03 aprile, 2008

IL BOIA DI REGGIOLO

Ancelotti il tenero, diventa cattivo.

[LaStampa.it] Quando nel pomeriggio di ieri si è diffusa la notizia di un Carlo Ancelotti arrabbiato e non più disposto ad assecondare le esigenze personali di alcuni giocatori del Milan, il canale tematico rossonero è trasalito: «Milanello non è una caserma». Qualsiasi illazione di questi tempi viene considerata destabilizzante. Ancelotti però non si cura di ciò che viene detto all’esterno e sembra intenzionato a portare avanti le sue convinzioni. Nonostante le smentite, in questi giorni ha cambiato registro con la squadra ed ha assunto atteggiamenti più duri. La sconfitta casalinga con l’Atalanta (seconda di fila) ha costretto l’allenatore a rivedere i programmi di allenamento. Nessuno, sia chiaro, accusa la squadra di scarsa professionalità, ma per non lasciare niente al caso si è deciso di tenere il più possibile Maldini e compagni a Milanello. Ieri ad esempio, c’è stata una doppia seduta di allenamento, questa mattina invece i giocatori si ripresenteranno alle undici per una riunione tecnica. Non era mai successo durante la gestione Ancelotti, perché di tattica si parla generalmente alla vigilia. Il mini ritiro diventerà effettivo domani dal momento che Milan-Cagliari si giocherà di sabato. Per superare il momento no, non basta soltanto cambiare uomini (certi i recuperi di Inzaghi, Kakà, Cafu e Serginho) e modulo. Ancelotti e Galliani (che ieri ha visto Arsenal-Liverpool in un ristorante milanese con Roberto De Assis, fratello e procuratore di Ronaldinho), infatti, sono convinti che il problema sia anche di atteggiamento. Non è quindi un problema solo di condizione fisica se a San Siro ha raccolto la miseria di 19 punti.

Il Giuda di ReggioloAncelotti spera di risolvere il problema facendo rivedere alla squadra le partite giocate e mettendo maggiormente in rilievo gli errori. Pare che abbia alzato la voce in un paio di occasioni e che i giocatori non se la siano presa più di tanto perché comprendono il momento. Se il Milan, infatti, dovesse restare fuori dall’Europa sarebbe il primo a pagare.
Persino le certezze di Berlusconi mostrano qualche crepa. «Gli voglio bene, mi auguro che sia ancora lui il nostro allenatore», dice a Radio Kiss Kiss. Se lo augura, ma con quali rinforzi? «Cercheremo di portare campioni autentici». Anche alla luce dei rischi che corre attualmente, Ancelotti è intenzionato a chiedere garanzie per la prossima stagione, in particolare vuole avere un maggiore controllo sulla campagna acquisti.

Non è un mistero, infatti, che non sia favorevole al ritorno di Shevchenko. L’allenatore del Milan desidera una squadra rifondata ed è stufo di veder arrivare a Milanello giocatori a parametro zero dalla scarsa affidabilità fisica. In difesa secondo lui c’è bisogno di un rinnovamento completo e non crede si possa risolvere la questione confermando Cafu, Serginho e Simic. Anche a centrocampo servono nuovi innesti: Gourcuff è stato definitivamente bocciato nonostante Berlusconi continui a pensare che sia un grande giocatore ed Emerson ha problemi ad entrambe le tibie. Gattuso, Pirlo e Ambrosini hanno bisogno di tirare il fiato. Capitolo Dida: c’è una richiesta del Lione, ma solo per il prestito. Il nodo, va da sè, è il mega-contratto: i francesi saranno disposti ad accollarselo? Galliani dovrà fare il mediatore, convincendo Berlusconi a investire cifre importanti e soprattutto a rimangiarsi la parola data a Sheva. A Leonardo, invece, il compito di setacciare il mercato. La strada però è in salita. Flamini vuole la garanzia di giocare in Champions ed è conteso dalla Juventus (al di là delle smentite di Wenger) mentre lo Stoccarda ha chiesto 50 milioni di euro per Gomez. Braida, intanto, da alcuni mesi è in pensione e non ricopre più la carica di direttore generale per ragioni fiscali e amministrative. E’ consulente iscritto all’ordine dei direttori sportivi senza però potere di firma.

Scenario sempre più apocalittico per questo nostro povero Diavolo. Distruggere il tempio per ricostruire tutto dalle macerie: solo l'ecatombe finale di maggio potrà restituirci il Milan.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

È in ritardo di almeno due anni il Carlone nel fare il duro. Se si fosse svegliato in tempo dall'ipnosi, se avesse tirato fuori le palle con la società, se non avesse assecondato le follie di Galliani, se avesse detto a chiare lettere che il Giappone era solo una puttanata di marketing orientale, se, se, se, se...
Troppo tardi. Scenda dalla giostra, perché la festa è finita.

Danielone

TheSteve ha detto...

Sono pronto a scommettere che la supposta "rivoluzione" di questa settimana si risolverà con la canonica esclusione di Gilardino. Carlone cuor di leone...

Anonimo ha detto...

RONALDINHO AL MILAN? PENSO DI SI'

5 aprile 2008 - Silvio Berlusconi conferma l'interesse della società rossonera nei confronti di Ronaldinho. Alla domanda sull'acquisto dell'asso del Barcellona, il presidente del Milan risponde «io spero di sì, penso di sì» e poi precisa: «Tenteremo di prenderlo». Una conferma dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni legate all'incontro tra il fratello di Ronaldinho, nonché suo procuratore, e l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, che avrebbe anche fatto un'offerta per il brasiliano - ormai in rotta con gli spagnoli - intorno ai 20 milioni di euro.

SU ANCELOTTI - Nell'intervista all'Ansa, il presidente del Milan parla anche di Ancelotti, confermando la fiducia al tecnico, nonostante la stagione deludente. «Ancelotti è un bravo allenatore - afferma - e io mi auguro che resti al Milan». Attestati di stima anche nei confronti di Gilardino: «È un ottimo attaccante - conclude - ed abbiamo fiducia in lui». Quindi resta? «Sì sì, lo teniamo».

da: www.corriere.it

TheSteve ha detto...

E con ciò, considerando che il Gila è già trombato da un pezzo, mi permetto di nutrire fondate speranze anche sul boia in oggetto.

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI: ANCELOTTI RESTA

7 aprile 2008 - "Ancelotti fa parte della famiglia del Milan e immagino che sarà ancora lui nei prossimi anni il nostro tecnico". Lo ha detto il presidente del Milan Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento a Radio Radio parlando del futuro della società rossonera. "Altri campioni? Una grande squadra deve averli - continua -. Noi abbiamo avuto il grave infortunio di Ronaldo e la squadra era costruita per avere come centravanti di sfondamento un ariete come lui, con Pato a svariare e dietro loro, a suggerire ed inventare, il fantastico Kakà, giudicato da tutti l'anno scorso il migliore calciatore del mondo. Dopo una serie di vittorie così esaltanti è abbastanza normale un momento di pausa, aggravato dall'incidente di Ronaldo e da un po' di sfortuna".

"Il Milan - proseguito Silvio Berlusconi - ha una rosa di grandi campioni, anche loro invecchiano, vedi Maldini che probabilmente ci lascerà, ma noi non siamo una squadra troppo vecchia, anche se credo che dobbiamo rafforzarci, come nel passato, guardando ai giovani. Il Milan è una squadra che ha per missione quella di essere protagonista in Italia e nel mondo, che deve scendere in campo per esserne padrona, nel rispetto degli avversari e delle regole e che deve vincere trofei, come ha fatto negli anni della mia presidenza, perchè io sono il presidente che ha vinto di più".

da: www.gazzetta.it