06 febbraio, 2008

GIUGNO DUEMILAOTTO

Con un anno di ritardo, perché giustamente un ciclo doveva avere il suo coronamento con il Mondiale per club, Carlo Ancelotti lascerà il Milan. Secondo il Corsport il primo dei suoi antipatizzanti, Adriano Galliani, ha lasciato filtrare un «prenderemo Lippi» in contesti semiprivati. Se non è vera è verosimile, perché il c.t campione del mondo a Berlusconi è sempre piaciuto: tanto è vero che se non fosse stato per le note vicende al Milan sarebbe arrivato anche il suo direttore generale di fiducia. Oggi opinionista un po' imbolsito, incalzato in alcuni casi da giornalisti che chiedevano raccomandazioni per l'assunzione dei figli, ma che in quel tipo di progetto (Milan più italiano e più ancorato al territorio, in grado di camminare da solo senza metterci soldi ogni anno) ci sarebbe stato benissimo. Che vinca o no la Champions (a maggior ragione nel primo caso) un ciclo è concluso, al di là di un contratto fino al 2010 che gli garantisce giusto un paracadute nel caso non maturi la panchina azzurra: il ritiro già annunciato di Maldini è più di un segnale, visto che uno della sua classe giocando sulla mattonella avrebbe potuto resistere in dieci grandi partite all'anno ancora per un paio di stagioni. Con un Berlusconi presente e catalizzatore d'attenzioni si sarebbe potuto anche lanciare Costacurta, prima ancora di Tassotti; con un Berlusconi quasi certo presidente del Consiglio occorre uno indiscutibile come Lippi. Zambrotta potrebbe essere un indizio ulteriore, ma va detto che Galliani e Braida (per non dire Bronzetti) lo vorrebbero a prescindere dal nome dell'allenatore. Meglio se Lippi, comunque. Uno sul quale poter scaricare eventuali fallimenti in sede di ricostruzione. Alla fine la principale funzione dell'allenatore rimane questa...

di Stefano Olivari, su La Settimana Sportiva del 5 febbraio 2008

Sul fronte calcistico bisogna vedere cosa succederà alla Lega Calcio: Antonio Matarrese è stato sfiduciato dalla B ma è cocciuto e resta in sella. Appena caduto il governo Prodi, una mezza dozzina di presidenti ha telefonato però subito ad Adriano Galliani, per cercare di convincerlo a tornare alla guida della Confindustria del calcio. Non si sa cosa abbia risposto Galliani ma per farlo dovrebbe rinunciare al suo amato Milan, di cui è vicepresidente e amministratore delegato, perché le due cariche sono incompatibili. Ma, di sicuro, Galliani è il più esperto di diritti tv, e lo ha dimostrato negli anni quando portava molti cappelli (Mediaset, Milan, Lega Calcio...) Giancarlo Abete dovrebbe ricandidarsi alla guida della Federcalcio: è stanco, è vero, ma c'è ancora molto da fare. Improbabile che Matarrese voglia dare battaglia per la Figc, almeno al momento. Abete quindi non dovrebbe avere rivali. Intanto sta cercando un direttore generale per la Figc. La ricerca è lunga e complessa, dura da mesi ormai. Probabile che Abete si orienti su un esterno, esperto di finanze e marketing. Ma le strutture federali vanno irrobustite, su questo non ci sono dubbi.

da SpyCalcio del 6 febbraio 2008

Il pervicace a passeggio (o a Roma?), l'antennista in Lega: sarebbe il collasso definitivo dell'inscindibile coppia, dopo l'ecatombe di maggio, e la quadratura perfetta del cerchio. Ma anche l'alba di un giorno nuovo per questo nostro povero Diavolo...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dubito che tutto questo non sia che fantacalcio. Lo Zampone è un uomo-azienda che va benissimo al Berlusca. Se Galliani lo "antipatizza" è perché deve farsi perdonare una sequenza infinita di campagne estive fallimentari. Ora si ritrova con la squadra vecchia e senza ricambi, come Shevalove ed io andiamo dicendo da anni. Lo scaricabarile sull'allenatore è lo sport più frequentato dei dirigenti calcistici, dei quali Galliani ha tutti i vizi e solo antiche virtù.
Spero che vada in Lega a gestire i diritti televisivi della rilanciata MediasetPremium e che per incompatibiltà, ora statutaria, venga un dirigente con la faccia ed il cuore puliti.
Quanto al dopo Carlo, credo che la persona adatta per la sensibilità verso i giovani sia l'amico Dodi, giusto alla fine degli Europei.
Danielone