25 settembre, 2006

SILENZIO! MORATTI TI ASCOLTA...

Nel 2002 la società nerazzurra si rivolse a un investigatore legato a Telecom per far pedinare l'ex arbitro De Santis. L'ufficio indagini aprirà un fascicolo: il club potrebbe essere accusato di slealtà sportiva.

[Gazzetta.it] Roma, 25 settembre 2006 - «Ipotesi di violazione dell'articolo 1 del codice di giustizia sportiva»: con questa intestazione questa mattina un fascicolo sarà aperto dall'Ufficio indagini della Federcalcio sulla vicenda Inter-De Santis-Vieri. In attesa di conoscere le decisioni di Francesco Saverio Borrelli, il suo ufficio continua a lavorare. Toccherà a Carlo Loli Piccolomini o a Marco Squicquero richiedere alla Procura di Milano gli atti relativi alla parte del filone Telecom che riguarda il mondo sportivo.

I FATTI. Nel 2002 l'arbitro Danilo Nucini ha un colloquio con Giacinto Facchetti e gli racconta di alcuni strani rapporti tra Luciano Moggi, l'arbitro Massimo De Santis e i dirigenti sportivi Mariano Fabiani e Luigi Pavarese. Facchetti chiede a Nucini di riferire i fatti alla Procura di Milano (visto che lo stesso aveva perplessità a rivolgersi alla giustizia sportiva), ma non fu fatto nulla. Allora l'Inter, a quanto poi è emerso dalle indagini della magistratura, si rivolse alla Polis d'Istinto, l'agenzia investigativa di Emanuele Cipriani (legato al responsabile del Cnag della Telecom, Giuliano Tavaroli) per far pedinare De Santis. Da quel momento fu aperto un dossier dal significativo nome in codice: operazione ladroni.

I CONTROLLI. Sarebbero, però, anche stati intercettati i telefoni di De Santis e della moglie. Gli stessi furono anche seguìti, fotografati, furono fatte indagini patrimoniali e sui conti correnti. Alla fine il dossier si chiude dicendo che «non furono trovate anomalie nel tenore di vita del soggetto». Contemporaneamente furono intercettate le telefonate di Bobo Vieri e l'attaccante fu anche pedinato, ma soltanto nell'ambito di un controllo della società sul calciatore. Del mondo sportivo erano intercettati anche Franco Carraro e il presidente di Capitalia Cesare Geronzi.

INTERCETTAZIONI ILLEGALI. A seguito del decreto legge del Governo sulle intercettazioni illegali, è tornata d'attualità la vicenda. Perché fu commissionata una inchiesta da parte di un'agenzia investigativa e non fu fatto né un esposto alla magistratura, né una denuncia all'Ufficio indagini? Il voluminoso materiale raccolto sull'arbitro, oltre che valutare il suo tenore di vita, a cosa mirava? E le foto? Le stesse domande potrebbero valere anche per Vieri. Inoltre se i contatti denunciati erano con Moggi, Fabiani e Pavarese, ci sono state intercettazioni anche nei loro confronti? Sono queste le domande che gli 007 federali porranno ai dirigenti interisti.

LE PROCURE. L'argomento interessa, intanto, anche la Procura di Napoli che nel 2004 proprio a Tavaroli si rivolse per comunicare le intercettazioni delle utenze di Moggi, Bergamo, Pairetto. Sì, proprio a Tavaroli che era a capo del Cnag, il centro nazionale autorizzazioni giudiziarie della Telecom, che quindi venne a conoscenza dell'indagine che i magistrati Beatrice e Narducci stavano conducendo proprio sulle stesse persone. Una coincidenza, chiaramente, ma che alla luce degli ultimi sviluppi diventa inquietante: Tavaroli ha detto ai pm che lui riferiva tutto a Carlo Buora, amministratore delegato Telecom e vice presidente dell'Inter.

A quanto pare il cerchio di Onestopoli si stringe. Inevitabile da che, venerdì scorso, Paolo Colonnello su La Stampa ha sputato il rospo.

Se lo spionaggio di massa organizzato dalla premiata ditta Tavaroli & Cipriani ai danni di dipendenti, fornitori, rivenditori, gommisti, manager e scalatori, non poteva avere altro committente che la Telecom e la Pirelli di Tronchetti Provera, il dossieraggio su uomini politici, imprenditori, finanzieri, personaggi dello spettacolo, calciatori, giornalisti e magistrati, a chi poteva davvero interessare? Certo, in questo gioco di specchi, dove sull'arbitro De Santis o quello sul giocatore Bobo Vieri che vengono probabilmente commissionati dall'Inter, visto che la ricevuta di un pagamento intestata a F.C. Internazionale Milano, è stata ritrovata dagli inquirenti presso la sede inglese della Worldwide Consultant Security, una delle scatole vuote estere messe in piedi da Emanuele Cipriani per ricevere con discrezione il denaro dai suoi importanti clienti.

Memorabile il commento dell'intercettato De Santis al TG5.

«Inizialmente, quando abbiamo saputo di questa operazione messa in atto da Moratti - perché dalle parole di Moratti abbiamo saputo questo, e quindi di conseguenza da Pirelli e da questo investigatore Cipriani - siamo rimasti veramente schifati da questa situazione. Soprattutto perché tutto questo avveniva da parte di persone che in tutto questo frangente si sono sempre proclamate innocenti ed estranee a qualsiasi cosa proprio perché non figuravano nelle intercettazioni telefoniche. A questo punto io penso che forse l'unica cosa è che l'Inter faccia un campionato da sola, giochi da sola, almeno vincerà tutte le partite senza che nessun arbitro la possa danneggiare. Io penso che le partite vanno vinte sul campo».

Non resta che attendere per vedere in che modo ne usciranno gli Onesti e quale fine farà il loro scudetto di legno, ora che lo straordinario Commissario Telecom è tornato alla casa madre.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Non c'è sito di mozzaorecchi che riporti un rigo sullo scandalo del secolo, compresso il girotondino Indisreto. La stampa quotidiana fa la furba. Il problema non è se De Santis ha la dignità morale per lamentare lo spionaggio, ma che il sistema Tronchetti-Moratti regolava ciò che serviva registrare ed a chi smistarlo.
Il probo Facchetti, pover'anima ingenua, alla delazione dell'ex arbitro che ora appare sulle private come esperto aveva detto: denunciamo tutto alla magistratura, ma il petroliere ha capito che c'era un modo più redditizio per usare le telefonate.
Ora, 2006, come allora: magistratura, federazione, tutti tacciono e continuiamo a dare credito a "chiagne e fotte".

Anonimo ha detto...

1 ottobre 2006 - Tavaroli: "Il dossier De Santis fu commissionato dall'Inter".

MILANO - Calcio e intercettazioni, due verità a confronto. Nei giorni scorsi il presidente dell'Inter Massimo Moratti ha ripetuto: "Io non c'entro". Ma l'ex capo della Security di Telecom, Giuliano Tavaroli, in carcere a Voghera per la vicenda del dossieraggio illegale, lo accusa: controlli, pedinamenti e intercettazioni a cui sarebbe stato sottoposto l'arbitro internazionale Massimo De Santis furono commissionati dalla società nerazzurra. Con lo scopo di individuare "eventuali incongruità, dal punto di vista finanziario e patrimoniale".
Che nella vicenda lo stesso Tavaroli abbia avuto un ruolo lo conferma il suo avvocato, Massimo Dinoia, che, alla domanda se il suo assistito avesse avuto un ruolo nei controlli, ha risposto: "In parte sì, perchè l'attività è stata commissionata dall'Inter e dalla sua dirigenza, ed è stata svolta in parte da Tavaroli, in parte da Cipriani e dalla Polis d'Istinto".
Gli accertamenti avrebbero riguardato soprattutto controlli sul patrimonio di De Santis e si sarebbero svolti "tra la fine del 2002 e gli inizi del 2003". Tavaroli è stato sentito nel carcere di Voghera dove è rinchiuso dopo l'ordinanza di arresto nei suoi confronti emessa dal Gip Paola Belsito il 20 settembre scorso. L'ex manager di Telecom, che sarà risentito dai magistrati tra qualche giorno, avrebbe poi escluso l'esistenza di conti irregolari all'estero a disposizione dei vertici della società.
E ora entra nel vivo anche l'inchiesta sportiva. Martedì il capo ufficio inchieste Figc Saverio Borrelli ascolterà il patron dell'Inter Massimo Moratti, che aveva chiesto di essere sentito.

(da: www.repubblica.it)

Anonimo ha detto...

2 Ottobre 2006 - Ammissioni di Tavaroli, ma l'Inter nega.

MILANO. Per ora è solo uno il velo che Giuliano Tavaroli ha deciso di alzare durante il primo interrogatorio in carcere di venerdì scorso davanti ai pm Piacente e Civardi: quello sul dossier che venne commissionato dall'Inter, intitolato prosaicamente «Operazione ladroni». Un fascicolo di una trentina di pagine dedicate a vita, partite e miracoli dell'arbitro Massimo De Santis (finito poi nei guai con «Calciopoli»), il quale non a caso giovedì scorso si è recato dal gip dell'inchiesta per annunciare la sua costituzione di parte lesa nei confronti di chi lo fece spiare. Ecco, appunto: chi furono i mandanti di quell'operazione? «La dirigenza dell'Inter», ha risposto in un primo momento Tavaroli, rimanendo sul vago. Ma poi, incalzato dalle domande dei magistrati, ha dovuto man mano essere più preciso: «Parlai con Giacinto Facchetti», l'ex presidente dell'Inter scomparso all'inizio di settembre. Sorrisi di circostanza, imbarazzo. Possibile che quel galantuomo di Facchetti si prendesse la briga di chiedere una cosa del genere? I pm insistono: e come fece Facchetti a contattarla? Risposta: «A passarmelo, al telefono, fu Massimo Moratti». Ora, sul punto, il patron dell'Inter, anche in un'intervista al nostro giornale, fu chiaro e raccontò l'episodio di spionaggio ai danni di De Santis così: «Un tizio si offrì di farlo. Era in contatto con persone del ministero presso il quale aveva lavorato De Santis (quello della Giustizia, ndr). Potevano offrirci delle informazioni. (...)

di Paolo Colonnello, su La Stampa.

Anonimo ha detto...

Roma, 27/10/2006 (Adnkronos/Ign) -

"Essere pedinato non è mai bello, dopo tutto quello che ho fatto per l'Inter di certo non me lo aspettavo. All'Inter dicono che lo hanno fatto per tutelarsi? Tutte bugie''. Queste le parole di Christian Vieri questa mattina dopo l'incontro, durato circa 30 minuti, con l'Ufficio Indagini diretto da Francesco Saverio Borrelli. "Non so come mi comporterei se dovessi incontrare Moratti", spiega l'ex bomber interista.
Vieri poi dribbla la richiesta di un parere sull'opportunità di revocare all'Inter lo scudetto 2005/06. "Dello scudetto non m'interessa niente, sono altre le cose importanti. Non ho mai sospettato di essere pedinato e non è bello, specie per un calciatore che ha fatto oltre 100 gol per l'Inter".

da: www.adnkronos.com

Anonimo ha detto...

BORRELLI, I CASI SCOMMESSE E INTER

24/12/2006 - Gennaio sarà un mese importante perché l'Ufficio Indagini della Figc riprenderà il suo lavoro a pieno ritmo. Il capo Francesco Saverio Borrelli, con il suo staff, dovrà esaminare ancora moltissimi casi scottanti. Le scommesse: c'è il fascicolo Buffon al quale si è aggiunto quello arrivato da Udine (coinvolti anche due milanisti, Kalac e Jankulovski). C'è il caso Inter e lo "spionaggio" nei confronti dell'arbitro arbitro De Santis e di Bobo Vieri: archiviazione o rinvio a giudizio? Inoltre Stefano Palazzi, il procuratore federale, ha un fascicolo sugli arbitri: speriamo lo chiuda in fretta. Il campionato ha bisogno di serenità. Il calcio ha bisogno di serenità. Ma per ora continua a litigare: la Lega di Milano è contro Luca Pancalli, Petrucci difende Pancalli, il 22 gennaio si terrà un'assemblea statutaria caldissima e intanto Giancarlo Abete aspetta con ansia di sapere quando potrà diventare presidente della Federcalcio.

da: www.repubblica.it