferendogli Gilardino in coppia con Ronaldo. Specie dopo l’intervista della moglie Kristel al settimanale Chi nella quale suggerì persino lo schieramento tattico: «Vedrei bene Andriy in coppia con Ronaldo».

3) Ha già dato il meglio. Al Milan, Shevchenko, con la valanga di gol realizzati (173 centri in 7 stagioni), ha già dato il meglio. E i ritorni, dalle parti di Milanello, come dimostrano i precedenti da Gullit a Donadoni e Simone, non hanno funzionato granchè. A Londra ha patito anche dal punto di vista fisico: forse è colpa di una diversa preparazione o di un cedimento parziale del fisico, vero punto di forza dell’ucraino. È reduce, inoltre, da un piccolo intervento chirurgico. Anche la strategia mediatica ha provocato qualche malumore. Nessuno ha gradito, per esempio, la sua visita ad Arcore qualche settimana fa, le telefonate continue fatte all’ex premier, con la scusa «lei è come padre per me», per imprimere alla trattativa l’accelerazione desiderata, quelle rivolte a un paio di giornaliste milanesi molto amiche allo scopo di tenere in caldo la piazza e avere «una risposta definitiva», senza peraltro prendere una posizione pubblica trasparente. Anzi Sheva è diabolico nel giocare su due tavoli: a fari spenti lavora per tornare al Milan, nelle interviste ai giornali inglesi continua a sostenere «che il mio futuro è a Londra nel Chelsea».

Nel pianeta Milan i favorevoli al ritorno di Shevchenko sono molto rari. Anche il popolo dei tifosi, a larghissima maggioranza, ha espresso un voto contrario attraverso il sito e il canale tv milanchannel. I politici di fede rossonera non sono stati da meno. Sull’argomento è intervenuto Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia con una frase «spero nell’arrivo di Eto’o e/o Ronaldinho, facce nuove» che è tutto un programma e che serve a rileggere il mercato milanista nel quale si registrano un paio di cambiamenti in corsa. Fino a qualche giorno fa gli acquisti dovevano essere due, «un centravanti e un centrocampista» nelle dichiarazioni di Ancelotti e Galliani. Adesso il numero è sceso a uno: l’attaccante. La sorpresa è la virata su Henry, promesso dall’Arsenal al Barcellona. L’alternativa Eto’o (dal carattere inaffidabile) o Drogba. Cancellato dall’agenda Edmilson «Per valorizzare Gourcuff» spiegano in via Turati.

Dopo l'outing eclatante del padrone del vapore, una replica tempestiva dei suoi padroncini era quasi scontata: il lacché del Vicario, messo spalle al muro 48 ore prima, prende dunque carta e penna e ri-verga il pezzo già pubblicato il 30 maggio. Altra carne al fuoco, di fatto, non ne ha da mettere. E allora sbraca. In splendido stile folk pugliese alza i toni, schizza letame, fa appello agli amici bulgari del canale. Ciò è buon segno. Se stiamo raschiando il fondo, significa che il gioco mediatico ora mai è a carte scoperte: l'epilogo di questo squallido teatrino si avvicina...

E tuttavia, in qualità di Shevalover doverosamente puntualizzo. Sulle rigorose «motivazioni tecniche ed economiche» snocciolate, per Ordine di scuderia, due settimane fa mi sono già espresso. Ma oggi l'escalation dei cattivi sentimenti lascia trasparire alcune nuove parole mascherate: si intende che Galliani è interessato a riprendersi Shevchenko solo in prestito. L'obiettivo brianzolo è cioè massimizzare la plusvalenza di un'operazione che si quantificherebbe in oltre 30 milioni, fra prezzo di cessione 2006 e cartellino d'acquisto 2007. Soldoni che un anno fa, non si dimentichi, hanno fatto il mercato del Milan: tanto quello estivo quanto quello invernale (di riparazione alle cantonate estive). Con buona pace di chi è rimasto «in brache di tela». Perché la memoria del popolo bue è proverbialmente corta, ma forse alcuni ricorderanno che a Milanello erano in molti - fin dalla notte delle streghe turche - a cercare un «contratto della vita» cui andare incontro. O in alternativa, anche un contratto qualsiasi. Indubbiamente, coloro i quali non lo hanno trovato devono esserci rimasti piuttosto male. Ancor peggio per il trattamento preferenziale riservato da Berlusconi al ragazzo dell'Est, che ama come un figlio.

Dopo il Miracolo di Atene - ribadisco, il Destino lo ha voluto e sarebbe fatale travisarne valore e significato - va da sé che i reduci dell'Ataturk abbiano ritrovato il fiato per dar voce agli antichi livori. Con i quali si sposano a meraviglia, come in un grosso e grasso matrimonio foggiano, i livori del nostro Grillo Parlante. Giacché, a quanto si legge, egli non rientra nella cerchia degli «amici milanesi» mobilitati da Sheva, né purtroppo in quella delle «giornaliste milanesi molto amiche» sulla hot-line Londra-Milano. E allora, dagli all'untore! Basse allusioni e nefandezze di ogni colore si sprecano, in un crescendo rossiniano che spazia da un'ipotesi di ingaggio in nero al Chelsea («6 milioni percepiti ufficialmente»... e non ufficialmente?) fino all'ironia becera che manda il cattivo odore di un provincialismo velatamente razzista («Lei è come padre per me»).

Ma il Borat del Tavoliere, più che ironie, può dispensare comicità: involontaria, evidentemente. Le parole dell'ineffabile Signora Pazik («In Italia ci sentiamo a casa: vedrei bene Andriy al fianco di Ronaldo, uno dei miei giocatori preferiti») diventano perciò «un suggerimento tattico per Ancelotti», il quale sarebbe ora risentito al punto da preferire al Balon d'Or quel biellese insubordinato, che appena due settimane fa aveva apostrofato così: «Se Gilardino ha l'esigenza di andar via non è detto che non possa essere accontentato, purché si trovi una contropartita tecnica adeguata», specificando definitivamente che «La certezza di giocare sempre per un giocatore del Milan non c'è, perché l'unico che dovrebbe e potrebbe giocare in tutte le partite è Kakà». Esilarante il finale: Shevchenko è diabolico. E se la pensa così anche Acquasanta Formigoni, possiamo davvero metterci l'anima in pace, aspettando Eto'o.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La guerra per faide nel Milan, con Ordine nel ruolo di tamburino sardo dell'antennista brianzolo, è veramente sconcertante. Sembra che stiano striscinado concetti subliminali di cui l'ucraino è solo il filo conduttore.

Galliani si muove, pur con il suo stile untuoso da servo umilissimo, come chi si sente padrone del Milan, rivendicando certamente antichi favori di sangue ma potendo vantare una serie di puttanate gestionali imbattibili. Eppure questo re dell'ovvio e della supponenza è tornato in Federazione, ha saldamente in mano lo spogliatotio e la panchina, guida una serie infinita di maggiordomi ed usa i soldi del padrone come fossero suoi.
Tutto questo è inquietante e nasconde forse una realtà da decifrare come il Codice di Leonardo.
Quello che è certo è che per Galliani e le sue milizie, Sheva è definitivamente un estraneo, un oggetto del passato. Il pelato deve stupire Milano con un nuovo arrivato che sia totalmente identificabile nella sua genialità manageriale. Un Berlusconi che si abbarbica al passato romantico gli dà una mano nel rendere intrigante il suo sogno di diventare padrone assoluto del Milan senza soldi.

Un delitto perfetto se... solo avesse per le mani un nuovo fuoriclasse da comprare a poco e da fare esplodere come Kaka.
E se invece sono Oliveire?

Danielone

Anonimo ha detto...

Rino Gattuso sul mercato del Milan:

"All'amministratore delegato Adriano Galliani avevo chiesto qualche bella sorpresa per il nuovo anno, ma mi rendo sempre più conto come sia realmente difficile raggiungere le stelle del calcio. Dopotutto al Milan ci sono delle regole importanti anche in questo senso. I parametri salariali vanno rispettati, chi arriva deve adeguarsi a tutto questo anche in nome del gruppo. Il tetto salariale deve rimanere uguale per tutti, mentre altrove ci sono facilitazioni non indifferenti per poter guadagnare di più. Mi chiedete dei nomi? Io rispondo che mi piacerebbe ritrovare Shevchenko anche per smentire tutti coloro che scrivono che la vecchia guardia non lo vorrebbe più".

da: www.acmilan.com

TheSteve ha detto...

GATTUSO CAPITANO SUBITO!